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Uguaglianza di genere nelle città: una passeggiata?

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11 December 2018
Read time: 3 minutes

L’uguaglianza di genere è diventata uno degli zeitgeist politici del 2018, spingendo le istituzioni in giro per il mondo a osservare con più attenzione il modo in cui donne e uomini interagiscono nelle sfere personali, professionali e pubbliche. Che significa questo per le città europee?

La nuova iniziativa URBACT “Gender Equal Cities” ha cercato di fornire delle risposte a questa difficile domanda nell’ambito del Festival delle Città URBACT che si è svolto a Lisbona questo mese.

Durante una mezza giornata di walkshop abbiamo intrapreso un’analisi della città chiedendoci come e perché le donne e gli uomini vivono gli spazi pubblici in modo diverso. E soprattutto, cosa possiamo fare per creare delle città sicure, inclusive e che mettano in pratica l’uguaglianza di genere?

Mentre ci incamminavamo nel mezzo del calore della tarda mattinata, la città di Lisbona si espandeva intorno a noi in tutta la sua complessità di genere: donne anziane trasportavano pesanti buste della spesa su per ripide strade lastricate, fermandosi per rifiatare, e appoggiandosi sulle mura bianche cercando di trovare un po’ d’ombra. Una delle tante giovani conduttrici di tuk-tuk ci sfrecciò accanto. Stava accompagnando un gruppo di turisti nel traffico caotico fatto di tram, autobus e macchine, mezzi quasi tutti guidati da uomini. I muratori e i poliziotti sostavano sulla strada, fumando la loro sigaretta delle undici. Spesso, il loro sguardo la seguiva. Mentre attraversava le piazze pubbliche, mamme con bambini giocavano ai piedi di statue di militari e passati coloniali. La conduttrice di tuk-tuk non si deve nemmeno essere accorta di come questo ambiente avrebbe potuto influenzare le sue ambizioni, interessi o risparmi.

Questa è forse una prospettiva della vita della città che viene spesso ignorata; una prospettiva che però la nuova iniziativa di URBACT, “Gender Equal Cities”, mira ad esplorare.

La città di genere…

Sappiamo che le città sono il livello di governo più vicino ai bisogni giornalieri dei cittadini. Spesso le città costituiscono il più grande datore di lavoro locale e esercitano un controllo sostanziale sui servizi pubblici. Tutti questi fattori forniscono delle opportunità per agire e superare le ineguaglianze di genere, ma una breve camminata per la città rivela che alcuni ostacoli continuano a rimanere.

Dalla scarsa illuminazione stradale che genera un sentimento di insicurezza nelle donne, agli stereotipi negativi riprodotti dalle pubblicità sessiste; dalle statue pubbliche che celebrano il machismo a una mobilità che da priorità ai veicoli a motore invece che ai pedoni; non è difficile capire come donne, disabili, genitori e anziani possano incontrare numerose difficoltà nella città. Tuttavia, individuare questi problemi è un primo passo necessario per risolverli. I quaranta professionisti che hanno partecipato alla nostra passeggiata a Lisbona hanno condiviso molti spunti, spesso collegando le loro osservazioni a esperienze vissute nelle loro stesse città. Durante la sessione di feedback alcune donne hanno parlato delle strategie che hanno sviluppato per spostarsi in sicurezza in giro per la città, come evitare alcune strade scegliendo percorsi più lunghi, e modificando il loro comportamento, per esempio, vestendosi in modo diverso per evitare le molestie e la violenza per strada. Un gruppo ha rilevato la diversa rappresentazione di donne e uomini negli spazi pubblici, notando come i nomi delle vie sono spesso dedicati a uomini famosi e le uniche donne che ne sono all’altezza sono sante e regine. Un altro gruppo ha discusso la prospettiva di genere nell’ambito del fenomeno del boom turistico di Lisbona. Chi possiede i beni capitalizzati tramite Airbnb? Che tipo di posti di lavoro sono creati per le donne? Come si sta affrontando il diminuire di spazio pubblico per le famiglie nel centro città?

Partecipazione: un posto a ogni tavola

Il walkshop ha dimostrato la necessità di adottare un approccio partecipativo nella pianificazione sensibile alle questioni di genere. Le organizzazioni non governative portoghesi presenti tra cui la Portuguese Platform for Women’s Rights, Women Without Borders e la National Association of Women’s Architects, hanno evidenziato che le città devono fare appello a queste organizzazioni più spesso, per riconoscere la particolare expertise in tema di uguaglianza di genere che possono fornire in diverse aree di politica pubblica. Le ONG lavorano a stretto contatto con donne di ogni origine, gruppo socio-economico ed età. Sono in grado di consigliare le città sui loro bisogni. Fondamentalmente, questa è una questione di rappresentazione: le esperienze delle donne e le loro voci devono essere rappresentate nel governo locale e nella fase di pianificazione per realizzare il loro ‘diritto alla città’. Il bisogno basico di rappresentanza, consultazione, e dati divisi per genere è stato evidenziato da tutti. Questi sono processi che la società civile è in grado di supportare.

