You are here

Siena: il coinvolgimento dei cittadini per una città resiliente

Edited on

11 September 2019
Read time: 3 minutes

Di fronte alle avversità, Siena (IT) ha trovato nella mobilitazione, dal basso, dei suoi cittadini, nuovo impulso per il suo sviluppo urbano. Elisa Filippi, del Punto Nazionale URBACT in Italia, spiega come cittadini e Municipalità abbiano contribuito allo sviluppo della città attraverso progetti come l’avvio di un nuovo Community Hub, la rigenerazione delle Valli Verdi e la trasformazione della città, nel 2013, in una delle prime Province “carbon free” in tutta Europa.

Tra tradizioni antiche e finanza mondiale

Su una collina, nel cuore della campagna toscana, Siena è una delle città medievali più famose al mondo. Se ci si trova lì tra luglio e agosto, è possibile ascoltare il tamburìo delle 17 contrade che si allenano in vista del famoso Palio e si ha come la sensazione che il tempo, in questa città considerata patrimonio mondiale dell’UNESCO, non sia mai veramente trascorso. Le contrade sono più di semplici divisioni amministrative: la loro storia risale all’incirca al XII secolo e ogni abitante si sente fortemente legato alla propria contrada considerandola una parte essenziale della propria identità.

 

A piazza del Campo, nel centro storico della città, si trovano uno di fronte all’altro due edifici storici: Palazzo Sansedoni, sede centrale della Banca più antica del mondo, Monte dei Paschi di Siena (MPS), e Palazzo Pubblico, sede del Comune. La storia di questi due edifici è inestricabilmente connessa. L’economia di Siena ha sempre beneficiato della presenza della Banca e della sua Fondazione (FMPS), sviluppando nel corso del tempo una sorta di dipendenza finanziaria “negativa”. Per farsi un’idea dell’impatto che la Fondazione ha avuto sull’economia della città, basti pensare che nel 2009 la FMPS ha finanziato progetti e servizi sul territorio per circa 240 milioni di euro nell’arco di un solo anno.

 

Siena e la sua crisi economica più dura

 

Nel 2010 la Banca è entrata in una profonda crisi, a tal punto che ha licenziato 10,000 dipendenti in sette anni. La crisi bancaria ha avuto forti ripercussioni sull’economia della città, che si è vista ridurre i fondi disponibili. L’incantesimo, che aveva reso Siena uno dei centri più importanti dell’economia mondiale, è svanito lasciando la città di fronte ad una grande sfida: ridisegnare il proprio modello di sviluppo per continuare a prosperare e ad essere competitivi.

 

La risposta della città si è focalizzata principalmente su due concetti: resilienza e comunità.

 

Il Comune e la Provincia hanno promosso “Terre di Siena Green – Pact for Sustainability”, una strategia integrata per lo sviluppo urbano sostenibile, che ha permesso alla città, nel 2013, di diventare una delle prime province “carbon free” in tutta Europa, avendo raggiunto un equilibrio di produzione di riassorbimento del biossido di carbonio del 102%.

 

Impegno civico come motore della ripresa della città

 

Nel momento più difficile per la vita della città, la mobilitazione dei suoi cittadini ha fornito un forte impulso alla sua ripresa.

Alla fine del 2014 un gruppo di cittadini ha avuto l’idea di recuperare la zona delle Valli Verdi, una porzione di territorio urbano ibrido. Infatti il territorio delle Valli è costituito da campi incolti, difficili da raggiungere, che da soli rappresentano il 40% del totale delle aree verdi della città. In seguito ad un’iniziativa dei cittadini, viene fondata l’associazione “Le Mura”, che ha lanciato un processo partecipativo in collaborazione insieme al Comune, all’Università ed altri soggetti che ha portato alla generazione del progetto “Parco delle Mura” con lo scopo di rafforzare la relazione tra il centro storico, la prima periferia e la zona delle Valli verdi. Il progetto è diventato parte degli strumenti di pianificazione urbana. A seguito del successo di questa iniziativa, nel 2015, è stata adottato dalla municipalità il “regolamento dei beni comuni” e l’associazione Legambiente Siena ha siglato un primo “patto di collaborazione” per sviluppare il progetto “Rigenerar_SI”, incentrato sulla riattivazione multifunzionale delle Valli Verdi.

