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Città, vita urbana e musica: “An URBACT-inspired playlist ‘bout the cities”

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21 July 2022
Read time: 5 minutes

di Daniele Terzariol, Urbact ad-hoc expert e Assessore alla Rigenerazione Urbana, Città di San Donà di Piave (VE)

Le città sono realtà complesse, fonte d’ispirazione progettuale e Urbact le supporta per rigenerarle. Sono anche, spesso, il punto di partenza o di approdo di molti artisti. A seguito del primo appuntamento comunitario in presenza dopo due anni di stop forzato – appuntamento che si è tenuto all’Urbact Festival di Parigi Pantin dal 14 al 16 giugno 2022 – qui di seguito vi proponiamo un viaggio sonoro per scoprire alcune canzoni ispirate alle città, suggellando un inedito parallelismo tra i temi collegati ai testi estratti ed i partenariati che Urbact ha sviluppato.

“An URBACT-inspired playlist ‘bout the cities” è raggiungibile e ascoltabile al seguente link: https://spoti.fi/3DwiO2c

Arcade fire – The suburbs (da “The suburbs”, 2010, Mercury Records)

“In the suburbs, I

I learned to drive

And you told me we'd never survive

Grab your mother's keys, we're leaving

You always seemed so sure”

I canadesi Arcade Fire producono questa canzone, per il loro terzo disco, ricordando l’espansione incontrollata del territorio urbano negli anni ’80: sono anni di aspirazioni borghesi, di villette a schiera, di lottizzazioni seriali. E ne fanno, di questo quadro, una metafora di malessere, di un’esistenza votata alla corsa capitalistica che è destinata ad arrestarsi, ma anche di un’età irripetibile, che per loro coincide con una scintillante adolescenza. Dal testo emergono nitide le immagini di anni trascorsi nel quartiere residenziale gentrificato, tra il parchetto, il market e la scuola. C’è un senso di fine e di nostalgia, che è forse anche la conclusione di un’epoca e di una classe sociale, di un’economia e delle sue abitazioni. “The suburbs” è un concept album dedicato ai sobborghi, allo sprawl e alla decadenza dei disegni urbani della città.

Urbact lavora assiduamente su progetti di rigenerazione dei vuoti urbani e di quartieri/città alla ricerca di una propria identità, riunendo stakeholder, amministrazioni e adottando sperimentazioni urbanistiche tramite il placemaking, per uno sviluppo più sostenibile. Qualche esempio? I network iPlace, Thriving Streets e Tourism Friendly Cities così come City Centre Doctor, di cui San Donà di Piave è stata capofila, in un partenariato di 9 città che hanno lavorato sul tema della riqualificazione del centro, sul city branding e la riattivazione di luoghi sottoutilizzati. Il progetto è stato utile non solo per sancire la definizione del programma di progressiva pedonalizzazione della città ma anche per istituire il Comitato Urban Local group A’ncora che ad oggi collabora con l’amministrazione, ad esempio, per l’organizzazione di eventi e seminari sul tema della rigenerazione. L’ULG è sostenuto attivamente dall’Amministrazione con fondi propri del bilancio comunale.

(vista aerea di file di case nel tratto suburbano di Centerville, Maryland; foto di Edwin Remsberg/Remsberg Inc.)

Kevin Morby – City music (da “City music”, 2017, Dead Oceans)

“Oh, that city music
Oh, that city sound
Oh, how you're pulling my heart strings and
Oh, let's go downtown”

City Music di Kevin Morby rappresenta quello che si ascolta quando si cammina attraverso la città, da soli, persi nel nostro mondo personale. È un pezzo che parte intimo ma che si apre in respiri new wave. L’album è una sorta di sonorizzazione delle città, oltre i rumori urbani, è il racconto di come i centri città siano attraversati dal suono che loro stessi producono, da una musica lunga, vibrante, ciondolante. Le città di Morby sono vive, ognuna dotata di una propria naturale vibrazione, ognuna con un suono distinguibile.

La musica può essere un forte driver di cambiamento sociale e inclusione. Da questa consapevolezza è nato, ad esempio, il progetto “OnStage”, guidato dalla municipalità di Hospitalet de Llobregat (SPA); il progetto ha offerto agli abitanti di Hospitalet la possibilità di accedere a corsi di musica per principianti e non, coinvolgendo le scuole primarie e creando uno spazio di coesione sociale, affrontando problematiche locali come l'esclusione, la disoccupazione giovanile e l'abbandono scolastico. La buona pratica è stata poi esportata in molti comuni, tra cui Adelfia, in Italia, dove ha messo radici l’iniziativa “Music’n’play”.

