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Il futuro dell'Agenda Urbana per l'UE: una panoramica sui nuovi sviluppi promossi dall’Accordo di Lubiana

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03 January 2022
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Tutte le novità per le città introdotte dal nuovo Accordo di Lubiana approvato nell'ambito della Presidenza slovena dell'UE

Cos’è l’Agenda Urbana dell’Unione Europea?

L’Agenda Urbana Europea è un’iniziativa, avviata nel 2016 attraverso il Patto di Amsterdam, con lo scopo di riunire città, Stati membri, organi e associazioni nazionali e sopranazionali all’interno di partenariati tematici dedicati allo sviluppo urbano sostenibile, per migliorare la legislazione, garantire un accesso più agevole ai finanziamenti e una più ampia condivisione delle conoscenze sulle questioni oggetto di interesse.

Cosa sono l’Accordo di Lubiana e il relativo Programma di lavoro pluriennale?

Di fronte alle nuove sfide globali, sempre più complesse e interconnesse, i ministri dell'UE responsabili per le questioni urbane hanno adottato l'Accordo di Lubiana e il relativo Programma di lavoro pluriennale, il 26 novembre 2021, dando il via alla nuova fase di sviluppo dell'Agenda Urbana Europea. L’Accordo riafferma l’assetto del Patto di Amsterdam, richiamando coerenza e coesione tra le precedenti e attuali forme di cooperazione; accanto alla dichiarazione politica, infatti, il Programma di lavoro pluriennale si propone di illustrare i parametri operativi, il metodo di lavoro e le fasi di attuazione dell’Accordo, supportando il lavoro degli organi nazionali ed europei nell’avvio e implementazione degli interventi per il periodo 2022-2026.

Su cosa si basa l’Accordo di Lubiana?

"Migliore regolamentazione, migliori finanziamenti e migliore conoscenza" sono i tre pilastri dell’Accordo, che, secondo quanto stabilito all’interno della dichiarazione politica, dovranno necessariamente coordinarsi con gli altri programmi europei ed internazionali di sviluppo urbano sostenibile (17 Global Goals, Habitat III,  the European Green New Deal, the European Digital Strategy, the European Pillar of Social Rights, the Renovation Wave, the New European Bauhaus Initiative, the Next Generation EU, the Cohesion Policy, Horizon Europe’s Mission for 100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030 ed, infine, the Long-term Vision for Rural Areas). Il pilastro "migliore regolamentazione" si occupa di allineare le priorità dell’Agenda Urbana con il panorama normativo dell'UE, al fine di garantire azioni efficaci e tempestive a livello sia nazionale che sopranazionale; il pilastro “migliori finanziamenti”, invece, garantisce alle autorità urbane un più ampio accesso, una semplificazione, una gestione ed un corretto utilizzo dei diversi strumenti di finanziamento; il pilastro "migliore conoscenza", infine, facilita lo scambio di conoscenze ed esperienze tra i partner dei partenariati per realizzare politiche urbane efficaci, sensibilizzando i responsabili politici sulle sfide che le autorità cittadine devono affrontare.

Quali sono i temi prioritari di Agenda Urbana Europea? Quali quelli dei nuovi partenariati?

Inclusione dei migranti e dei rifugiati, qualità dell'aria, povertà urbana, housing, economia circolare, posti di lavoro e competenze nell'economia locale, adattamento al clima (comprese le infrastrutture verdi), transizione energetica, uso sostenibile del territorio e soluzioni basate sulla natura, mobilità urbana, transizione digitale, appalti pubblici innovativi e responsabili, cultura e patrimonio culturale e sicurezza negli spazi pubblici sono i quattordici temi prioritari di Agenda Urbana Europea.

A questi, già in essere, se ne aggiungeranno altri quattro:

  • Cities of Equality: nonostante un’ormai alta attenzione al tema della protezione dei diritti dei cittadini, persistono disuguaglianze basate su sesso, età, disabilità, orientamento sessuale e identità di genere, etnia e status di migrante, il che costituisce un enorme ostacolo all'inclusione sociale, obiettivo trasversale dell’Agenda Urbana. Si interverrà, pertanto, su istruzione, partecipazione al mercato del lavoro, fornitura di servizi, sicurezza, pianificazione urbana e progettazione di spazi pubblici accessibili e sicuri per mitigare le ineguaglianze esistenti. 
  • Food: la produzione, il consumo e la distribuzione di cibo sono al centro dell'economia e sono allo stesso tempo legati a complesse sfide sociali ed ecologiche. Le autorità locali rappresentano, infatti, gli attori chiave nella catena di approvvigionamento alimentare e la sfida sarà proprio quella di creare sistemi di produzione, consumo e distribuzione equi e sostenibili. 

