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Il digitale che fa crescere le città: la ricetta di Tech Town per Siracusa

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06 December 2017
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Reportage fra le esperienze innovative di partecipazione realizzate a Siracusa con il network Tech Town per rendere il digitale motore della creazione di nuova imprenditorialità e servizi per i cittadini

Se in generale è difficile trovare esempi concreti di come l’innovazione tecnologica possa davvero migliorare la vita dei residenti urbani, l’esperienza portata avanti negli ultimi da Siracusa grazie a Urbact suggerisce quanto il digitale possa davvero costituire un elemento decisivo per ridurre le diseguaglianze e favorire un vero coinvolgimento degli abitanti attorno alle principali sfide urbane.
Il modello sperimentato a partire dal 2013 con il Pilot network di Urbact II Genius Open, che ha promosso il trasferimento della filosofia dell’open innovation a diversi contesti attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini e la realizzazione di proposte emerse dal dialogo online e offline, viene riproposto in questi mesi con successo in città grazie alla partecipazione a TechTown, il network di città medie europee di Urbact III che si concentra sulle strategie urbane per la creazione di nuova occupazione a partire dal digitale.
In una realtà complessa come quella di Siracusa, che aveva fatto del coinvolgimento attivo degli abitanti della periferia della Mazzarrona l’elemento distintivo della sua presenza in Urbact, la questione dell’innovazione digitale non può essere slegata dalle istanze sociali che colpiscono sia il centro che le aree suburbane. La necessità di attirare nuovi investimenti e di creare nuovi posti di lavoro, differenziando la propria economia rispetto a Catania e alle altre città siciliane, costituisce una priorità per arrestare il declino di una città che da un lato vive un aumento delle presenze turistiche mentre dall’altro permangono i problemi cronici dei tassi elevati di disoccupazione e della scarsa cultura imprenditoriale.

Sostenere la creazione di un ecosistema digitale a partire da proposte e progetti concreti emersi nel confronto con cittadini e stakeholder locali è l’obiettivo che Siracusa intende raggiungere per allinearsi a quanto stanno realizzando le altre città del network guidato da Barnsley ma anche per dare continuità al lavoro avviato con la piattaforma Genius Open, che ha replicato il modello di York basato sul lancio di sfide a una community online, sviluppando poi le idee migliori in workshop frontali.
Mentre in passato le sfide riguardavano interventi e azioni concrete per il miglioramento delle periferie, con Tech Town si sta cercando di coinvolgere cittadini e imprese nello sforzo di innovazione dei servizi comunali così da far emergere nuovi servizi e iniziative da co-progettare e realizzare nei prossimi anni.
Il digitale diventa così sistema per favorire una partecipazione attiva, un ascolto delle esigenze concrete delle persone e un attivatore di contatti e connessioni per orientare le strategie future della città a partire dalla necessità tangibile di creare imprese innovative e sviluppo per l’intera comunità.

 

 

La connessione tra la pianificazione integrata e la realizzazione di interventi concreti era già decisamente marcata in passato, con la realizzazione di iniziative come la Casa delle donne o la progettazione preliminare di piste ciclabili, orti urbani e percorsi di parkour: tutti progetti co-disegnati con i cittadini e inseriti nel piano d’azione locale di Genius Open e inseriti poi in programmazioni successive, come il Piano Periferie. Interventi innovativi che diventano parte integrante dell’azione dell’amministrazione locale, come spiega l’assessore alle politiche educative e all’informatizzazione Roberta Boscarino.

Perché Siracusa sta dando sempre più attenzione al tema del digitale?
L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini e modernizzare la macchina amministrativa. Stiamo lavorando con diversi settori della città per avviare ad esempio lo sportello edilizia e per ridurre i tempi di attesa delle pratiche proprio grazie a sistemi digitali. Parallelamente cercheremo di migliorare la qualità di vita di cittadini e imprese in modo da cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie a diversi settori dell’economia a partire dal coinvolgimento diretto della cittadinanza. La partecipazione al network Genius Open ha costituito un precedente importante e la cittadinanza aveva partecipato in maniera massiccia alla scelta della sfide, che sarà sviluppata con il Piano Periferie, inducendo a orientare l’azione del progetto interamente sulle periferie della città.

In che modo la partecipazione a TechTown può produrre un nuovo effetto moltiplicatore di innovazione a Siracusa?
La creazione di opportunità lavorative e l’informatizzazione sono elementi tangibili che dimostrano come l’utilizzo delle economie digitali possa contribuire a ottimizzare le competenze e a crearne di nuove all’interno della città. Nel contempo puntiamo a migliorare i servizi, riducendo le tempistiche. Da questa piattaforma successivamente saranno lanciate delle sfide aperte ai cittadini chiedendo quali servizi pubblici innovativi sono necessari in città. Le proposte pervenute saranno analizzate e quelle selezionate saranno realizzate concretamente, trasformandosi in progetti che potranno attirare nuovi fondi per la città.

