Mantova e la cultura per il rilancio urbano con il network Int-Herit
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05 November 2017Reportage tra i progetti che valorizzano la cultura come elemento di crescita per il territorio, dal centro alle periferie
Le bellezze artistiche del centro di Mantova o le vetrine dei negozi storici imbandite di tortelli di zucca e altre delizie non sono gli unici motivi di attrazione per le migliaia di turisti che affollano le vie e i portici della città. Da maggio ad ottobre è facile imbattersi in festival o eventi rivolti a lettori, bambini, operatori del settore culturale: eventi che confermano quanto la vivacità culturale delle città italiane, in particolare di quelle di medie dimensioni, dipenda anche da un’offerta di iniziative che ogni anno si ripetono in strade e piazze e contribuiscono a creare un nuovo legame con i luoghi in cui questi festival si svolgono.
Il successo di tali eventi, come delle mostre temporanee o dei programmi di concerti varati in numerose città italiane, testimoniano quanto il patrimonio culturale e artistico possa arricchirsi di contributi esterni a quelli legati semplicemente alla conservazione ma ridefiniscono il ruolo e il significato dall’identità e dell’eredità storico-culturale in maniera più ampia.
Perché torniamo a Mantova. Il comunicato d'autore scritto da Davide Longo al termine della XXI edizione di #FestLet https://t.co/g4PlsEhzzF
— Festivaletteratura (@festletteratura) 10 settembre 2017
Mantova sta sviluppando il tema della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale nell’ambito della rete Urbact Int-Herit, che vede fra i partner città come Baena, Dodoni, Alba Iulia ed Espinho. L’esperienza di Capitale italiana della cultura ma soprattutto la candidatura a Capitale europea della cultura 2019, vinta poi da Matera, ha spinto la città ad interrogarsi sul ruolo decisivo della cultura per la crescita dell’intero contesto urbano, sul piano economico ma anche sociale.
L’esperienza di coinvolgimento dei cittadini attorno agli eventi culturali attorno a cui si fonda la ricca offerta culturale cittadina (Festival della Letteratura ma anche della Musica di Camera o di Food and science, solo per citarne alcuni), prima ad appannaggio soprattutto dei visitatori esterni, rappresenta un contributo originale che la città offre nel confronto con altre città europee che in alcuni casi, come ad esempio ad Alba Iulia, si trovano in fasi precedenti e meno approfondite di valorizzazione del patrimonio culturale cittadino.
@INTHERIT2017 @URBACT #KoMBaena #ImplementationNetwork This morning in Torreparedones pic.twitter.com/bIugSRJsRg
— INT-HERIT (@INTHERIT2017) 6 settembre 2017
Uscire da una logica prettamente legata alla promozione turistica per rendere la cultura un elemento di valore condiviso in centro come nelle periferie e da diverse fasce sociali, è la priorità con cui Mantova si è confrontata negli ultimi anni, con una serie di azioni che hanno avuto un impatto forte anche in termini di governance.
L’assegnazione di una delega specifica al Piano di gestione del sito Unesco di Mantova e Sabbioneta ha sottolineato l’intenzione di valorizzare questo processo integrato e favorire un confronto concreto con altre realtà europee impegnate nella gestione di siti protetti dall’Unesco. A questo si è unita un’azione di coordinamento con quanto si stava avviando in città nell’ambito di iniziative specifiche, come la riqualificazione in senso culturale delle Peschiere Giulio Romano. Tra le azioni di maggiore rilievo portate avanti in questo edificio storico figura la sperimentazione di un nuovo sistema di illuminazione che ha riaccesso l’edificio, ridandone centralità agli occhi degli abitanti grazie anche alla collaborazione con partner privati e associazioni che organizzano visite guidate e attività per i residenti.
Allo stesso tempo la città è impegnata nella messa in rete di altri progetti cofinanziati dall’Ue, con l’obiettivo di affrontare il tema della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale da prospettive diverse. Uno di questi è il progetto Bhenefit, che si concentra sulla gestione sostenibile degli immobili di pregio culturale, attraverso la definizione di un pacchetto integrato di software che migliorino la gestione di tali aree.
All'Officina Sant'Agnese confronto tra local group @INTHERIT2017 e Bhenefit @interregeurope per mettere in rete tutela patrimonio culturale pic.twitter.com/lvYZqiy2Aa
— Urbact_IT (@Urbact_IT) 28 settembre 2017
La partecipazione al network Int-Herit sta costituendo un’ulteriore occasione di coinvolgimento civico per la città, rendendo i cittadini e le istituzioni culturali protagoniste dell’attuazione di una strategia che coinvolge diversi aspetti dell’azione della città. La racconta l’assessore alle politiche europee e presidente del coordinamento Agenda 21 Adriana Nepote
Cosa si propone di realizzare l’amministrazione di Mantova con Int-Herit?
