Sette buone ragioni per partecipare al Festival delle Buone Pratiche URBACT di Bari
Edited on
24 September 2018La seconda edizione del Festival, che avrà luogo a Bari il 28 e 29 settembre, offre notevoli motivi di interesse a diverse tipologie di pubblico. Scopriamo quali sono in sette punti

Le esperienze delle città URBACT raccontate sul nostro sito e nel corso di eventi nazionali ed europei, come il City Festival di Lisbona(link is external) terminato pochi giorni fa, testimoniano quanto i contesti urbani possano offrire motivi di ispirazione ad amministratori, funzionari ed esperti con le storie quotidiana di innovazione prodotte grazie alla collaborazione tra diverse tipologie di attori urbani.
Come punto nazionale del programma URBACT in Italia, crediamo fortemente nel potere di queste storie per orientare città e comuni di ogni dimensione verso la realizzazione di politiche più inclusive e partecipate, capaci di mettere i cittadini al centro di tutti i processi e percepire le città da diversi angoli di visione.
L’organizzazione di un appuntamento annuale come il Festival delle Buone Pratiche, che avrà luogo a Bari il 28 e 29 settembre per la seconda edizione, risponde proprio a questa logica: ispirare, connettere, innovare in maniera collaborativa. Di seguito sette buone ragioni per partecipare al principale appuntamento annuale della comunità italiana di URBACT, tra le più folte e vivaci d’Europa
1) Approfondire i temi al centro delle principali reti europee di città, che anticipano i trend urbani dei prossimi anniI progetti realizzati dalle città italiane con il programma URBACT rappresentano un punto di partenza per approfondire quelle tematiche innovative che spesso faticano a diventare centrali nel dibattito nazionale ma che sono al centro dell’azione quotidiana di migliaia di sindaci in tutta Italia.
Il recupero di luoghi e strutture in disuso o il miglioramento della qualità degli abitanti promuovendo stili di vita sani e spazi pubblici di qualità sono temi centrali nelle azioni di rigenerazione urbana e di inclusione sociale che tante città stanno conducendo in particolare nelle periferie o con un impatto più significativo sulle categorie più deboli di residenti.
Questi temi, al centro di numerosi network URBACT come 2nd Chance, City Centre Doctor o Playful Paradigm, saranno raccontati nel corso del Festival in urban talk che vedranno la partecipazione di sindaci e stakeholder locali, abbinati a esperienze del territorio pugliese e più in generale del Mezzogiorno che metteranno in evidenza come tali iniziative possano essere replicate e messe in rete.
Tematiche innovative, come l’impatto del turismo nelle città o l’uso dei social media per lo sviluppo urbano e la democrazia locale, completano il quadro di un Festival che offre uno spaccato delle soluzioni più interessanti sperimentate dalle città italiane ed europee in ambiti che costituiscono il presente e il futuro delle nostre città.
2) Partecipare al primo momento di confronto pubblico sulla nuova politica di coesione europea
Il negoziato sul prossimo periodo di programmazione europea sta coinvolgendo in questi mesi tecnici ed esperti nella definizione di modelli efficaci di coinvolgimento dei livelli regionali e locali nel periodo 2021-2027. La partecipazione della commissaria europea Corina Cretu al Festival di Bari testimonia l’attenzione verso le esperienze di innovazione realizzate dal basso, da quei contesti locali che hanno utilizzato grazie a URBACT in maniera efficiente le risorse europee per favorire co-progettazione e coinvolgimento civico. Un segnale importante per il dibattito in corso e per il futuro del principale programma europeo dedicato allo sviluppo urbano sostenibile.
La sessione di apertura del Festival metterà a confronto le esperienze di città italiane che hanno preso parte con successo alle reti URBACT, come Napoli, Genova e Rieti, e di città che hanno intrapreso percorsi paralleli di sviluppo e di rilancio urbano, come Arezzo e Cosenza, offrendo un quadro completo delle sfide affrontate in diversi contesti dalle città italiane. A partire da storie concrete di innovazione e partecipazione, avviare un confronto tra istituzioni europee e contesti territoriali tra i più attivi in Europa in materia di partecipazione e coinvolgimento civico, offre spunti utili di riflessione per un dibattito che nei prossimi mesi vedrà sempre più coinvolti gli Stati e le Regioni auspicabilmente in una logica di governance inclusiva e multilivello.