Grazie alla Buona Pratica URBACT di Umea (SE) sappiamo di che cosa si tratta e sappiamo che funziona: per aiutare le donne a riappropriarsi di spazi pubblici per lo sport la città ha intrapreso una consultazione comprensiva e ha scoperto che spazi appositi per solo donne sono a volte necessari. Come ha indicato il Punto Nazionale Svedese URBACT, semplici cose come aumentare l’illuminazione stradale e abbassare le panchine nei parchi sono interventi poco cari e modi facili per democratizzare gli spazi pubblici attraverso l’apprendimento dal basso. Le donne dell’organizzazione Portuguese Platform of Women’s Rights, l’Associazione Women in Architecture e Women without Borders hanno inoltre enfatizzato che questa relazione deve essere reciproca: per ottenere l’uguaglianza di genere le ONG hanno bisogno delle città così come le città hanno bisogno delle ONG.

“Non possiamo solo parlare delle ONG che devono dialogare con le città, anche le città devono mettersi in comunicazione con le ONG” Alexandra Silva, Portuguese Platform of Women’s Rights

Collegare i punti: la governance multilivello è importante

Per trovare soluzioni alle sfide osservate a Lisbona, predominanti nella maggior parte delle città europee, abbiamo spostato la discussione verso il ruolo degli ambiti locali, nazionali e internazionali. Siamo stati fortunati nell’essere raggiunti da rappresentanti regionali dei network europei tra cui URBACT, il Council for European Regions and Municipalities (CEMR), politici locali e gruppi di donne nazionali. Abbiamo ascoltato Teresa Vicente, responsabile per Equalities a Cascais, firmataria della Carta Europea per l’uguaglianza del CEMR, sul modo in cui lavorano sulle formazioni per la comunicazione sensibile al genere e sul modo in cui l’affrontare la violenza domestica delle relazioni giovani si collega al movimento per i diritti delle donne. Da ogni attore, il messaggio è stato chiaro: abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Dobbiamo lavorare insieme e supportarci a vicenda.

Perché l’uguaglianza di genere sia veramente significativa, sostenibile e inclusiva rispetto ai molteplici assi di discriminazione dobbiamo essere più intelligenti nel collegare iniziative locali con network europei e globali. Documenti come la Carta per l’uguaglianza del CEMR, insieme all’OSS 5 sull’uguaglianza di genere forniscono la necessaria volontà politica di alto livello per mantenere lo slancio e rendere le città responsabili per la promozione dell’uguaglianza di genere. Con il walkshop è apparso chiaro il fatto che le città possiedono un ruolo chiave da giocare nel tradurre questi documenti in azione per i loro cittadini, rimuovendo le barriere del linguaggio tecnico e applicando i loro messaggi ai contesti locali. I network a livello nazionale e gli scambi che avvengono possono inoltre promuovere l’apprendimento sulle soluzioni che funzionano per creare l’uguaglianza di genere in diversi contesti culturali.

Delle Città per tutti

La città ha molti strumenti che può usare per ottenere l’uguaglianza di genere. I trenta articoli della Carta Europea per l’uguaglianza del CEMR spiegano chiaramente le azioni tangibili che le città possono intraprendere. Come datore di lavoro, la città può dare priorità alla parità di retribuzione, lavoro flessibile, promozioni e carriera per le donne; come fornitore di servizi pubblici può consultare le donne per assicurare che i servizi siano progettati tenendo in conto tutti i bisogni dei cittadini; e come educatore, può giocare un ruolo fondamentale nel smontare stereotipi di genere negativi.

A Lisbona abbiamo imparato che quando apriamo gli occhi troviamo le prove intorno a noi di come e del perché la città è costruita secondo questioni di genere. Abbiamo anche imparato che la città gioca un ruolo chiave ma non può agire da sola. Diventando un intermediario efficiente tra gli obiettivi globali, l’agenda europea, le politiche nazionali e locali, l’attivismo dal basso e le stesse donne, le città possono fare progressi verso città più inclusive per tutti.

Di Jenna Norman e Sally Kneeshaw