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I social media e le città: Genova e Palermo a confronto con l’Europa grazie a Interactive Cities

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21 June 2017
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Le modalità di interazione tra cittadini e pubbliche amministrazioni nel quadro delle politiche locali di innovazione al centro del network che punta a proporre in maniera strutturata un tavolo di confronto fra città e stakeholder nazionali e globali per rendere i social un elemento di crescita democratica, sociale ed economica per i territori

Vista dai touch screen del Laituri, innovativo urban center posizionato nella centralissima piazza di Kamppi a Helsinki, la capitale finlandese appare come un’infinita rete di puntini e flussi di dati che segnalano al visitatori l’impatto delle strategie di innovazione e cambiamento urbano adottate nei vari quartieri della città. Abbinare uno spazio fisico con mostre e sale per incontri con cittadini e stakeholder locali a uno spazio digitale, costituito da quella rete di account social, app e aggregatori di open data che compongono l’intricato ecosistema dell’innovazione digitale locale, è una delle intuizioni che ha contribuito a rendere sempre di più Helsinki un punto di riferimento per esperti e amministrazioni di tutta Europa che intendono attrezzarsi per replicare un’esperienza di successo fortemente ancorata a un modo di concepire e governare i cambiamenti urbani. Tutto nel nome della collaborazione e dell’interazione, ovviamente. Non è un caso che le città del network Urbact Interactive Cities abbiano scelto proprio la capitale finlandese come meta per la prima study visit del progetto che si focalizza sul ruolo di social media e app per avvicinare cittadini e pubbliche amministrazioni, nel quadro del meeting transnazionale di Tartu (seconda città dell’Estonia) dedicato ai temi della condivisione di obiettivi e strategie social all’interno delle istituzioni locali per la realizzazione di piani integrati d’azione.
 



Nell’ambito del processo comune a tutti i network di Urbact, la rete guidata da Genova che vede tra i partner Palermo, Parigi, Ghent, Lisbona, si sta focalizzando sulla realizzazione di strategie integrate di comunicazione social, capaci di innovare quelle già adottate dalle città o di avere un impatto più in generale sul sistema locale dell’innovazione.
Gli esempi forniti dalla strategia di digitalizzazione diffusa adottata in Estonia negli ultimi quindici anni o dalla combinazione tra trasparenza dell’azione amministrativa e crescita economica a Helsinki (con gli esempi raccolti in questo reportage) si inquadrano proprio nella direzione di una sempre maggiore integrazione tra diversi livelli e innovazioni tecnologiche.
Il rafforzamento del dialogo tra piattaforme diverse, tra sistemi proprietari e canali Facebook, Twitter e Snapchat istituzionali o privati, tra open data e flussi social, rappresenta la sfida numero uno per le amministrazioni di Helsinki e Tartu, come dei rispettivi governi nazionali. L’integrazione fra sistemi ritenuti innovativi soltanto pochi anni fa e rapidamente superati dall’avvento dei social media pone nuove sfide in termini di fruibilità di app e sistemi, come il celebre Open Ahjo che a Helsinki geolocalizza le decisioni di consiglio e giunta comunale per favorire un maggiore coinvolgimento civico, proprio a partire da quelle che sono le piattaforme maggiormente utilizzate dai cittadini, e in particolare dal target giovanile riguardato da numerosi di questi interventi.
 



In una città che conta novemila nuovi residenti all’anno, con potenti piani di innovazione e rigenerazione urbana, come nell’area di Kalatasama che si prepara a diventare uno dei quartieri più smart del mondo, risulta chiaro quanto l’utilizzo diffuso dei social media possa diventare un elemento fondamentale per favorire il coinvolgimento dei cittadini in tutte le fasi delle strategie di pianificazione e cambiamento urbano, così da intercettare per tempo bisogni e criticità.
 

 



Le 70mila segnalazioni, molte delle quali su temi urbanistici, gestite ogni anno attraverso i sistemi digitali dalla città di Helsinki testimoniano una voglia di partecipare e interagire a tutti i livelli, senza contare commenti e reazioni sui social media che ancora non sono riconosciuti a Helsinki come reazioni “ufficiali” e legittime di cui tener conto nell’ambito delle consultazioni pubbliche lanciate attraverso le piattaforme digitali proprietarie dell’amministrazione locale. Favorire l’integrazione tra queste piattaforme dando piena dignità non solo informativa ma anche “interattiva” ai social media per una piena partecipazione digitale rappresenta anche per la capitale finlandese una nuova frontiera verso una amministrazione social, che riconosca anche all’attivismo digitale un ruolo decisivo per la crescita urbana.

