In occasione del Tavolo regionale Urbact dell’Emilia Romagna, che avrà luogo presso la sede della Regione il 1 marzo, presentiamo otto esperienze significative di sviluppo urbano innovativo, che stanno rendendo la regione una delle punte sperimentali più avanzate del paese su temi come la rigenerazione urbana, la valorizzazione dei beni comuni, l’attenzione all’ambiente e alle generazioni future.
Bologna è stato il primo comune italiano ad adottare un Regolamento sui Beni Comuni (redatto dal Comune di Bologna in collaborazione con Labsus- Laboratorio per la Sussidiarietà), uno strumento innovativo e di successo, tanto da essere stato replicato in moltissimi comuni della Penisola. Approvato nel 2014, ha innovato radicalmente l’approccio ai beni comuni; ha infatti dato lo spunto per la creazione di patti di collaborazione fra amministrazione e cittadini per valorizzarli e curarli. L’idea di fondo è che i cittadini vogliano prendersi cura dei luoghi che abitano e le amministrazioni debbano riconoscere e favorire questa pretesa garantita dalla Costituzione col principio di Sussidiarietà contenuto nell’art. 118.
Sempre a Bologna tra le tantissime esperienze ad alto impatto innovativo ne citiamo tre: l’Opificio Golinelli, Dynamo - la Velostazione di Bologna e Case Zanardi.
L’Opificio Golinelli, uno spazio della Fondazione Golinelli, è una cittadella della conoscenza ricavata dalla riqualificazione di un ex stabilimento industriale nella periferia di Bologna. In questa struttura di 9mila metri quadri la Fondazione si occupa di educazione, formazione e ricerca; l’alto tasso di innovatività è la caratteristica saliente di queste attività, insieme all’approccio partecipato e di coesione.
Dynamo – la Velostazione di Bologna è un’idea dell’Associazione Salvaiciclisti – Bologna, selezionata nel 2014 dal progetto Incredibol!. Questo spazio non rappresenta soltanto un parcheggio sicuro per i ciclisti che si muovono nella zona della stazione, ma molto di più; è un hub dedicato al mondo del trasporto sulle due ruote (dalla riparazione al noleggio) e un polo culturale partecipato che ospita manifestazioni culturali di grande interesse.
Il progetto Case Zanardi è una rete cittadina di welfare, attiva nel campo dell’inclusione sociale e lavorativa. Fornisce strumenti a chi è in cerca di lavoro, aiuta i giovani che necessitano di un percorso formativo professionale e distribuisce beni di prima necessità a chi ne ha bisogno. Solo nel 2016 ha aiutato 112 famiglie in difficoltà. Il contrasto allo spreco dei beni, la valorizzazione delle risorse umane e materiali della città, il diritto al lavoro sono gli elementi fondanti del progetto, che ha avviato sul territorio numerose iniziative, tra cui laboratori di riuso, orti urbani, percorsi di formazione, tirocini e punti di raccolta e smistamento di generi alimentari.
A Reggio Emilia, a seguito di un percorso di coinvolgimento che già era stato avviato negli anni (tra attività connesse alle politiche urbane e di mappatura), è nato il Collaboratorio Reggio. Il Collaboratorio è un cammino di progettazione partecipativa promosso dal Comune e dall’Università di Modena e Reggio Emilia con il supporto tecnico di LabGov - Laboratorio per la Governance dei Beni comuni (che nella regione ha avviato il progetto Co-Bologna e una serie di cantieri sperimentali oltre a questo) e Kilowatt. Le attività di scambio e confronto di idee si svolgeranno in un Laboratorio Aperto che nascerà nei Chiostri di San Pietro. Innovazione sociale, economia collaborativa e valorizzazione dei beni comuni sono i tre pilastri del Collaboratorio e del futuro Laboratorio Aperto.
Sempre a Reggio Emilia è nato anni fa il progetto "A Reggio Emilia andiamo a scuola in BiciBus e PediBus". L’iniziativa punta a promuovere un modello di mobilità alternativo e sostenibile. Con BiciBus e PediBus i gruppi di scolari della città sono i “passeggeri” di un autobus umano (in cui gli adulti fanno da “autisti” e controllori), che li porta a scuola e li riporta a casa. I temi dell’educazione stradale e della salvaguardia dell’ambiente e dell’aria rivestono un ruolo centrale nel progetto.
“No Neet Work in Progress” è invece un’iniziativa di innovazione sociale del Comune di Piacenza rivolta ai giovani dai 18 ai 35 anni che non lavorano e non studiano. L’obiettivo del progetto è la creazione di una rete di giovani coinvolti in percorsi di orientamento al lavoro e attivazione di spazi creativi e di co-working. Il progetto è stato tra i vincitori del bando nazionale promosso da Anci “ComuneMente Giovane”.
Il progetto “Là dove c’era l’erba” – I giovani di Rimini per la biodiversità è nato a Rimini e nel 2014 è stato tra i vincitori del Bando “ComuneMente Giovane” dell’Anci. L’iniziativa rappresenta un percorso innovativo di co-progettazione che, attraverso diverse attività sperimentali, si propone di ripensare e riqualificare gli spazi urbani in una logica green. L’idea di fondo che muove gli attivisti è la consapevolezza che gli spazi verdi non edificati possono giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo del benessere sociale ed economico
Alessandro Antonelli