La salute negli spazi pubblici: la sfida dei cittadini inattivi per le città
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04 April 2017Una delle maggiori sfide per le città nel prossimo decennio consiste nel rendere nuovamente attivi i propri cittadini.
Inattività fisica e stili di vita sedentari sono diventati i principali fattori di rischio per la salute. Nelle città si sta verificando un drammatico aumento nella frequenza di malattie croniche, legate all’inattività fisica diffusa tra i cittadini. Queste malattie croniche, come ad esempio la cardiopatia coronarica e problemi respiratori, il cancro al colon e l’obesità comportano un alto tasso di morbilità, solitudine ed esclusione sociale. Congiuntamente, l’inattività fisica ha delle conseguenze sostanziali sui costi diretti della sanità, ma comporta anche dei costi indiretti, a causa dei lunghi periodi di congedo per malattia, idoneità a lavoro e assistenza. Decentralizzando le funzioni, come ad esempio l’occupazione (o la disoccupazione), portando l’assistenza sociale e la sanità dal livello nazionale a quello locale, le città hanno assunto un ruolo centrale nel rendere i propri cittadini più attivi.
Questo articolo offre un quadro generale di questo cambiamento, considerando questo tema come parte integrante di un piano urbano sostenibile a livello europeo.

Cosa fanno le città per rendere i propri cittadini attivi?
Molte città nel mondo hanno riconosciuto la necessità di azione relativa all’attività fisica, nonché un vantaggio competitivo da farne diventare una priorità d’azione. Diversi comuni, imprese private, centri di ricerca hanno adottato specifici piani e disegnato strategie negli ultimi anni per promuovere l’attività fisica nei contesti urbani.
Dopo l’intensa ondata di critiche e scandali per il lavoro minorile, la responsabilità sociale della azienda multinazionale Nike Inc.US è stata orientata più verso il sociale: nel 2012 Nike ha pubblicato un report intitolato “Designed to move”, una iniziativa globale creata con l’obiettivo di invertire il trend e reintrodurre l’attività fisica nella vita di tutti i giorni. Il report ruota attorno al campanello d’allarme, secondo cui “se non viene preso nessun provvedimento, metà della popolazione cinese e di quella americana sarà fisicamente inattiva a partire dal 2030 insieme ad un terzo della popolazione britannica e di quella brasiliana, per un totale di un miliardo di persone. Questo ha ispirato molte città nel mondo a fare il primo passo.
Subito dopo la diffusione del report, la città di New York ha fatto lo stesso, pubblicando il suo “ Active Design Guidelines for New York City (PDF)”, coordinato dal Centre for Active Design, una organizzazione non-profit, commissionata per porre come priorità centrale la salute e l’attività fisica nel processo di progettazione e sviluppo di strutture, strade, periferie. Nel Regno Unito, ispirati dal report Design to Move, è stata creata nel 2014 una commissione intitolata “All-Party Commission on Physical Activity”, a favore di un nuovo approccio che affronti il problema dell’inattività fisica a livello nazionale. Enfatizza un metodo di lavoro trasversale e in grado di creare una coalizione su scala nazionale con le principali organizzazioni del terzo settore come “British Heart Foundation” o “Young Foundation”. Per le stesse ragioni, il Design Council ha lanciato l’iniziativa Active by Design nel 2014. Il suo obiettivo è quello di aiutare a livello sia nazionale sia locale, governi, designers, sviluppatori e comunità a promuovere uno stile di vita attivo, provvedendo alla leadership, formazione e supporto progettuale per progettare nuovi spazi e ridisegnare le infrastrutture già esistenti.
Oltre a queste coalizioni e iniziative, altre città stanno facendo il primo passo nel Regno Unito. Ad esempio, Liverpool ha sviluppato una strategia trasversale per combattere le sempre più basse aspettative di vita e l’inattività. Edimburgo sta progressivamente investendo su piste ciclabili anno dopo anno, mentre i Distretti di Londra stanno cercando di applicare il limite a 20 miglia per ora (circa 30 km per ora) per favorire il trasporto pubblico.
In Europa, Copenaghen è la città di riferimento per quanto riguarda le strategie di promozione di stili di vita attivi. Sono caratterizzate da sperimentazione, pensate fuori dagli schemi tradizionali.
