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Sei temi per attuare la Nuova Agenda Urbana nelle città italiane grazie a URBACT

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19 May 2017
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Con l’aumentare delle popolazioni urbane è sempre più chiaro che tutte le sfide del nostro tempo e soprattutto le soluzioni più interessanti trovano posto proprio nelle città, non solo a livello nazionale o europeo ma globale. 

Lo scorso ottobre a Quito, in Ecuador, si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III proprio per ridisegnare la Nuova Agenda Urbana, documento di fondamentale importanza per tracciare le politiche di promozione dello sviluppo urbano sostenibile nei prossimi vent’anni. Frutto di un lungo lavoro di negoziato tra gli Stati membri dell’Onu, il documento approvato a Quito contiene impegni importanti sulle azioni da portare avanti a livello globale per combattere problemi come la povertà urbana, la disoccupazione giovanile, l’inquinamento, il cambiamento climatico e molti altri. Attraverso tale documento sono stati infatti fissati gli standard da raggiungere nei prossimi decenni, a partire da un ripensamento del modo in cui si costruisce, gestisce e vive la città. Un nuovo modello di governance urbana, resiliente e sostenibile, è il cuore della Nuova Agenda Urbana, e si basa su una forte e attiva collaborazione tra tutti gli attori componenti una società: dal pubblico al privato, alle istituzioni, alle università e ai centri di ricerca e alla società civile, a partire dalle associazioni fino ai singoli cittadini.
Ogni paese declinerà l’impegno per l’attuazione della Nuova Agenda Urbana in maniera diversa e il tema sarà al centro dell’Urban Breakfast organizzato il 25 maggio a Forum PA da UN-Habitat in collaborazione con il National Urbact Point dell’Anci.
La correlazione con l’esperienza delle città Urbact sottolinea ancora una volta quanto siano proprio le città che mettono in pratica i principi dello sviluppo urbano sostenibile attraverso il confronto con altri contesti urbani europei a guidare l’azione delle città italiana nell’attuazione della Nuova Agenda Urbana, da realizzarsi non solo attraverso una politica urbana nazionale ed europea ma soprattutto a partire dagli interventi concreti portati avanti da amministrazioni locali e stakeholder sui territori.
Qui di seguito sei temi della Nuova Agenda Urbana su cui le città italiane di Urbact stanno già impegnandosi attraverso i network europei di cui fanno parte
 

 

La cultura come strumento di sviluppo urbano

In base a quanto stabilito dalla Nuova Agenda Urbana, la cultura e la diversità culturale rappresentano degli importanti strumenti di sviluppo e crescita urbana, che permettono ai cittadini di giocare un ruolo attivo e strategico in queste iniziative. Viene anche messo in evidenza il fatto che la cultura possa rappresentare un importante stimolo a stabilire nuovi patti e consumi volti a promuovere un uso intelligente del patrimonio culturale ereditato.

Il network Urbact INT-HERIT, di cui fanno parte otto città europee tra cui l’italiana Mantova, ha come obiettivo proprio quello di rivitalizzare il settore culturale locale in contesti di crisi e ricambio istituzionale. Attraverso processi di progettazione condivisa e scambio di strategie sostenibili, le città stanno realizzando modelli innovativi nel campo del management del settore culturale. Mantova, nello specifico, sta collaborando con la città rumena Alba Iulia e altre città europee attive nel campo della promozione culturale e turistica.
Anche la città di Ravenna grazie al network Urbact CREATIVE SPIRITS, di cui fanno parte altre otto città europee, sta puntando sull’industria culturale per favorire rigenerazione e crescita urbana, apportando dei miglioramenti ai propri piani d’azione ad essa connessi, consapevole del potenziale del settore, in grado di creare nuovi posti di lavoro e benessere diffuso sul territorio.

 

Il lavoro come fonte di opportunità nelle città

Tra i vari obiettivi che si pone la Nuova Agenda Urbana, vi è quello di fare delle città dei luoghi capaci di garantire un futuro lavorativo ai suoi abitanti.

Bologna, insieme ad altre sei città europee, grazie al network Urbact JobTown2 sta sviluppando nuovi modelli per combattere la disoccupazione giovanile. Ciascuna città partner del progetto sta collaborando con gli imprenditori locali, le comunità, scuole al fine di individuare delle soluzioni a tale fenomeno e fare della propria città un luogo di opportunità e sogni.
Siracusa con TechTown sta puntando sullo sviluppo dei distretti dell’innovazione per proseguire il lavoro avviato con Genius Open e rendere le nuove tecnologie elementi decisivi per la creazione di nuova occupazione e per la realizzazione di una smart city umana e inclusiva.
 

 

La mobilità urbana come cardine di uno sviluppo urbano sostenibile

Altro aspetto della città del futuro su cui dover lavorare secondo la Nuova Agenda Urbana è la mobilità urbana. Quest’ultima, infatti, come sottolinea anche la Commissione Europea, gioca un ruolo fondamentale all’interno del contesto urbano, ragione per cui ciascuna città necessita di un sistema di trasporti funzionale ed efficiente.