  • Greening Cities: le città lottano in prima linea contro il cambiamento climatico e per la tutela della biodiversità; negli ultimi anni, molte località sono state oggetto di frequenti inondazioni, siccità, ondate di calore, eventi di pioggia intensa e altri rischi legati al riscaldamento globale, soffrendo degli effetti dovuti all'inquinamento dell'aria, alla scarsità di acqua e alla crescente insicurezza alimentare. Bisognerà, allora, sviluppare interventi volti a creare nuove aree verdi nelle città, ridurre l'inquinamento atmosferico, purificare l'acqua e arrestare la perdita di biodiversità, per migliorare la salute fisica e mentale dei cittadini.

 

Sustainable Tourism: le città hanno sempre più a che fare con problemi di turismo non regolamentato che ha portato a conseguenze negative sulla qualità della vita dei residenti delle località turistiche. Allora, si dovranno introdurre azioni volte a gestire il fenomeno dell’overtourism, a garantire una maggiore sostenibilità, a favorire la digitalizzazione e l’utilizzo strumentale dei dati, anche a fronte delle nuove esigenze legate al COVID-19.

 

 

 

I temi prioritari verranno rivisti nel 2023, collegandoli alla nuova Carta di Lipsia, alle priorità politiche dell'UE, al lavoro dei precedenti partenariati, alle varie agende globali e alle altre tendenze di intervento urbano emergenti e i primi progetti pilota partiranno nel 2022, nell’ambito di Greening Cities e Soustainable Tourism. A tal riguardo, si può ricordare l’iniziativa lanciata da Firenze, all’interno del partenariato Culture & Cultural Heritage, per la gestione dei flussi turistici attraverso un’App (Feel Florence), che si occupa di notificare ai visitatori i siti maggiormente affollati e di suggerire loro percorsi turistici alternativi, in un’ottica di maggiore sostenibilità.

Qual è lo strumento di cui l’Agenda Urbana si serve per far dialogare le città? Quali le principali novità?

I partenariati rappresentano lo strumento principale, ma non più esclusivo, di attuazione dell'Agenda Urbana Europea. Oggi le sfide globali richiedono un approccio multilivello e multisettoriale, che combini interventi locali e regionali in un’ottica di sostenibilità. L'Agenda Urbana è, infatti, vista come esempio virtuoso di governance multilivello, che ha permesso e permetterà alle città di affrontare direttamente sul campo le sfide odierne e di proporre azioni congiunte di miglioramento della regolamentazione, del finanziamento e dello scambio di conoscenze. I partenariati, pertanto, verranno avviati a partire da una proposta su un tema prioritario o su un gruppo di temi predeterminati da parte delle città, regioni e/o da altri soggetti interessati, la quale verrà poi sottoposta ad una Valutazione ex-ante (una delle novità più significative dell’Accordo), di cui si occuperanno congiuntamente Commissione e Stati membri: l’obiettivo principale è quello di permettere il dispiegamento di un approccio pragmatico, efficace e orientato ai risultati, che miri a fornire ai soggetti del partenariato, anch’essi selezionati in base a requisiti stringenti fissati all’interno della procedura, un aiuto a ottimizzare la cooperazione multilivello e a definire l’ambito di competenza tecnica e procedurale dei vari partner. A questo modello di collaborazione se ne aggiunge un altro: infatti, qualora si richieda un intervento mirato su un pilastro, una questione specifica e/o un gruppo di temi trasversali, si ricorrerà a forme di cooperazione multilivello e multistakeholder (OFC), che, data la loro struttura più agile rispetto ai partenariati, consentiranno la sperimentazione di nuove metodologie d’azione.

