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Cinque lezioni che ci portiamo a casa dopo il primo incontro nazionale delle città URBACT

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03 June 2017
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Takeways della due giorni di incontri a Roma in occasione di Forum PA e Biennale dello Spazio pubblico, organizzate da Anci in qualità di National Urbact Point e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Per la prima volta tutte le città italiane del programma Urbact si sono incontrate a Roma per due giorni di confronto sui temi dei progetti, in occasione di Forum PA e Biennale dello Spazio Pubblico. Il vasto programma di attività del 25 e 26 maggio è stato occasione per un dialogo concreto su come dare concretezza alle decine di azioni e progetti che stanno emergendo nelle diverse città italiane.
A partire da questi progetti numerosi programmi italiani e internazionali si legano a quanto avviene nei nostri contesti urbani, facendo delle città Urbact le prime ad attuare concretamente i principi della Nuova Agenda Urbana e a mettere in collegamento progettualità e risorse provenienti da Piano Città, Piano Periferie, Horizon Lighthouse e altri programmi nazionali e europei.
Qui di seguito alcuni degli elementi emersi dagli incontri della due giorni romana, che ha offerto alle città, al National Point e ai Ministeri suggerimenti utili per proseguire in maniera concreta la collaborazione tra livelli nazionali, locali ed europei nei prossimi mesi.
 

Una azione più coordinata tra i diversi livelli e tra le città per dei risultati concreti

Un aspetto su cui più volte le città si sono soffermate e di cui hanno sottolineato l’importanza e l’efficacia è la capacità e il dovere, per certi aspetti, delle città italiane di fare rete tra loro, al fine di ottenere risultati concreti e migliori. Fare rete nel senso di organizzare più spesso incontri simili, di conoscenza e scambio, che permettano alle città di apprendere nuove metodologie e modelli da cui prendere spunto per implementare nuove politiche pubbliche urbane sostenibili e mirate al benessere collettivo, sia economico che sociale. Fare rete significa crescere insieme e diffondere un modello di governance inclusiva e collaborativa, che fa parte del DNA del programma europeo URBACT e dei progetti che sta portando avanti.

Senza le città è impossibile attuare la Nuova Agenda Urbana

Nel corso della Urban Breakfast sono stati illustrati i punti salienti della Nuova Agenda Urbana, stilata a Quito lo scorso ottobre, la cui implementazione è in via di definizione in questi mesi. Il contenuto di tale documento si aggancia perfettamente a quanto stanno cercando di realizzare le città italiane attraverso i network Urbact, ovvero costruire delle città a misura d’uomo e in grado di affrontare le sfide del domani. Di conseguenza, è evidente, come le città siano chiamate a svolgere un ruolo determinante per l’implementazione della Nuova Agenda Urbana, a partire dalle buone pratiche che stanno già portando avanti.

La collaborazione con i cittadini come strumento decisivo per uno spazio pubblico di qualità

Molte delle esperienze presenti hanno al centro attività di rigenerazione e riqualificazione di spazi urbani in stato di abbandono e degrado al fine di trasformarli in luoghi aperti e funzionali alla cittadinanza. A tal proposito, è stato più volte sottolineato sia dagli esperti che dalle città l’importanza di coinvolgere i cittadini e collaborare con essi in modalità nuova. Il cosiddetto diritto alla città, contenuto nella Nuova Agenda Urbana, prevede un nuovo modello di città, basato su una forte alleanza tra pubblico, privato e la comunità tutta. Un nuovo senso di comunità, di cui hanno fortemente bisogno i nostri comuni, passa e si costruisce, infatti, anche attraverso questi interventi di rigenerazione urbana, creando dei luoghi stimolanti e divertenti.

Il Local Group come strumento permanente di coinvolgimento civico

Il programma Urbact prevede che le città, durante i processi di co-progettazione e implementazione dei Piani d’Azione Locale, siano affiancate da dei gruppi locali, che svolgono una funzione di supporto e facilitazione tra i vari soggetti coinvolti all’interno del progetto. Rappresentano, dunque, un importante punto di riferimento e strumento di lavoro per le città, che hanno manifestato il loro interesse affinché diventino, insieme alla co-progettazione, degli strumenti basici di pianificazione urbana dato il ruolo fondamentale che svolgono e le competenze che hanno.

La riqualificazione urbana come strumento per innovare

Gran parte delle esperienze presentate durante le due giornate avevano al centro attività di rigenerazione urbana di luoghi in stato di abbandono e conseguente degrado al fine di restituirli alla comunità e con la stessa immaginare la loro nuova destinazione, sia economica che sociale. Non si tratta semplicemente di attività di riqualificazione, di messa a posto di un luogo, quanto invece di uno strumento in grado di innovare: un esempio tra i tanti è quello di San Donà di Piave, dove le attività di rigenerazione sono finalizzate al tempo stesso a risolvere la disoccupazione giovanile, e più in generale molte esperienze Urbact attestano come la riqualificazione siano uno strumento di innovazione sociale, capace di riattivare il senso di comunità in quartieri centrali e periferici delle nostre città.

Benedetta Gillio