Palermo, grazie al network Urbact CityMobilNEt e in collaborazione con altre dieci città europee, sta sviluppando un nuovo piano di mobilità urbana più sostenibile ed accessibile a tutti, attraverso processi di co-progettazione durante i quali svolgono un ruolo molto importante i gruppi locali Urbact.

Anche Parma, aderendo al progetto Urbact FreightTails, ha definito e approvato un nuovo Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Le soluzioni elaborate dalla città prevedono ad esempio la realizzazione di trasporto merci nel centro storico attraverso sistemi che ricalcano il sistema usato da Uber, il consolidamento di strumenti tecnologici e app sulla logistica, e un maggiore utilizzo delle biciclette per il trasporto merci.

 

L’inclusione sociale come chiave per una città giusta ed equa

Il modello di città delineato e promosso dalla Nuova Agenda Urbana è un modello di città inclusivo, con al centro il cittadino e le sue capacità, senza alcun tipo di distinzione di età, razza, religione o sesso.

Si tratta di una città che rispetta i diritti umani e che offre ai rifugiati un trattamento umano e rispettoso: Messina su questo ha molto da insegnare. La città siciliana, infatti, fa parte del network Urbact Arrival Cities e si sta dedicando all’accoglienza dei migranti che sbarcano o transitano sul suo territorio. Si sta focalizzando, in particolar modo, sulla seconda accoglienza dedicata ai minori stranieri non accompagnati, realizzando dei partenariati con associazioni sportive e laboratori professionalizzanti ed elaborando dei percorsi personalizzati.

Altre città italiane che stanno sperimentando nuove strategie di inclusione e lotta contro la povertà urbana sono Napoli e Torino, grazie al network Urbact URBInclusion. Anche Forlì, all’interno del network Urbact CHANGE! sta ridisegnando i propri servizi pubblici assieme ai cittadini con l’obiettivo di trasformare il sistema da un modello top-down ad uno più collaborativo.

 

Gli spazi pubblici come luoghi di aggregazione e inclusione sociale

La Nuova Agenda Urbana attribuisce molta importanza agli spazi pubblici, riconoscendone il carattere inclusivo e comunitario e, per tale ragione, definisce alcune caratteristiche che dovranno essere propri di questi spazi, degli spazi cioè inclusivi, sicuri, accessibili e curati. Un elemento centrale di quel “diritto alla città” al centro di un forte negoziato tra gli stati lungo il processo di Habitat.

Molte città italiane stanno già portando avanti progetti di rigenerazione urbana: ne è un esempio Casoria, partner del network Sub>urban, che a partire da studi, azioni concrete e collaborazioni con le altre città partners sta ripensando le proprie periferie e spazi abbandonati in chiave sostenibile e inclusiva. Napoli e Genova, con il progetto 2nd Chance, stanno ridando nuova vita a luoghi ormai abbandonati e in conseguente stato di abbandono. Anche Piacenza, partner del network MAPS- Military Assets as Public Spaces, attraverso degli incontri con la cittadinanza, sta immaginando come riconvertire una vecchia area militare. Anche San Lazzaro di Savena, Ercolano e San Donà di Piave stanno realizzando azioni di riconversione partecipata, rispettivamente con i network ReGeneration e City Centre Doctor, attraverso incontri con la cittadinanza, eventi e la costruzione di strutture multifunzionali.

 

L’innovazione come elemento decisivo per la crescita dell’intero contesto urbano
Un obiettivo molto importante che si è posta la Nuova Agenda Urbana è quella di sviluppare un modello di economia urbana più attiva, sostenibile, inclusiva e più competitiva, a partire dal patrimonio culturale e dalle risorse di cui gode ciascun territorio.

È un obiettivo che stanno cercando di raggiungere anche alcuni networks URBACT di cui fanno parte anche delle città italiane, con un focus particolare sui temi dell’innovazione. È il caso, ad esempio, di Genova e Palermo che con il network Interactive Cities stanno promuovendo l’utilizzo dei social media come strumento di governance condivisa e modalità di crescita dei settori dell’ICT in città. Rendere l’innovazione un elemento centrale per la crescita turistica, nel caso di Genova, o per la riqualificazione del sistema di mobilità urbana è un elemento importante per sostenere l’azione di innovatori, startupper e social media manager per la crescita urbana.
Torino, partner del progetto In Focus, mira a sviluppare delle nuove politiche urbane aventi il fine di rafforzare e creare nuove attività economiche nei settori locali principali, attraverso dei momenti di dialogo e condivisione delle strategie e dei risultati ottenuti con le altre città europee, anche esse partner del network. Cesena, grazie al network AGRI-URBAN, invece, sta cercando di rilanciare il settore agricolo per combattere la crisi economica, a partire da piccole iniziative che stanno avendo un forte impatto e che si basano su forti alleanze tra agricoltori, tra agricoltori, innovatori e imprese agricole, coinvolgendo anche i policymakers dato il loro ruolo decisivo nel disegnare le politiche alimentari.
I millennials sono invece al centro di GEN-Y City, il progetto che punta a favorire a Bologna e Genova la piena inclusione dei più giovani nei settori più innovativi dell'economia, per renderli protagonisti della crescita urbana attraverso politiche pubbliche di qualità e sostegno all'imprenditoria innovativa. 

 

Benedetta Gillio