Le Direzioni Generali della Commissione Europea, inoltre, faciliteranno lo scambio precoce e informale di opinioni su questioni di regolamentazione all’interno dei partenariati. Al contempo, le varie partnership dovranno utilizzare le opportunità di feedback disponibili a livello europeo, come le consultazioni pubbliche, per far conoscere le loro opinioni sulle politiche e la legislazione dell'UE alla Commissione europea e all’opinione pubblica. In aggiunta, al fine di sostenere i leader europei, nazionali e locali nella definizione di ulteriori spinte all’evoluzione di Agenda Urbana e nella divulgazione delle azioni condivise a livello europeo, si terrà, ogni due anni, un Forum delle città, che riunirà tutti i livelli di governance e rappresenterà l’occasione perfetta per discutere e confrontarsi sui progetti e le prospettive di sviluppo urbano integrato e sostenibile.

Quali impegni dovranno mantenere i vari membri all’interno dei partenariati?

Tutte le parti coinvolte nei partenariati hanno il compito di:

  • Assicurare il progressivo sviluppo dell'Agenda Urbana attraverso attività di supporto dedicate alle future partnership;
  • Garantire continuità e coerenza tra le presidenze sulle questioni urbane;
  • Utilizzare la cooperazione intergovernativa esistente e gli organi decisionali per facilitare e migliorare il dialogo politico sulle questioni urbane;
  • Permettere il coinvolgimento paritario delle città di tutte le dimensioni;
  • Migliorare il coordinamento tra Agenda 2030, i quadri politici urbani nazionali, Agenda Urbana Europea e la dimensione urbana della politica di coesione.

In conclusione, l’Accordo di Lubiana, insieme al Programma di lavoro pluriennale, va a delineare un piano coerente di sviluppo urbano sostenibile, che porta Enti Locali, Città, Stati, Regioni, organizzazioni nazionali, europee ed internazionali a dialogare e ricercare soluzioni condivise sulle questioni oggetto di intervento.

Cosa cambia per le città dopo l’approvazione dell’Accordo di Lubiana?

All’interno dell’Accordo di Lubiana c’è una forte attenzione all’inclusione delle città di piccole e medie dimensioni per renderle partecipi delle nuove forme di cooperazione multilivello: infatti, l’inclusione e il coinvolgimento attivo di queste realtà verranno prontamente incentivate nei prossimi Partenariati tematici, a partire dalle novità sopra ricordate.

Il processo di implementazione dei vari programmi dovrà così raggiungere il più ampio numero di città e stakeholder possibile; pertanto, stimolare la partecipazione dei piccoli e medi contesti urbani ai processi di Agenda Urbana sarà essenziale per progredire sui nuovi obiettivi in tema di sviluppo urbano integrato e sostenibile. A tal riguardo, all’interno del Programma di lavoro pluriennale, sono stati forniti alcuni suggerimenti:

  • I partenariati o OFC dovranno prendere in considerazione, quando pertinenti, le sfide delle città di piccole e medie dimensioni;
  • La partecipazione delle associazioni nazionali che rappresentano i governi locali e regionali dovrebbe essere ulteriormente incoraggiata dagli Stati membri per mettere in luce le problematiche, ma anche le potenzialità delle città di piccole e medie dimensioni;
  • I criteri di selezione dei partner dovrebbero motivare i piccoli e medi contesti urbani a partecipare a nuove forme di cooperazione;
  • Le sfide affrontate dalle città di piccole e medie dimensioni potrebbero essere specificamente affrontate nelle future forme di cooperazione multilivello;
  • Le città che sono già state coinvolte nei primi partenariati dovrebbero accompagnare quelle di piccole e medie dimensioni nel processo di sviluppo;

Inoltre, il Comitato delle Regioni, il CCRE, Eurocities ed Eurotowns potranno essere degli attori strumentali al coinvolgimento delle città con meno risorse e competenze e potranno proporre soluzioni per ridurre i costi di partecipazione: ad esempio, parte delle riunioni del partenariato o dell'OFC potrebbero essere online, per abbattere i costi del viaggio, oppure si potrebbe prevedere un sostegno aggiuntivo per incrementarne le risorse disponibili (come il superamento delle barriere linguistiche o attività di outreach).

Di seguito i link per consultare i due documenti programmatici:

https://eurocities.eu/wp-content/uploads/2021/11/Ljubljana-Agreement.pdf

https://eurocities.eu/wp-content/uploads/2021/11/Multiannual-Working-Programme-UAEU.pdf

Alessandra Moroni