La città sta lavorando insieme all’Academia, e con il terzo settore come la Fondazione Cultura e Sport e il Centro per lo Sport e l’Architettura, che si trova nella Facoltà di Architettura dell’Università di Copenaghen. Quest’ultima è tra i primi ad aver sviluppato delle linee guida per inserire lo sport nell’ambiente circostante. Il loro report Activating Architecture mostra alcune best practices, insieme a misure utili e idee sul miglioramento dell’agglomerato urbano. I risultati delle città che stanno investendo sulle attività fisiche negli spazi pubblici sono già visibili. Ad esempio, a Copenaghen, i maggiori investimenti negli spazi pubblici a partire dagli anni ’70 del Novecento sono direttamente collegati all’aumento del 65% del numero di ciclisti e a un calo significativo sia nella quantità che nella velocità del traffico automobilistico. Copenaghen, inoltre, ha perseguito un lavoro pionieristico nello sviluppare schemi capaci di raggiungere i gruppi più vulnerabili, incluse le minoranze etniche. Oltre a questi esempi stellari, ci sono altre città che inventano, mettono in atto e aprono creativamente gli spazi pubblici per promuovere attività fisiche di gruppo, non ricorrendo spesso a ingenti finanziamenti, ma al potere delle idee.
Salute, sport e pianificazione urbana nel network URBACT Vital Cities
Il network Vital Cities lavora su come ridisegnare gli spazi pubblici, ricorrendo al potere e al linguaggio condiviso dello sport per promuovere uno stile di vita salutare, focalizzandosi in particolar modo sulle aree residenziali degradate. I partners di Vital Cities credono che invece di avvicinare i cittadini inattivi agli impianti sportivi, gli spazi pubblici dovrebbero essere trasformati in una vasta gamma di impianti, che invitano i cittadini a fare attività fisica. Le opportunità per questo bisogno devono essere create vicino al luogo dove abitano, e nel contempo creare ambienti più puliti, sicuri, verdi e responsabili. Il network Vital Cities ha individuato cinque temi su cui indagare durante il processo di apprendimento: 1) individuare le attività portate avanti dalla comunità, 2) azioni basate sulle nuove tecnologie per ridisegnare gli spazi pubblici connesse a attività sportive ricreative, 3)una migliore organizzazione dei servizi della città per promuovere uno stile di vita salutare, 4) ideare attività fisiche innovative per promuovere lo sport negli spazi pubblici e l’organizzazione di eventi innovativi per promuovere uno stile di vita salutare. Le città che operano all’interno del network Vital Cities hanno già esperienze nella pianificazione di attività fisiche in spazi pubblici: uno sguardo alle loro storie contribuisce a mostrare cosa le città fanno e cosa potrebbero fare.
Le idee dei Change makers a Usti-nad-Labem (CZ)
I cittadini di Usti-nad-Labem hanno promosso due interessanti pratiche, profondamente radicate nella loro comunità. Le loro idee hanno creato dei semplici ed efficienti esempi da adottare e adattare in differenti contesti. La prima è la scuola primaria Predlice a servizio della comunità. Il preside di questa scuola, Martin Kosnar, è una icona dello sport, divenendo campione di sollevamento pesi, fatto che diventa ovvio quando si visita la sua stanza piena di trofei. Sicuramente il suo aspetto fisico in un ambiente così difficile può essere un vantaggio, comunque con i suoi modi di fare gentili è riuscito ad ottenere investimenti extra sulle strutture sportive e ulteriori capacità (strumenti?) di salvaguardia attraverso uno schema occupazionale. Questo significa che le strutture sportive all’esterno possono rimanere aperte dopo l’orario scolastico, invitando anche i genitori a diventare fisicamente attivi insieme ai loro figli. Questa idea ha avuto successo ed è stata largamente apprezzata dalla comunità.
La seconda è il percorso “sei minuti per la salute”. Una cardiologo del posto ha scoperto che nel tempo le persone ritardano sempre più i controlli ospedalieri sul loro stato fisico, relativi al cuore, alle arterie e ai polmoni. Ha preso così l’iniziativa di realizzare il percorso “6 minuti per la salute” nel Parco Metsky, accessibile a tutti e dove i cittadini possono verificare le proprie condizioni. Ciò consiste in un tracciato con pietre come indicatori di distanza e un orologio con l’obiettivo di monitorare ciascuna performance sulla pista. Uno semplicemente inizia camminando o correndo lungo la pista in questo spazio accessibile a tutti usando l’orologio come un cronometro, fissato a sei minuti. Attraverso le pietre uno può monitorare la distanza percorsa mentre leggendo le informazioni l’altro può ricevere indicazioni sul proprio stato di salute. I numeri telefonici e l’indirizzo web mettono in comunicazione le persone con i dottori. I fondi per questa iniziativa provengono da compagnie di assicurazione sanitaria e dai promotori, mentre la città provvede alle strutture e agli spazi.
