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Le reti URBACT e il futuro delle città: sei grandi temi per il rilancio urbano nel post-pandemia

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03 July 2020
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Una lettura approfondita dei temi che emergono dai nuovi Action Planning Network e dall’azione delle città italiane coinvolte, da cui emergono elementi utili per immaginare le politiche urbane del futuro e una risposta concreta alle sfide emerse nei mesi di pandemia

Le città italiane ed europee sono impegnate in queste settimane a mettere in pratica approcci e soluzioni innovative per favorire il rilancio dopo i mesi più duri della pandemia, promuovendo nuove forme di sviluppo urbano che tengano conto delle esigenze di sicurezza e distanziamento ma favoriscano la sostenibilità sociale, economica e ambientale.
Queste sfide toccano anche le città impegnate nelle reti del programma URBACT, in particolare degli Action Planning Network che iniziano in questi mesi le attività della seconda fase e avviano quel processo di coinvolgimento di cittadini e attori del territorio decisivo per trasferire localmente l’impatto dell’azione di rete condotta su scala europea. L’emergenza di questi mesi sta costringendo le reti URBACT a ripensare modalità di lavoro e ambiti di intervento ma non c’è dubbio che la collaborazione su scala europea e locale possa far emergere degli spunti e degli approcci originali per affrontare il post-crisi, con indicazioni utili anche alle città che non partecipano al programma URBACT.
Dall’azione condotta nelle città partecipanti ai principali programmi europei di innovazione urbana dipende anche in parte quale conformazione assumeranno i fondi della prossima politica di coesione, in fase di rinegoziazione proprio in questi mesi.
In questo approfondimento analizziamo in che modo i temi degli Action Planning Network potranno influenzare gli scenari delle politiche urbane sul medio e lungo periodo, evidenziandone sia l’impatto per le città coinvolte nei singoli network che per le altre città italiane ed europee che potranno beneficiare dell’azione tematica delle città coinvolte nelle reti URBACT.

Riprogettare gli spazi urbani per una città più sicura e vivibile

Numerose città europee stanno intervenendo in maniera netta su strade e piazze per favorire lo sviluppo di piste ciclabili, Zone 30 ed altri meccanismi per favorire nuove e più diffuse forme di mobilità sostenibile nei contesti urbani. Tali interventi si rivelano anche decisivi per consentire una riappropriazione degli spazi pubblici da parte degli abitanti, rendendo strade e piazze delle nostre città più sicure nelle ore diurne e notturne.
Le azioni che Parma condurrà nell’ambito del network Thriving Streets e della rete UrbSecurity, nella quale sono coinvolti anche i Comuni dell’Unione della Romagna Faentina, costituiranno un banco di prova significativo su come riadattare le infrastrutture viarie delle nostre città per favorire rigenerazione urbana, spirito di comunità e percezione diffusa di sicurezza. Lo scambio tra piccole e grandi città partecipanti ai due network (tra queste Londra e Anversa in Thriving Streets e Madrid in UrbSecurity) si alimenterà degli approcci testati nelle ultime settimane e produrrà indicazioni utili per lo sviluppo di piani d’azione e progetti delle partnership dell’Agenda Urbana Europea sulla sicurezza negli spazi pubblici: un tema senza dubbio centrale per il miglioramento della qualità della vita in medie e grandi città in tempi di post-Covid. 

Promuovere un turismo dall’impatto sostenibile per le città

La ripresa della mobilità tra i paesi dell’Unione Europea e prossimamente dal resto del mondo avrà un effetto positivo sul rilancio del turismo, uno dei settori maggiormente penalizzati dall’attuale emergenza che necessita di essere completamente ridisegnato per poter sopravvivere alle sfide future del mondo post-pandemico. L’azione delle città per promuovere sicurezza e benessere nei visitatori e nei residenti diventa così un elemento-chiave di strategie di rilancio del turismo che tengano conto dell’impatto sostenibile dei flussi di visitatori sugli spazi pubblici e sul contesto socio-economico delle nostre città.
Disegnato per affrontare i temi del contrasto all’overtouristification e alla corretta gestione del turismo nelle città, il network Tourism Friendly Cities che vede impegnate Genova e Venezia rispettivamente come partner e capofila giocherà un ruolo significativo nell’ecosistema URBACT per produrre indicazioni su come coniugare accoglienza dei visitatori, salute e sicurezza, garantendo al contempo posti di lavoro e impatto equilibrato sulle politiche abitative delle città.
La salvaguardia del patrimonio culturale, promosso dal network KAIROS che vede Cesena tra i partner, e il supporto alle strategie di marketing urbano di Find Your Greatness, con Perugia tra le città coinvolte, sono temi che si accompagnano alla risposta integrata che le città turistiche dovranno essere in grado di fornire per rendere la cultura e l’accoglienza dei visitatori elementi centrali per il rilancio dell’intera economia urbana. 

Favorire la partecipazione civica e la governance innovativa attraverso gli strumenti digitali

L’utilizzo massiccio del digitale negli ultimi mesi ha rivoluzionato il modo in cui gli abitanti di piccoli e grandi centri studiano, lavorano, si acculturano e partecipano alla vita pubblica. La collaborazione tra amministrazioni locali e cittadini passa sempre di più attraverso l’utilizzo di piattaforme tecnologiche e social, attraverso cui i residenti possono partecipare a scelte che mai come in questa fase disegnano il futuro di intere comunità. I modelli di coinvolgimento civico sviluppati dal network ActiveCitizens, che vede Cento tra i comuni coinvolti, saranno fondamentali per elaborare nuove modalità di partecipazione attraverso il digitale, testando su vasta scala strumenti che favoriscono iniziative come il bilancio partecipativo o l’incontro tra domanda e offerta di servizi sociali e di assistenza per le fasce più deboli della popolazione.
L’utilizzo diffuso delle nuove tecnologie rappresenta una sfida anche per il miglioramento dei servizi pubblici locali e dell’azione delle pubbliche amministrazioni, temi al centro del network DigiPlace guidato da Messina, che avrà il compito di far emergere un approccio nuovo alla smartness che migliori le competenze tecnologiche in maniera diffusa e renda davvero il digitale amico del cittadino e funzionale alla qualità della vita urbana. Temi da cui passa non solo il futuro delle città coinvolte nella rete, tra queste Oulu e Ventspils, ma anche del nostro paese, per ridurre il divario che separa centri e periferie, grandi città e aree interne, che si misura soprattutto in limitazioni all’accesso alla banda ultralarga e a servizi user-friendly.