 

L’assessore comunale, Francesco Michelotti, responsabile della pianificazione urbana e dei fondi europei spiega: “Il verde urbano è al centro del nuovo Piano Operativo (che rappresenta il più importante strumento di pianificazione urbanistica) e il progetto delle Valli Verdi è una priorità per l’Amministrazione con lo scopo di recuperare un’area inaccessibile del territorio, ad esempio tramite la realizzazione del passaggio pedonale da Porta Giustizia a Piazza del Mercato. Inoltre, il piano promuove la creazione di un’infrastruttura sistemica e peculiare di verde urbano per l’intera città.”

 

Parlando della visione dello sviluppo futuro di Siena, Francesco Michelotti afferma: “Questo progetto descrive l’identità di Siena, che unisce tradizione e innovazione per valorizzare il suo patrimonio storico unico al mondo.”

 

Rigenerar_SI è un progetto innovativo, dal momento che vede la collaborazione di più di 10 diverse associazioni e prevede fasi di co-progettazione tra l’associazione e la Municipalità per la rigenerazione della zona delle “Valli”. Il progetto si è anche evoluto dal punto di vista finanziario: parte dei fondi verranno forniti dal “Bando Periferie”, lanciato nel 2016 dal governo nazionale, un’altra parte beneficerà delle attività del progetto Urbinat, finanziato dal programma Horizon 2020, che ha come obiettivo principale quello di rafforzare la resilienza della comunità rendendo accessibili terre in disuso e sviluppando un ecosistema di innovazione locale che ruota intorno a soluzioni basate sulla natura (NBS). La visione che si trova alla base di questa strategia si avvicina molto, ad esempio, a quella sviluppata nella città di Potenza (IT), all’interno del network URBACT Resilient Europe, che potrebbe fornire a Siena qualche spunto interessante e lezione utile.

 

Il Community Hub e il rafforzamento dell’innovazione sociale

 

Alla fine del 2017 un altro progetto ha preso il via, grazie all’iniziativa della Fondazione MPS che ha lanciato una campagna d’ascolto per capire come rigenerare uno dei suoi prestigiosi edifici. In seguito a questo percorso, nel 2018, FMPS ha lanciato un bando per la creazione di un Community Hub. Questo incubatore di innovazione sociale mette insieme il settore sociale e quello creativo per sviluppare progetti innovativi, attraverso attività di networking ed un processo di apprendimento comune. Fino ad oggi, più di 30 attori, tra cui ONG, accademie di Belle Arti, imprese sociali e Università, hanno preso parte all’iniziativa. Il progetto del Community Hub è interamente realizzato dalla Fondazione MPS e la municipalità è coinvolta in qualità di stakeholder.

 

Daniele Messina, Capo degli Affari Istituzionali per FMPS, spiega: “Ci interroghiamo spesso su quale sia il ruolo della filantropia. Le Fondazioni lavorano in maniera complementare con le Istituzioni Pubbliche. Ciò che ci differenzia dal pubblico è il rischio, la nostra possibilità e il nostro dovere di assumerci dei rischi – o addirittura di contemplare il fallimento, come nel caso di questo progetto.”

È troppo presto per valutare se questi progetti possano diventare una “buona pratica”, dal momento che lo svolgimento delle attività è ancora in corso. Ad ogni modo, ciò che sembra interessante osservare è la mobilitazione delle risorse del territorio, emersa spontaneamente durante un periodo di crisi, attraverso una mobilitazione dal basso. Questo tipo di processo sembra possibile in contesti dotati di un’elevata qualità delle relazioni sociali tra gli attori pubblici e privati e di un buon capitale sociale.  

 

Da questa prospettiva, ogni progetto di URBACT può essere inteso come una palestra: ogni attore nella città si allena, non solo per raggiungere l’obiettivo specifico della rete URBACT, ma per costruire e consolidare relazioni cooperative che permettono ad una città di crescere durante le fasi positive e di reagire efficacemente nei periodi di crisi.