Quali sono le principali aspettative che intendete soddisfare a partire dal progetto?
Ci aspettiamo che i cittadini ci chiedano di introdurre nuovi servizi ma anche di migliorare l’erogazione di quelli esistenti a partire dalle piattaforme digitali, che possono contribuire a snellire notevolmente le procedure attuali. L’opera di informatizzazione è già in cantiere e servizi come la richiesta della nuova carta d’identità elettronica dal portale del Comune o rendere fruibile lo Sportello unico edilizio dalla nostra piattaforma digitale sono già in cantiere. Gran parte della popolazione riesce già a usufruire dei nostri canali informatici, al momento non possiamo pensare di riuscire a coinvolgere davvero tutti ma grazie al progetto puntiamo a migliorare la comunicazione verso tutti.

 

 

Come rendere più accessibile ai cittadini la comunicazione sui servizi resi dal comune? Quale servizio pubblico vorresti ricevere tramite internet, su smartphone o pc? Quali opportunità offerte dal digitale possono rafforzare le imprese di Siracusa? Sono queste le domande che stanno animando in questi mesi il dibattito tra cittadini, esperti e associazioni coinvolte nei lavori del Gruppo d’azione locale di Tech Town, che si configura come un vero e proprio laboratorio di discussione e di proposta che evidenzia criticità e potenzialità legati allo sviluppo del digitale nei contesti urbani italiani, e in particolare del Mezzogiorno.
La mancanza di una forte digital literacy, un’educazione al digitale capace di delineare pratiche, azioni e scenari concreti a partire da un’applicazione avanzata delle ICT, e la fragilità del sistema imprenditoriale locale sono elementi di fondo affrontati in maniera proattiva, delineando linee progettuali e azioni che individuano e provano a risolvere le vere sfide del territorio.

 

 

Non è banale il coinvolgimento di un soggetto apparentemente inusuale come la Fondazione di Comunità Val di Noto, che ha finanziato oltre duecento progetti negli ultimi anni avviando al lavoro decine di ragazzi del territorio e portando alla creazione di nuove imprese. Coniugare il tema dell’economia sociale e sostenibile a quello dell’utilizzo innovativo del digitale rappresenta un contributo originale che Siracusa porta alla discussione europea delle città tech. Ripartire dai bisogni delle persone per non lasciare nessuno indietro: solo così il digitale può superare l’usurato modello della smart city attraverso il rafforzamento dell’infrastruttura sociale, ovvero favorendo la partecipazione di tutta la comunità ai progetti.
La vivacità del tessuto associativo e del Terzo Settore nei diversi quartieri della città è testimoniato dalle tante risposte pervenute alle sfide lanciate finora da Tech Town.

Rendere la pubblica amministrazione più trasparente a partire dalla realizzazione di un portale web per la distribuzione di open data, incentivando la creazione di nuove imprese che utilizzino tali dati per creare servizi capaci di dare valore aggiunto all’intero territorio è una delle idee emerse dal confronto con cittadini e imprese, che chiedono più informazione sui servizi erogati dal Comune in favore degli attori economici del territorio a partire proprio dall’uso del digitale. L’idea, sviluppata nell’ultimo tavolo di confronto pubblico sulla sfida riguardante la pubblica amministrazione trasparente, potrà essere implementata a partire da un confronto fra i responsabili degli sportelli comunali per l’edilizia e le attività produttive e le associazioni di categoria, facendo emergere criticità e bisogni in maniera proattiva e concreta.
La creazione di un ecosistema digitale a base culturale, capace di organizzare in un unico contenitore digitale tutta l’offerta culturale cittadina e il patrimonio storico e architettonico è un’altra delle proposte emersa sul fronte dell’uso del digitale per la promozione turistica mentre la creazione di diverse app viene auspicata per assicurare l’erogazione tramite smartphone di servizi di infomobilità o dei servizi disponibili per le categorie deboli, dalle opportunità di impiego fino allo sportello rosa digitale, come suggerito da una pluralità di associazioni come Auser, Arci, L’arcolaio, Forum del Terzo settore, Rete centro antiviolenza, solo per citarne alcune.

 

 

La necessità di accedere al meglio a quell’ecosistema informativo che vede l’amministrazione comunale come elemento centrale rappresenta l’esigenza maggiormente condivisa da cittadini e stakeholder, che stanno giungendo nel loro percorso partecipativo a conclusioni simili rispetto a quelle dei gruppi locali di altri network Urbact, uno fra tutti Interactive Cities che vede Genova e Palermo come capofila e partner, incentrati su temi simili riguardanti l’impatto del digitale sulle comunità locali.
Come sottolineato anche in precedenza, il lavoro di Siracusa si poggia su basi solide e anche le innovazioni tecnologiche rilanciate tra un progetto Urbact e l’altro contribuiscono ad offrire nuove modalità di relazione con i cittadini, utili per la creazione di legami di comunità e opportunità di sviluppo sociale ed economico. In una città di 122mila abitanti i circa seimila iscritti al servizio di Whatsapp comunale rappresentano già un principio di community innovativa da cui è possibile riscrivere i rapporti tra cittadino e PA in maniera collaborativa e concreta. A dimostrazione che le amministrazioni locali devono essere dove sono i cittadini, soprattutto se si tratta del livello più prossimo come quello che amministra una strada, una piazza o un quartiere.

Simone d’Antonio