 

 

 



In che modo però le amministrazioni locali possono accompagnare questo cambiamento? Il tema della condivisione di tecniche e modalità innovative di dialogo con i cittadini, a partire dal rafforzamento della conoscenze su ICT e sistemi open source da parte dei funzionari comunali attraverso training continui, è la chiave per rendere le strategie di innovazione digitale non solo un benchmark verso l’esterno ma una priorità per tutti coloro che lavorano nell’ente locale: “esplodere” il know how sulle nuove tecnologie all’intera amministrazione, senza bisogno di concentrare in un unico dipartimento tutte le conoscenze tecniche, ha consentito ad Helsinki di rendere davvero diffusa e condivisa la conoscenza tecnica accumulata negli anni, elemento trasversale di crescita e miglioramento delle policy.
 



Condividere il cambiamento all’interno delle amministrazioni pubbliche, favorendo un utilizzo diffuso di tecnologie disponibili e aperte a tutti come quelle offerte dai social media, rappresenta forse uno dei fronti maggiormente sfidanti per le città di Interactive Cities, impegnate in questi mesi a condividere al loro interno e con gli stakeholder locali un piano d’azione integrato. Il piano sarà in primo luogo una strategia social aggiornata e diffusa, che tenga conto degli obiettivi strategici di ciascuna città nonché dell’evoluzione tecnologica che rende necessario allargare il campo a una gestione integrata non solo di social conosciuti come Facebook e Twitter ma anche di piattaforme come Telegram, Whatsapp, Snapchat o altre ad esempio per la promozione turistica su mercati globali, come VKontakte in Russia o Weibo e le altre piattaforme Tencent in Cina.
 

 

 

 

Genova è un esempio perfetto di questo bisogno di internazionalizzazione che parte proprio dai social media per costruire uno storytelling urbano condiviso e capace di coinvolgere sia gli attori urbani che i turisti giunti solo per qualche giorno in città. Il coordinamento social messo in atto già da qualche anno con i social media manager e i responsabili della comunicazione dei principali attori coinvolti nell’accoglienza turistica (dall’Aeroporto al Porto Antico passando per il sistema museale e gli altri attori culturali) si ritrova nel Local Group affiancato da attori del mondo dell’innovazione, dell’associazionismo e persino dai rappresentanti di Genoa e Sampdoria, le squadre di calcio cittadine che rappresentano ben più di un semplice biglietto da visita internazionale per la città.
La capacità di coinvolgere un’ampia rete di attori, maturata negli anni anche grazie all’esperienza di City Logo, costituisce un elemento creativo importante per l’esperienza genovese in Urbact, che si incrocia a quella di indagine sul tema del digitale e del ruolo dei millennials per la crescita urbana portato avanti con l’adesione a Gen-Y City. Rendere i social e le nuove tecnologie un elemento trasversale per la crescita urbana, convogliando energie e visioni da ambiti quanto mai svariati, contribuirà a migliorare il modo in cui la città sviluppa le sue azioni quotidiane di promozione turistica, con un occhio alla crescita dei nuovi mercati di riferimento come la Russia e la Cina. Anche Palermo sta collegando l’azione dei due progetti Urbact di cui è partner, Interactive Cities e CItyMobilNet, creando economie di scala ma soprattutto focalizzando l’utilizzo dei social media su uno dei temi principali di dibattito urbano, ovvero la mobilità. L’utilizzo diffuso dei sistemi social per l’infomobilità, favorendo l’interazione con gli utenti e il dialogo con piattaforme indipendenti come Mobilita Palermo, rappresenta l’obiettivo principale della partecipazione al network di Palermo, che si configura sempre di più come un laboratorio di valore nazionale per lo sviluppo di soluzioni innovative in materia di mobilità e digitale. Il tutto a partire da un rapporto forte tra amministrazione cittadini e innovatori locali, come avviene nel caso del progetto Horizon dal titolo Mobility Urban Values, avviato poche settimane fa e che vede in qualità di lead partner il gruppo di giovani innovatori sociali Push che favorirà il dialogo tra Palermo, Amsterdam, Barcellona, Fundao, Ghent e Helsinki sui temi dell’innovazione e dei trasporti.
Legare diverse fonti di finanziamento e co-progettazione all’utilizzo di nuove tecnologie sul fronte della mobilità urbana costituisce un orizzonte concreto per Palermo, che può affermarsi nei prossimi anni sempre di più come un campo di sperimentazione per l’intero Mediterraneo, guidando processi di crescita sul fronte del service design non solo per il Mezzogiorno ma anche per le altre medie e grandi città della sponda sud del Mediterraneo.
 