"Con Int-Herit stiamo sviluppando una strategia integrata di gestione del patrimonio culturale, coniugandola alla rigenerazione urbana e alla partecipazione dei cittadini, soprattutto in occasione dei tanti eventi che hanno luogo in città. Ma non solo. Attualmente stiamo lavorando per aprire a Palazzo Te il museo della cittadinanza, coinvolgendo gli studenti di architettura del Politecnico di Milano, che potranno andarci a studiare o potranno partecipare ad una serie di eventi culturali aperti al pubblico".
Da dove si parte per assicurazione una valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale di una città come Mantova?
"Qui c’è un patrimonio enorme, da tenere sotto controllo con strategie di conservazione sostenibili sul piano ambientale ma anche sociale. I cittadini vanno inclusi con meccanismi di partecipazione attiva ma anche creando nuove opportunità di lavoro per la realizzazione di nuovi servizi.
Per questo stiamo cercando di coinvolgere attori simili nei progetti Int-Herit e Bhenefit: i gruppi di lavoro con gli stakeholder coinvolgono anche diverse direzioni della città, tra cui quelle che hanno in carico i musei o i lavori pubblici, e ciò è molto utile per mettere in relazione le opere in corso di realizzazione con una visione culturale di lungo periodo".
Qual è l’obiettivo complessivo che si punta a raggiungere?
"Ci auguriamo un impatto economico sempre più forte dal settore culturale nei prossimi anni e nell’ambito del progetto realizzeremo con gli attori locali dei case study che stiamo ancora cercando di definire al momento. Iniziative come l’apertura di Palazzo Te alla cittadinanza o delle piazze pubbliche ai quattro principali festival che si svolgono in città sono molto importanti e contribuiscono a creare un confronto tecnico su come utilizzare al meglio gli spazi pubblici e creare una procedura semplificata per favorire l’utilizzo di questi spazi. L’idea è anche di lavorare sui portici e sul tema del partenariato tra pubblico e privato, con forme innovative di gestione degli immobili storici e delle proposte culturali da realizzare in questi immobili. L’azione di recupero già avviata alle Peschiere ne è un esempio. Nell’ambito del progetto intendiamo affinare la strategia da implementare per la gestione degli spazi pubblici e culturali per attività aperte alla città, con una gestione programmata degli interventi e un focus specifico sulla sostenibilità ambientale".
Il Bosco, (The Wood) performative installation plastic art + dance + painting installed at Pescherie di Giulio Romano in Mantua. Mantova Cr… pic.twitter.com/k4Mh4fw9wy
— michele molinari (@micmol) 30 agosto 2017
Una vera città della cultura non si concentra solo sul suo centro storico ma favorisce l’inclusione anche delle periferie e delle fasce più deboli, rendendo la cultura elemento di inclusione e di promozione di nuove economie attraverso le imprese creative. A Mantova un esempio di questo approccio è dato dal Mantova Creative Lab, realizzato grazie al bando Anci Rigenerazioni Creative nell’ambito del processo di recupero del Quartiere Lunetta.
Questo ex centro di aggregazione giovanile è stato trasformato in hub per lo sviluppo della creatività e laboratorio sperimentale per i giovani realizzato con dodici associazioni partner locali. Uno spazio dedicato all’innovazione in campo culturale, oggetto di un’azione di rivitalizzazione anche grazie alla street art, con il coinvolgimento di un attore insolito: il primo ministro albanese Edi Rama, che da sindaco di Tirana aveva promosso la riqualificazione di numerosi edifici del centro ridipingendoli con opere e colori vivaci, che ha curato personalmente anche per uno degli edifici dell’Hub.
Posizionato in un quartiere periferico ma poco distante dal centro di Mantova, l’Hub va componendosi di una serie di spazi e attività, dalla camera oscura al laboratorio di fotografia fino alla falegnameria popolare, che testimoniano concretamente l’evoluzione del dibattito urbano verso le nuove culture urbane, dai makers agli innovatori.
Progetti europei, stakeholders, cultura e spazi urbani. Se ne parla a #mantova con #fattidicultura pic.twitter.com/gqGawodLtO
— Mantova (@mantova2016) 28 settembre 2017
Il tema è stato anche al centro dei due festival FattiCult e ArtLab, che hanno promosso un confronto fra i protagonisti del mondo dell’innovazione culturale di diverse città italiane, svolgendosi fra diverse location cittadine, tra cui l’Hub e l’Officina creativa Santagnese10, utilizzato come punto di aggregazione per professionisti attivi nel mondo della cultura, del teatro e della rigenerazione urbana.
Fare squadra tra professionisti ed esperienze diverse per rilanciare un’idea innovativa di città della cultura è l’obiettivo che Mantova sta portando avanti, mettendo in luce nel confronto con altre città medie del resto d’Europa quanto proprio da questa dimensione urbana possano emergere modelli di gestione capaci di fare scuola anche in contesti diversi, rendendo la cultura un leva di crescita urbana complessiva, sul piano social ed economico.
Simone d’Antonio
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