3) Proporre soluzioni sulla gestione dei beni comuni e la partecipazione dei cittadiniA partire dalle esperienze innovative di cura dei beni comuni e dalle strategie per regolare la partecipazione civica realizzate da Torino con Co-City, da Napoli con il regolamento per gli usi civici e da Bologna e Reggio Emilia, Anci ha avviato negli ultimi mesi una riflessione sugli strumenti legislativi e di governance necessari per favorire il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali. Oltre alle esperienze citate in precedenza, le pratiche partecipative sviluppate con URBACT e i suoi Local Group hanno favorito una diffusione forte di tecniche e metodologie condivise e messe in pratica da piccoli e grandi comuni, che proprio a partire da questo hanno iniziato a coinvolgere in maniera sistematica cittadini e stakeholder nei processi decisionali.
A Bari si riunirà per la seconda volta il Gruppo di lavoro su partecipazione civica e beni comuni, promosso negli scorsi mesi da Anci proprio con la volontà di far emergere bisogni e necessità di saperi e di competenze per organizzare al meglio la partecipazione e renderla strategica a tutte le traiettorie di sviluppo condotte dalle città.
Il collegamento tra questo tema e le strategie di innovazione sociale portate avanti da molte città come Milano, Torino e Bari sarà al centro del confronto pubblico sul tema che avrà luogo nell’urban talk di venerdì 28 alle 15 presso Officina degli esordi, mettendo così in evidenza un aspetto centrale nel dibattito sulla partecipazione civica come la creazione di valore dalla cura dei beni comuni intesa non solo come attività di coinvolgimento volontario ma vero attivatore di processi di sviluppo e di crescita per l’intero territorio.
4) Scoprire gli esempi di innovazione realizzati a BariCome già accaduto nel corso della prima edizione del Festival, Bari non sarà solo la cornice dell’evento ma sarà al centro di un vero e proprio confronto continuo tra i temi affrontati e I luoghi della città che ospitano gli eventi della kermesse. Il Teatro Margherita, che ospiterà l’apertura nella mattinata di venerdì 28, riapre in anteprima dopo decenni di chiusura e rappresenta un esempio perfetto di quello sforzo di rigenerazione urbana di un luogo-simbolo della città da trasformare in nuovo, potente attrattore turistico nell’ambito del polo del contemporaneo che incorporerà diverse strutture attorno Piazza Ferrarese, ovvero nel cuore di Bari Vecchia.
Spazio 13 e Officina degli Esordi sono invece i simboli di quell’azione di coinvolgimento di maker e innovatori urbani che stanno contribuendo alla riqualificazione partecipata del quartiere Libertà e al percorso delle reti civiche, capace di coinvolgere negli ultimi mesi i diversi quartieri della città con un modello simile a quello portato avanti in realtà internazionali come Barcellona e Lisbona (partner di Bari nel Transfer network Com.unities.lab). La street fest di Piazza Garibaldi consentirà invece a cittadini e visitatori di riappropiarsi di uno spazio pubblico sottoutilizzato ma centrale per fare comunità e aggregazione, luogo-cerniera tra il centro storico e il quartiere di Libertà che nei giorni del Festival sarà animato da stand, corner per dibattiti e presentazioni di progetti innovativi, lo showcase di Diodato e il dj set finale.
Oltre ai luoghi dell’innovazione, il Festival apre le porte di due spazi tradizionalmente aperti solo ad appassionati di sport e professionisti dell’informazione, come il Circolo della Vela e l’Ordine dei Giornalisti, con due panel dedicati a salute e social media che traducono in senso urbano l’impegno sui rispettivi campi di interesse: un’occasione di aggiornamento e di ispirazione per associati e categorie rilevanti per il dibattito pubblico della città.