Sostenere la qualità della vita in piccoli e grandi centri per superare il gap socio-economico

Nel corso delle settimane di lockdown non c’era nulla che differenziava un grande centro da un piccolo comune: entrambi deserti, con attività commerciali necessarie aperte al lumicino. Eppure la crisi è stata un’occasione per riscoprire quanto si possa vivere bene anche lontano dalle grandi città, approfittando di quella serie di piccoli e grandi fattori che migliorano la qualità di vita quotidiana e la salute degli abitanti, come l’accesso agli spazi verdi o al mare. Le strategie integrate che il network Healthy Cities, che vede fra i partner il piccolo centro costiero calabrese di Falerna, potranno contribuire a un ripensamento delle strategie di crescita dei piccoli centri, che possono trovare una nuova prospettiva di rilancio puntando non solo sul turismo ma soprattutto su una nuova residenzialità attratta da stili di vita più salutari e un accesso diretto alle risorse naturali. Un tema rilevante anche per le città più grandi, che riscoprono gli spazi verdi come indicatore decisivo per la salute degli abitanti attraverso programmi e attività dedicate all’outdoor. L’azione di Messina nell’ambito del network Health&Greenspace, potrà far emergere indicazioni utili su come rilanciare il rapporto tra spazi verdi e salute, replicabili in altre aree metropolitane come in centri di medie o piccole dimensioni.

Rafforzare la collaborazione tra settore pubblico e privato in un’ottica di responsabilità sociale

Durante l’emergenza il mondo dell’imprenditoria ha saputo sviluppare nuove forme di collaborazione con il pubblico e le comunità capaci di riscrivere il modo in cui la responsabilità sociale d’impresa viene esercitata e messa in pratica per il miglioramento del tessuto connettivo delle nostre comunità.
Rendere tali forme di collaborazione strutturali anche nei prossimi mesi può rappresentare una soluzione alla crisi di diversi settori ma anche per rilanciare un nuovo rapporto con i territori. Milano è stata una delle città pioniere in Italia di questo nuovo approccio, con portali dedicati all’incrocio tra domanda e offerta di aiuto, e con Cities4CSR, il network URBACT che guida da capofila, potrà consolidare modalità di collaborazione che possono avere un impatto su diversi settori della vita urbana.
Il rafforzamento di strumenti innovativi come i social impact bond per produrre innovazione civica e sociale in maniera diffusa è un’altra delle esigenze emerse con forza dal dibattito sul tema in Italia. Pordenone con la sua partecipazione al network SibDev è in prima linea nello sviluppo di modelli capaci di favorire il cambiamento sul medio e lungo periodo nelle forme di investimento sociale e nelle strategie di crescita che tengono conto anche di aspetti che diventano sempre più critici dopo l’attuale crisi, dalla disoccupazione diffusa alla disgregazione del tessuto sociale. Testare modelli innovativi di investimento e di relazione tra pubblico, privato e comunità è una delle risposte più significative che le città italiane di URBACT possono fornire con la loro azione su questi temi al dibattito nazionale sull’innovazione sociale.

Incentivare commercio di prossimità, filiera corta e un’azione collettiva per la riduzione delle emissioni nocive

Gli ultimi mesi hanno segnato in maniera probabilmente irreversibile un cambiamento nelle abitudini di consumo dei residenti di piccoli e grandi centri, facendo registrare una maggiore attenzione rispetto a quanto prodotto e distribuito al livello più prossimo possibile rispetto all’acquirente finale. Per questo motivo, l’attenzione su temi come il commercio di prossimità e la promozione delle filiere alimentari corte, che vedono rispettivamente Grosseto e i Comuni della Bassa Romagna impegnati nei network iPlace e Food Corridors, risulta un elemento decisivo per ridisegnare stili e modelli di vita in centri urbani di diverse dimensioni. I risultati dello scambio che coinvolgerà comuni europei, attori del mondo produttivo e in particolare commercianti e piccoli produttori locali, potranno contribuire ad orientare lo sviluppo di politiche sempre più attenti alla dimensione micro-territoriale.
Questa maggiore sensibilità verso aspetti tangibili della promozione della sostenibilità ambientale si unisce a una riflessione più ampia condotta sui temi della riduzione delle emissioni, sviluppata da altri network URBACT che coinvolgono città italiane. Tra questi, Palma di Montechiaro impegnata nel creare le condizioni per uno sviluppo a impatto zero con la rete Urb-En-Pact, Modena attiva sull’annullamento delle emissioni carboniche con il network Zero Carbon Cities e Prato che sta lavorando con URGE sulla circolarità delle risorse nel settore delle costruzioni. Dall’azione delle città italiane coinvolte nei diversi network che affrontano i temi della sostenibilità ambientale ed energetica dipendono parte delle risposte che a livello nazionale ed europeo si potrà dare per porre le basi per città più sostenibili e resilienti nel concreto.