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IN FOCUS visto dalle città: l'intervista al consigliere per la pianificazione strategica Dimitri De Vita

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13 November 2017
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Fare scelte prioritarie e governance multilivello sono aspetti fondamentali di un approccio  di specializzazione intelligente. Quindi, ottenere un forte sostegno da parte dei politici e di altri decisori politici di primo piano, è particolarmente importante quando si promuove l'agenda urbana sullo sviluppo economico dell'impresa sotto tale concetto di politica. Questa è una serie di brevi interviste condotte dall’esperto Miguel Rivas di InFocus a sindaci, consiglieri comunali e dirigenti delle città che fanno parte della rete URBACT InFocus-Smart Specialization a livello di città.

Torino città metropolitana è l'ex amministrazione della provincia che è stata trasformata in una nuova autorità metropolitana dalla legge nazionale nel 2014, servendo una popolazione di 2,3 milioni. La stessa riforma amministrativa è stata applicata nelle principali agglomerazioni urbane d'Italia, che rappresenta una grande spinta per il Paese verso la governance metropolitana. Come funziona questo processo?

L'istituzione delle Città Metropolitane può rappresentare un'importante opportunità per migliorare la governance territoriale e multilivello. Tuttavia, la riforma non è stata ben progettata e, al momento,non è efficace nel creare le condizioni per il miglioramento del quadro istituzionale e politico italiano.

Un primo motivo è legato all'elenco delle città individuate dalla legge n. 56/2014 come città metropolitane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Messina, Trieste, Reggio Calabria, Cagliari). Queste città sono profondamente diverse nella loro dimensione e nell'organizzazione territoriale per sollevare dubbi sulla logica sulla quale sono state selezionate.
La seconda questione riguarda i confini territoriali delle aree metropolitane, che sono stati stabiliti dalla legge nazionale, coincidendo con i confini dell'ex provincia. Ma nella maggior parte dei casi, come Torino, i territori provinciali sono molto lontani ad essere aree urbane funzionali, in quanto comprendono ampie aree rurali e montane.

La terza, e la più importante questione, riguarda le risorse umane ed economiche. Alle città metropolitane li sono state assegnate ulteriori competenze e responsabilità, ma il loro personale è stato ridotto del 30% attraverso la stessa riforma, e le restrizioni di bilancio contenute nel patto di stabilità li obbligano a contribuire fortemente a ridurre la spesa pubblica, riducendo notevolmente il loro budget.

Nonostante i problemi e i limiti imposti dalla riforma nazionale, credo che, con sufficienti risorse, la città metropolitana possa rappresentare ancora uno strumento utile per migliorare la governance territoriale e multilivello e per promuovere lo sviluppo socio-economico, interpretando le nuove esigenze dell'economia e della società e lanciando progetti di grande impatto in modo da promuovere la posizione delle aree metropolitane italiane all'interno della rete delle città globali. Per quanto riguarda l’area di Torino, la città metropolitana, per esempio, può svolgere un ruolo importante nella promozione dell'innovazione e della crescita economica, aumentando la cooperazione e il coordinamento tra le municipalità.

Il profilo economico di Torino è stato sottoposto a una trasformazione significativa negli ultimi decenni, passando da una città mono-industriale a un ecosistema sempre più orientato all'innovazione e diversificato. Nel 2016, la città è arrivata la seconda in classifica del European Capital of Innovation Awards. Tuttavia, per molti, Torino è ancora la "capitale della FIAT". Quali dinamiche industriali diverse da quelle automobilistiche, consolidate o emergenti, si possono trovare oggi a Torino?

Negli ultimi 20 anni, Torino ha subito profondi cambiamenti economici e fisici, con il risultato che oggi la sua economia è caratterizzata da una forte diversità e dalla crescente importanza dei settori legati all'economia basata sulla conoscenza. Inoltre, la coesistenza delle attività manifatturiere convenzionali insieme alle nuove tendenze ha portato allo sviluppo di una gamma di nuovi servizi commerciali, strettamente legati alle esigenze dinamiche delle aziende moderne.

Nonostante la zona mantenga una forte connotazione industriale, l'importanza del settore manifatturiero è notevolmente diminuita: la quota dei dipendenti in produzione è diminuita dal 39% al 30% negli ultimi 15 anni. Oggi, oltre all'industria automobilistica, altri settori manifatturieri importanti sono quello l'aerospaziale e il TIC. Altri settori emergenti e particolarmente innovativi sono rappresentati da biotecnologie, meccatronica, chimica verde e tecnologia pulita, agrifood e tessuti, design e creatività digitale.

Inoltre, si deve sottolineare che, soprattutto dopo le Olimpiadi invernali del 2006, la città metropolitana di Torino è diventata un'area con un grande potenziale turistico: negli ultimi 10 anni i turisti a Torino sono cresciuti dell 84%.

La specializzazione intelligente è un concetto politico ben strutturato principalmente a livello regionale, poiché la Commissione Europea ha dichiarato l'elaborazione della Strategia di Ricerca e Innovazione per la specializzazione intelligente (RIS3) come condizione preliminare per ottenere i finanziamenti del FESR tramite programmi operativi. Questo è il caso di RIS3-Piemonte. Come, a suo avviso, una città o un'amministrazione metropolitana può contribuire a questa questione in qualità di attore o sviluppatore RIS3?