Le sperimentazioni portate avanti dalle altre città del progetto Interactive Cities presentano anch’esse motivi importanti di interesse per esplorare le multiformi possibilità legate all’uso dei social nei contesti urbani. Parigi rappresenta senza dubbio una delle città più vibranti in termini di pratiche social, sia sul fronte della promozione turistica (basta dare un’occhiata al profilo Twitter ufficiale della città, vero e proprio biglietto da visita globale della città) che della crescita democratica e partecipativa (buona parte del dibattito sul bilancio partecipativo intreccia utilizzo dei social per la promozione di piattaforme proprietarie che ospitano forum e spazi per avanzare proposte e priorità. La promozione del piccolo commercio di prossimità, e in particolare di botteghe storiche e negozi che restituiscono attrattività ad arrondissement posti fuori dai tradizionali circuiti turistici, è al centro dell’azione portata avanti dalla partecipata comunale Semaest, che con l’iniziativa CoSto sta promuovendo sulle principali piattaforme social media gli esercizi commerciali che aderiscono alla sua azioni di promozione integrata, che vede i proprietari protagonisti di uno storytelling innovativo dei quartieri, a partire anche dal miglioramento delle loro capacità digitali. Integrare l’utilizzo dei social media a piattaforme che favoriscono il commercio a distanza o la promozione di scontistiche e iniziative particolari (come quelle contro lo spreco di cibo) sono orizzonti concreti di sperimentazione per Parigi nel corso delle attività di Interactive Cities.
Mettere l’ecosistema social a servizio di una comunicazione integrata che favorisca la partecipazione nei quartieri al centro di nuova pianificazione urbanistica è la priorità rimarcata da Murcia che con la riqualificazione di Santa Eulalia sta sperimentando un uso diverso e innovativo delle nuove tecnologie, coinvolgendo sia i livelli politici che l’intera amministrazione, intenta a razionalizzare policy e strategie che mettono l’ICT al cuore di un progetto complessivo di rilancio urbano.
Lisbona punta invece sui social media e sullo sviluppo di nuove piattaforme proprietarie per favorire l’interazione tra residenti e turisti, favorendo l’impegno civico di cittadini e associazioni riunite nel Comitato di Sviluppo Locale che vede l’amministrazione comunale come uno degli attori. La quantità di azioni portate avanti negli ultimi anni per la rigenerazione dei quartieri in crisi, da Alfama a Mouraria fino a quelli posti fuori dal centro su cui si focalizzerà la nuova edizione del programma Bip/Zip, necessitano di un solido ancoraggio sui social media per rendere tali azioni parte del racconto di innovazione e crescita diffusa di una delle città più vibranti d’Europa al momento.
 



I social non solo come argomento tecnico o per smanettoni ma come driver di crescita diffusa, strumento di dialogo costante tra persone e categorie diverse, elemento di democraticità locale e di crescita condivisa: la dimensione urbana dell’agire digitale si incrocia all’attuale dibattito globale su limiti e potenzialità di strumenti controversi ma necessari. Analizzare i trend tecnologici dei prossimi anni e l’evoluzione delle modalità di interazione social rappresenta la sfida più ambiziosa che attende le città di Interactive Cities, che dall’incontro con i player cercheranno sempre di più riscontri e indicazioni utili nei prossimi mesi per avviare strategie social davvero condivise con i cittadini e capaci di tenere assieme le ultime innovazioni proposte dagli attori globali del settore. Le città nuove platee social? Molto probabilmente sarà proprio da questo tipo di confronto che saranno definite le funzionalità civiche e le modalità di interazione del futuro promosse da Facebook, Twitter o Whatsapp.

Simone d’Antonio