(un ottetto di archi, fiati e corno francese si esibisce in una strada; foto di Kimberly Paynter/WHYY)

M83 – Midnight city (da “Hurry up, we’re dreaming”, 2011, Emi Records)

“Waiting in the car

Waiting for the ride in the dark

At night the city grows

Look at the horizon glow

Waiting in the car

Waiting for the ride in the dark

Drinking in the lounge

Following the neon signs

Waiting for a word”

Gli M83 sono una band francese di sei elementi, esecutori di un perfetto dream-synth-pop. Midnight city è uno degli episodi migliori dell’album “Hurry up, we’re dreaming” e racconta di un viaggio in notturna attraverso la città, nel tempo sospeso in cui tanti degli abitanti dell’urbano riposano e altri, invece, vivono i locali che costellano i marciapiedi, illuminati dalle insegne al neon, sgargianti di luce. La canzone ci ricorda che ogni città assume molte vesti e si comporta diversamente, calato il sole oltre l’orizzonte.

La città del divertimento creativo e quella notturna sono tematiche sviluppate dal progetto Gen_Y City: negli ultimi decenni i giovani hanno scelto sempre più di vivere nelle aree urbane, mentre la quota di residenti anziani nelle città è generalmente diminuita. Tuttavia, l'impatto dei livelli salariali e dei diversi tassi di disoccupazione in Europa ha portato i giovani a trasferirsi principalmente nelle grandi città. In questo senso la rete di Gen_Y City ha provato a sviluppare, attrarre e trattenere i giovani talenti locali, in particolare i talenti creativi della GenerazioneY (ovvero le persone nate tra il 1980 e il 2000) all'interno di città di ogni dimensione. Le politiche della notte sono al centro anche del progetto UIA ToNite, guidato dalla città di Torino e finanziato nell’ambito della quarta call del programma sul tema Urban Security, nato dalla volontà di analizzare i fenomeni sociali urbani derivanti dalla percezione di insicurezza, per affrontarli attraverso soluzioni multidisciplinari volte a migliorare la vivibilità degli spazi pubblici nelle ore serali e notturne.

Matt Berninger – Take me out of town (da “Serprentine prison, 2020, Concorde Records)

“Wake me
Take me out of town to the end
Of any road that you wanna go down
Make me
Make me listen all the way
To the end of any road”

Berninger è il leader e frontman di una delle migliori band in circolazione, gli americani The National. Berninger non conosce pausa e, in un anno in cui il gruppo ha deciso di fermarsi, ha prodotto “Serpentine prison”, album in solitaria di ballate e storie autorali che iniziano leggere e fioriscono lentamente. Take me out of town è forse il momento più alto del disco e anche quello più derivativo dal suono dei The National. Matt Berninger, decadente, esistenzialista e sempre perfettamente elegante imbastisce una canzone al pianoforte che ci porta fuori dalle mura sicure di una casa, per camminare lungo i marciapiedi che conducono ai confini di ogni città.

Scoprire le realtà suburbane e incamminarsi verso il perimetro esterno della città ci fa avvicinare a corridoi e cinture verdi, luoghi ecosistemici di vita animale e vegetale. Luoghi dove vengono anche prodotti e trasformati alimenti per il consumo umano. La transizione verde e le politiche di contrasto al climate change invitano ad un generale ripensamento della catena di produzione e alla necessità di promuovere un passaggio verso sistemi alimentari soprattutto locali e regionali. FOOD CORRIDORS incoraggia le città del network verso l’impegno nella progettazione di piani alimentari che si estendano dalle aree urbane e periurbane attraverso collegamenti urbano-rurali. Questo approccio valorizza la generazione di luoghi di produzione e consumo fondati sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Un altro esempio? La buona pratica BEE PATH, transfer network Urbact, la cui logica è molto semplice: le api sono il miglior indicatore di un ambiente sano. Il progetto "città amiche delle api" affronta le sfide dell'urbano, della biodiversità e dell'autosufficienza alimentare legate all'apicoltura attraverso approcci integrati e partecipativi, per sviluppare e attuare soluzioni efficienti utili al mantenimento di ambienti salubri. Ed infine un altro transfer network, quello di BioCanteens#2 che mira a garantire la distribuzione di pasti scolastici sostenibili nelle città partecipanti come leva risolutiva per lo sviluppo di un approccio agroalimentare locale integrato, proteggendo sia la salute dei cittadini che l'ambiente.