5) Conoscere come funziona il programma URBACT e come prendervi parteIl Festival delle Buone Pratiche ha come obiettivo principale quello di rendere comprensibile a diverse tipologie di pubblico l’impatto dei temi urbani per la vita quotidiana dei residenti in città ma anche come gli scambi di conoscenze tra città europee contribuiscano a rendere le amministrazioni locali dei broker di innovazione sul territorio, capaci di coinvolgere cittadini e stakeholder nell’elaborazione di politiche e interventi concreti.
Per favorire la partecipazione sempre più ampia delle città italiane, e in particolare del Mezzogiorno, al programma URBACT si coglie di nuovo l’occasione del Festival per un momento informativo che ripercorre gli elementi principali del principale programma europeo dedicato allo sviluppo urbano sostenibile e le esperienze più interessanti realizzate dalle città pugliesi.
Il laboratorio, organizzato in collaborazione con Regione Puglia e parte del percorso formativo promosso dalla Regione sui principali programmi europei, avrà luogo il 26 settembre alle 15 presso Officina degli Esordi e sarà aperto alla partecipazione di rappresentanti di comuni, università, agenzie, associazioni, esperti e altri soggetti intitolati a partecipare nei Local group dei progetti URBACT, provenienti non solo dalla Puglia ma anche dalle regioni limitrofe.
Oltre a una presentazione generale del programma e delle esperienze realizzate nell’ambito degli Action Planning Network e dei Transfer Network, l’incontro presenterà alcuni esempi concreti d’azione realizzati in questi anni con il programma dai comuni pugliesi, come Bari che è partner di Com.Unities.Lab sui temi dell’innovazione sociale, Adelfia partner di On Stage (network dedicato al ruolo propulsivo delle scuole di musica per l’inclusione sociale) e Lecce che in URBACT II ha lavorato sul tema delle città universitarie con UniverCities.
6) Fare rete con i principali attori del mondo dell’innovazione urbana in Italia e in EuropaIl Festival di Bari si sta imponendo negli ultimi anni come uno dei punti di riferimento per quella comunità di practitionner e innovatori urbani che si confronta ogni giorno con i temi della partecipazione civica e dello sviluppo urbano sostenibile a livello locale ma si alimenta degli spunti che provengono dal confronto costante con quanto avviene nel resto d’Italia e d’Europa.
Animare una community affiatata di amministratori, tecnici e appassionati del tema è la priorità che l’Anci ha portato avanti negli ultimi anni nello svolgimento del suo ruolo di National URBACT Point, soprattutto in occasione dei tanti eventi nazionali promossi proprio per fare squadra tra persone che possono condividere soluzioni condivise a sfide comuni.
Oltre ai momenti di confronto nei panel tematici, gli incontri organizzati nel corso del Festivl servono anche a riaffermare la solidità di un gruppo di città, che ogni anno attira new entry e si pone come un’avanguardia silenziosa e concreta di innovazione capace di testimoniare al meglio in Europa il valore aggiunto dato dalla tradizione italiana sui temi dellurbanità e del coinvolgimento civico.Un ruolo propulsivo anche su scala nazionale, capace di animare il dibattito su una pluralità di temi, dalla gestione dei beni comuni alle periferie, portando temi e approcci innovativi ricavati dal confronto con altre realtà europee.
7) Riappropiarsi degli spazi pubblici della città con concerti e street fest
Il Festival costituisce per baresi e non un’occasione significativa di riscoperta della città, soprattutto del suo lato creativo visibile nelle attività artistiche e culturali sparse ai quattro angoli della città. Tali attrattive si abbinano spesso a quei luoghi dell’innovazione, come Spazio 13 e Officina degli Esordi, simbolo dell’attenzione verso creativi e innovatori che stanno riconnettendo la città a processi di crescita avviati na grandi città europee e mondiali.
I momenti di convivialità e le attività informali promosse nell’ambito del Festival, come il concerto di Diodato del 28 settembre o l’aperitivo finale di Officina degli Esordi del 29 mattina, rappresentano occasioni di dialogo tra mondi diversi e di scoperta di un volto inatteso della città, che non smette di sorprendere il visitatore e rende il Festival un’esperienza professionale e umana che resta nel cuore.
Simone d’Antonio
Submitted by sdantonio on