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Placemaking, le azioni delle città URBACT italiane alla Settimana europea di Valencia

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10 June 2019
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I punti nazionali di Italia e Spagna organizzano un workshop sulle esperienze delle città URBACT nell'ambito del principale evento europeo dedicato al placemaking

Le esperienze di placemaking e gestione condivisa degli spazi pubblici realizzate nell’ambito dei network URBACT saranno al centro di uno dei panel dell’European Placemaking Week, che avrà luogo a Valencia dal 12 al 15 giugno. Le città italiane e l’Anci, punto nazionale del programma per l’Italia, tra i protagonisti del panel del 13 giugno, che si inserisce nell’ampio programma di evento del festival dedicato ai temi dell’innovazione negli spazi pubblici.

L’European Placemaking Week, organizzata tra gli altri da La Marina de Valencia in sinergia con STIPO e Placemaking Europe, si svolge in collaborazione con il Creative Bureaucracy Festival, celebrando la connessione tra governance innovativa delle città e sviluppo condiviso del tessuto urbano.

Innovazione e placemaking, burocrazia creativa, condivisione open source delle pratiche di placemaking, città del futuro e waterfront urbani sono i temi al centro dell’edizione 2019 del Festival che vedrà la partecipazione di oltre 400 placemakers tra cui amministrazioni locali, funzionari pubblici, innovatori, grandi e piccole aziende che condivideranno le migliori pratiche e creeranno nuove conoscenze tramite laboratori interattivi.

Anci e Paisaje Transversal, punti nazionali rispettivamente per l’Italia e la Spagna del programma URBACT, hanno organizzato un workshop che punta alla condivisione degli approcci più innovativi emersi dall’azione di città come San Donà di Piave (che sarà rappresentata dal sindaco Andrea Cereser) San Sebastian, Igualada e Medina del Campo nel quadro della partecipazione delle città alle reti. Lo scopo della sessione è quello di presentare, spiegare e discutere con i partecipanti i diversi risultati e le metodologie apprese durante i processi di citymaking e placemaking all’interno dei network. Le città URBACT condurranno tavoli di lavori con la tecnica del World Cafè e in tale contesto avranno l’occasione di dare visibilità ai progetti sviluppati nell’ambito delle reti transazionali mettendo in risalto quali sono stati i fattori di successo e il valore aggiunto che tali progetti di gestione condivisa degli spazi pubblici hanno avuto sulle città e sui residenti.

Il workshop di giovedì 13, interamente dedicato al metodo URBACT e all’impatto sui piani d’azione locali, non sarà l’unica occasione di confronto che nel l’ambito della Placemaking week coinvolgerà le città URBACT, che avranno la possibilità di discutere e condividere le proprie esperienze nel tavolo di lavoro sull’innovazione urbana organizzato nella giornata di venerdì 14, che vedrà anche la partecipazione di importanti città europee come L’Aia, Rotterdam e la stessa Valencia.

La partecipazione per le città Italiane URBACT è gratuita e richiede la registrazione all’evento sulla pagina tematica di Evenbrite.

Il metodo di lavoro partecipato e trasversale tipico dell’approccio URBACT ben concretizza i principi che alimentano l’approccio del placemaking che sarà al centro del festival. Il placemaking si può infatti definire sia come una pratica che come un modo di pensare, dotato di una portata rivoluzionaria nel guardare all’attività di pianificazione e gestione degli spazi pubblici da un’angolazione diversa che mette al centro gli stessi cittadini che vivono quegli spazi. L’obiettivo del placemaking è quello di creare un modello di sviluppo urbano che trovi il suo traino in attività bottom-up, guidati dalla comunità locale che crea così un processo collaborativo, socialmente e culturalmente inclusivo, flessibile e multidisciplinare.

Il modello, diffuso a livello internazionale, è stato teorizzato a partire dal 1975 dall’organizzazione no-profit newyorkese Project for Public Spaces che ha deciso di fare della promozione e diffusione del placemaking il suo cavallo di battaglia. La sua missione consiste proprio nell’offrire aiuto alla cittadinanza attiva che è interessata alla creazione di spazi pubblici vivibili e di qualità, realizzati appunto attingendo alle conoscenze dirette della stessa che vive quei luoghi e che conosce le proprie esigenze.