I comuni e le città metropolitane possono svolgere un ruolo importante nel processo di elaborazione e attuazione del RIS3. Ad esempio, a causa del fattore di prossimità, loro possono contribuire attivamente al processo di scoperta imprenditoriale, mobilitando attori socio-economici e coinvolgendo i stakeholders molto più facilmente rispetto ai governi regionali. I comuni e le città metropolitane possono quindi contribuire attivamente a definire meglio e dare maggiore attenzione ai settori prioritari che sono stati creati in una forma troppo generica da parte del RIS3. Per di più, possono svolgere un ruolo importante nell'attuazione della strategia regionale facendo convergere le politiche e le iniziative locali nei settori prioritari individuati da RIS3.

Il Piano d'Azione Integrato (IAP) che stiamo elaborando grazie al progetto InFocus rappresenta un esempio concreto di come creare un proficuo "ponte a due vie" tra RIS3-Piemonte e la Strategia di Sviluppo della città metropolitana di Torino. Da un lato, il Piano d’Azione Integrato individua iniziative specifiche e concrete che possono contribuire al processo di attuazione del RIS3 a livello locale. D'altra parte, spero che sarà in grado di influenzare e migliorare la Strategia Regionale, grazie alle idee e alle proposte da parte degli attori locali.

Inoltre, le iniziative che promuovono l'ecosistema dell'innovazione, l'ecosistema imprenditoriale, la crescita aziendale e lo sviluppo territoriale individuate attraverso il progetto InFocus e incluse nel nostro IAP saranno utili per arricchire il Piano Strategico Metropolitano - uno strumento di pianificazione obbligatorio per ogni città metropolitana che copre un periodo di tre anni e deve essere aggiornato ogni anno.

A settembre di quest’anno, la città metropolitana di Torino ha organizzato il workshop tematico InFocus dedicato all'imprenditorialità. Perciò colgo l’occasione di ringraziarle per l'eccellente lavoro di organizzazione. Qual è il Suo ruolo, come autorità metropolitana, nel promuovere le start-up e la scena imprenditoriale locale? E cosa ci può dire della futura strategia in questo campo?

È stato davvero un piacere per la città metropolitana di Torino organizzare il terzo workshop tematico InFocus. Il tema del workshop - strumenti e azioni che sostengono gli ecosistemi imprenditoriali locali - rappresenta un argomento attuale e fondamentale per il nostro territorio e per ogni territorio. Gli ecosistemi imprenditoriali sono infatti uno dei fattori più importanti che generano sviluppo economico e crescita sociale. Le nuove imprese sono una risorsa importante: contribuiscono ad aumentare l'occupazione, consentono il rinnovo del tessuto economico, creano e promuovono innovazione. Gli esempi internazionali mostrano che laddove esistono ecosistemi imprenditoriali integrati, dinamici e sviluppati, c'è una maggiore crescita economica e sociale.

L'area metropolitana di Torino è caratterizzata dalla presenza di un ecosistema imprenditoriale ricco e articolato. La Città Metropolitana è uno dei fondatori e partner dei due incubatori universitari di imprese (I3P-Innovative Enterprise Incubator del Politecnico di Torino e 2i3T-Innovative Incubator and Technology Transfer Center dell'Università di Torino), entrambi riconosciuti come best practices a livello Europeo.

La Città Metropolitana ha lanciato anche, dal 1994, il programma MIP, un servizio di creazione di imprese, ora in partnership con la Regione Piemonte, grazie ai finanziamenti del FSE. Si tratta di una serie di azioni integrate volte a diffondere la cultura imprenditoriale, a stimolare nuove idee imprenditoriali e a promuovere la creazione e lo sviluppo di imprese di successo. Il servizio, inizialmente strutturato come un ufficio informativo, si è evoluto in un processo più complesso di misure di accompagnamento, di supporto all'elaborazione di piani aziendali e di mentoring dopo la fase di avvio.

Poiché l'ecosistema imprenditoriale locale ha un importante numero di attori coinvolti nel sostegno alla creazione di imprese, ma ancora un basso livello di coordinamento, la futura strategia in questo campo mirerà ad aumentare l'integrazione dell'ecosistema, al fine di garantire una maggiore sinergia tra le politiche pubbliche e le iniziative private, per portare avanti maggiori economie di scala e per incoraggiare lo scambio di informazioni e know-how tra gli attori coinvolti.

La futura strategia della Città Metropolitana cercherà anche di affrontare due ulteriori debolezze dell'ecosistema: la sua bassa efficienza nella promozione della mentalità imprenditoriale tra i giovani e il basso livello di apertura verso l'esterno. Per quanto riguarda la prima, sarebbe utile definire un programma completo di attività, in collaborazione con università, scuole e amministrazioni locali, volte a stimolare le capacità imprenditoriali e la mentalità degli studenti delle scuole superiori e degli universitari. Per quanto riguarda la seconda debolezza dell'ecosistema, sarà importante progettare e implementare una serie di politiche integrate, in collaborazione con gli attori locali e regionali, miranti ad attrarre iniziative commerciali da altri territori e collegare l'ecosistema locale al circuito internazionale.