Recuperando (inusuali) spazi sportivi: l’idea di Horten (comune nella regione di Vestfold, è partner di Vital cities)
Durante l’inverno il parcheggio del Municipio di Horten non viene utilizzato dalle macchine a causa del freddo gelo e della grande quantità di neve. Il Comune ha pensato di trasformare lo spazio in un inusuale luogo dove praticare pattinaggio sul ghiaccio. Il trucco è stato semplice e a costo zero. La superficie è stata liberata dalla neve e il parcheggio è stato ricoperto di acqua che è subito diventata ghiaccio. Facendo ciò è stata creata una bellissima pista di pattinaggio sul ghiaccio al centro della città. I residenti inizialmente ne sono stati sorpresi, hanno iniziato ad apprezzarlo giorno e notte. La città ha offerto un sistema di illuminazione per le pattinate serali, e un gruppo di volontari distribuisce pattini a chi non ne ha. “è stato bellissimo vedere come le persone hanno accolto il luogo dedicato allo sport. Questo parcheggio è diventato un luogo di incontro per molti bambini di tutte le età e per i loro genitori. È libero ed aperto a tutti, tutto il giorno fino alle 10 di sera. […] è un luogo di integrazione: i nuovi arrivati come rifugiati in Norvegia che non hanno mai avuto a che fare con inverni così freddi, hanno ricevuto qui la prima lezione di pattinaggio sul ghiaccio da parte dei residenti.”
Iniziativa Active Parks a Birmingham
La città di Birmingham, con uno dei più poveri tassi di censimento nel Regno Unito e con una ampia comunità di migranti, sta avendo a che fare con alcune sfide in termini di differenze considerevoli per quanto riguarda le aspettative di vita e salute tra i cittadini, in base alla zona in cui abitano. Per superare ciò, Birmingham ha deciso di restituire i servizi sportivi in modo differente, vale a dire non costruendo più e costruendo nuove strutture ad alta intensità di capitale, ma piuttosto usando “ciò che già c’è”. Ciò è stata anche la conseguenza di tagli al budget in un periodo di austerità fiscale. Come risultato, Birmingham ha deciso di lanciare il programma Active Park con attività sportive in oltre ottanta parchi e spazi verdi nella città.
Il programma Active Park della città di Birmingham offre sessioni gratuite di Zumba e Tai Chi ad esempio, nei vari parchi della città con l’obiettivo di stimolare le persone ad essere attive in un’atmosfera socievole e inclusiva. Lo scopo è quello di far fronte a problemi di natura sanitaria, finanziaria, minoranze etniche, disuguaglianze e inclusione sociale. Aiuta a riutilizzare spazi ormai in disuso. Liz è stata una volontaria per il parco Cotteridge per oltre venticinque anni ormai. Lei, come altri cittadini, considera il parco una risorsa comune.
“Active Parks”-un forte brand ora- è gestito e amministrato dal Servizio Wellbeing e dal Forum Birmingham Open Space, tramite il loro staff e leaders specializzati e formati. Il programma ha comportato con successo la cooperazione tra vari stakeholders, provenienti da organizzazioni del settore pubblico, NGOs e imprese private. The Parks e il servizio Ranger, diversi volontari e i gruppi “Amici dei Parchi” supportano il programma come io ho provato (?) “con il tradizionale tea inglese servito da una affascinante signora di più di ottanta anni! Dal 2014 sono stati registrati 114.000 partecipanti negli ottanta parchi. Più della metà di loro, abita nelle zone più degradate di Birmingham. È finanziato dal Birmingham City Council, Sports England e dal programma Coca Cola Zero Parklives.
Salute nelle città e l’Agenda Urbana per l’Europa
La sfida di combattere l’inattività riguarda diverse strategie come piani urbani compatti e misti, trasporti pubblici e funzionanti, ICT e servizi sociali. Per questo, può essere considerata una sfida complessa e integrata, che richiede la collaborazione di più stakeholders e un approccio basato su un modello di governance su più livelli (policentrica?), con un forte partenariato a livello locale. Se noi aggiungiamo le implicazioni finanziarie/economiche e le conseguenze personali, è piuttosto sorprendente che “salute e attività fisica” non siano ancora state considerate all’interno dell’ Agenda Urbana. Chiaramente molti dei temi coperti dall’Agenda Urbana riguardano la salute, come ad esempio la qualità dell’aria nel valutare i problemi respiratori e forme di trasporto sostenibili; o alloggi determinanti per uno stile di vita salutare e attivo. Inoltre, gruppi vulnerabili colpiti dalla povertà urbana tendono ad essere meno in salute rispetto alla media per una serie di ragioni differenti, tra cui altre qualità di cibo e poca attività fisica. Una appropriata assistenza sanitaria si sta affermando come questione cruciale anche per quelle città che accolgono rifugiati e lo sport e l’attività fisica in spazi pubblici sono da considerare degli importanti strumenti di facilitazione del processo di integrazione, nel breve e lungo termine. L’esperienza di Vital cities dimostra che è cruciale promuovere salute e attività fisica nelle città, portando il tema ad un dibattito più esteso a livello europeo come parte integrante delle sfide che devono essere affrontate nel prossimo futuro.
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