(l'apicoltura come metodo per promuovere la biodiversità urbana; foto di Dan Kitwood/Getty)

Talking heads – The big country (da “More songs about buildings and food”, 1978, Sire Records)

“I see the whitecaps
A baseball diamond, nice weather down there
I see the school and the houses where the kids are
Places to park by the factories and buildings
Restaurants and bar for later in the evening
Then we come to the farmlands, and the undeveloped areas
And I have learned how these things work together
I see the parkway that passes through them all
And I have learned how to look at these things”

Le pulsazioni metropolitane della band di Brian Eno emergono energiche in questo episodio del 1978. È il primo capolavoro dei Talking Heads, precursori del fenomeno new wave. I tremolanti paesaggi quasi psichedelici della canzone ci descrivono gli elementi di una brulicante città, estesa, densa e carica di stimoli visivi. È la città – anche – delle contraddizioni, è il clevage città/campagna della teoria di Rokkan, quello delle fratture sociali e delle tensioni di periferia. Ma è anche la città delle risorse da rinnovare, riusare, convertire.

Il progetto "Global goals for cities" è una rete pilota e un partenariato strategico volto ad accelerare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda2030 in 19 città dell'UE, attraverso l'apprendimento tra pari e la pianificazione di azioni integrate. L’action planning network URGE, acronimo di "Città edificabili circolari" (circUlaR buildinG citiEs), è una rete di pianificazione per azioni basate sull'economia circolare nel settore delle costruzioni, uno dei principali settori di consumo di materie prime; l’attuazione dei principi dell'economia circolare in questo settore, piuttosto lacunosa, trova risposta in URGE, che riunisce nove città e i loro stakeholder per imparare gli uni dagli altri come sviluppare politiche urbane integrate che supportino l’economia circolare nelle attività di costruzione, contribuendo allo sviluppo e alla nascita di città sostenibili.

The Rolling Stones – Living in a ghost town (singolo, 2020, Polydor Records)

“I'm a ghost
Livin' in a ghost town
I'm goin' nowhere
Shut up all alone
So much time to lose
Just starin' at my phone”

Non v’è bisogno di descrizioni prolisse per inquadrare il fenomeno The Rolling Stones. La band di Jagger imbastisce questa traccia durante il lockdown del 2020 dopo averne abbozzato il testo in una sessione pre-covid del gruppo. Living in a ghost town è una traccia blues-rock, con inserti funky, ritmata, un piccolo inno che vuole liberarsi dalle misure di distanziamento. Come svela il testo stesso della canzone, lì dove prima dominava il rumore della città, ora, nel tempo dello stallo forzato regnano silenzio e calma, in una situazione di irrealtà cristallizzata che rimanda ai quadri delle piazze italiane del pittore De Chirico.

(Giorgio De Chirico, Mistero e melanconia di una strada, fanciulla con cerchio, 1960, Museo Carlo Bilotti, Roma)

La ripresa delle città post-Covid passerà per il tramite di azioni e attività culturali che riportino la popolazione a vivere i luoghi dello spazio pubblico. Questo è anche uno degli scopi della rete “Access” per cui la cultura gioca un ruolo preminente nel trovare soluzioni ai complessi problemi delle metropoli urbane. Otto capitali europee collaborano a politiche culturali inclusive per dare e fare cultura per e con tutti i cittadini, garantendo massimo accesso ad essa. Space4People, altro transfer network capitanato da Bielefeld (GER) si occupa dell'uso dello spazio pubblico, lavorando in particolare sul tema del trasporto pubblico locale, importante strumento per connettere le città, svincolandole dall’utilizzo massivo di auto e lasciando spazio alla progressiva pedonalizzazione dei centri storici, per creare luoghi della città attraenti e un programma di mobilità urbana sostenibile a sostegno di tali spazi pubblici. Space4People adotta un approccio incentrato sul cittadino valutando qualità e carenze, sviluppando visioni future e testando possibili soluzioni per lo spazio pubblico nelle nostre città. Uno spazio che sia davvero a dimensione di uomo.

Il viaggio sonoro prosegue qui: https://spoti.fi/3DwiO2c

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