You are here

La città delle donne: le azioni condotte da URBACT per un’urbanistica inclusiva

Edited on

22 October 2021
Read time: 3 minutes

 

Una lettura dei temi riguardanti la progettazione urbana inclusiva e il coinvolgimento delle donne nel design innovativo delle città, tematiche al centro di una rafforzata sensibilità dimostrata dal programma URBACT con una serie di iniziative realizzate su scala europea. Il tema è stato al centro di un'audizione della Commissione consiliare Parità e Pari Opportunità del Comune di Bologna, a cui il Punto nazionale URBACT per l’Italia ha partecipato nel mese di settembre. Questo approfondimento riprende i punti principali emersi dal confronto in audizione su un tema centrale per il dibattito europeo sulla città del futuro.

L’uguaglianza di genere attraversa diversi aspetti dello sviluppo urbano integrato, tra cui gli aspetti legati alla sostenibilità economica come il mercato del lavoro, l’accesso ai servizi sociali, l’imprenditorialità e la governance dei sistemi di innovazione.

Le città hanno un ruolo estremamente importante nel rendere la parità di genere anche un elemento di riduzione delle diseguaglianze socio-economiche. Per realizzare ciò il programma URBACT ha creato vari spazi di riflessione e di confronto per sensibilizzare sulle disuguaglianze di genere a livello locale, evidenziando in che modo le città possono agire per migliorare il modo in cui vengono progettati gli spazi pubblici, favorendo un’inclusione delle donne nella fase di design ma anche nella governance delle principali sfide urbane.

Riprogettare gli spazi per una città più vivibile per le donne: le esperienze delle città europee e l’impegno del programma URBACT

Attraverso l’URBACT Knowledge Hub, l’iniziativa Gender Equal Cities, realizzata in collaborazione con il CCRE, ha promosso dal 2019 una riflessione che si è alimentata dei contributi di amministratrici, funzionarie ed esperte attive nella comunità URBACT, favorendo la creazione di una serie di connessioni con istituzioni europee e globali attive su questi temi.

L’iniziativa Gender Equal Cities ha mostrato quanto la creazione di spazi dedicati per esprimere visioni, bisogni e capacità delle donne sia fondamentale per realizzare città migliori ma anche per innovare le modalità di lavoro di un programma europeo basato sullo scambio di esperienze tra città, che si arricchisce di una prospettiva che può essere trasversale ad una pluralità di temi (dalla mobilità urbana agli spazi pubblici, dall’inclusione lavorativa alla partecipazione civica).

Il rapporto URBACT Gender Equal Cities del marzo 2019 rappresenta uno strumento di lavoro utile che indica dove è necessario migliorare la definizione di politiche pubbliche locali attente agli aspetti dell’inclusione delle donne. Il rapporto mette in evidenza le disparità di accesso delle donne agli spazi pubblici, alle aree verdi, al lavoro e alle opportunità di svago e di viaggio ancora esistenti nelle città europee.

Le disparità di accesso sono visibili anche nella politica locale: solo il 36% dei consiglieri comunali e il 15% dei sindaci in Europa sono donne. Ciò che colpisce è anche la riflessione generale su come cambiano tra uomini e donne le modalità di utilizzo di infrastrutture e servizi urbani. Ad esempio, sul tema della mobilità, un dato che viene spesso citato è quello sulla maggiore propensione degli uomini a realizzare spostamenti da soli in automobile mentre le donne usano più spesso i mezzi di trasporto pubblico più volte al giorno sia per ragioni lavorative che di cura, un dato che indica quanto sia necessario agire per un cambiamento delle abitudini quotidiane in tema di mobilità di la fascia maschile di popolazione e quanto sia necessario investire su mezzi di trasporto sicuri e accessibili per tutti.

Sul fronte dell’accesso alle infrastrutture stradali, la città svedese di Umea ha analizzato i dati sull’utilizzo delle strade da parte di diverse categorie di popolazione per poter organizzare al meglio i servizi di spazzamento di neve nel corso dell’inverno. Mentre, per esempio, nella città rumena di Ramicu Sarat è stato avviato un processo partecipativo per identificare con le donne del territorio quali sono i principali ostacoli alla fruizione delle infrastrutture sportive da parte della popolazione femminile: l’ascolto delle esigenze emerse dalle donne coinvolte nel processo di ingaggio civico ha condotto all’elaborazione di una serie di soluzioni, come la realizzazione di campagne di comunicazione e promozione di questi spazi aventi come protagoniste le donne, oppure la definizione di spazi e attrezzature a misura di donna ma anche la creazione di corsi e attività dedicate soprattutto ad un pubblico femminile.

Sul tema della riprogettazione degli spazi pubblici, due esperienze particolarmente significative sono state realizzate in Francia. A Trappes, gli spazi nel locale parco giochi sono stati riorganizzati in maniera tale da essere maggiormente a misura di bambine, decostruendo così gli stereotipi di genere e le modalità di utilizzo di questi spazi adottati sin da piccoli. Nella banlieue parigina di Villiers-le-Bel sono state invece disegnate soluzioni di housing sociale per le madri single dotate di spazi comuni che favoriscono la socializzazione e una percezione generale di sicurezza.

Per quanto riguarda gli aspetti della governance, della partecipazione e della rappresentazione delle donne nel contesto urbano, un’esperienza significativa è quella realizzata dal Consiglio delle Donne di Poznan in Polonia, che ha svolto un’analisi dell’impatto di genere delle politiche della città. Tra le sue varie azioni, questo organismo ha realizzato una mappatura delle strade dedicate alle donne (soltanto 38 su 500) e promosso in commissione toponomastica l’adozione di nomi di personaggi femminili per 26 nuove strade.

La forte sensibilità del programma URBACT nei confronti del tema della progettazione inclusiva è stata rimarcata anche nel corso dei suoi eventi flagship: tra questi il City Festival di Lisbona, dove è stato organizzato un walkshop che ha mostrato in maniera concreta come si manifestano le disuguaglianze di genere nell’accesso agli spazi pubblici evidenziando la necessità di stabilire nuove forme di collaborazione tra tutta una serie di attori presenti nelle realtà locali (residenti, associazioni, comunità straniere, architetti e designer) per adottare una pianificazione realmente partecipativa che tenga conto dei temi di genere.

L’esperienza di Umea, citata in precedenza, è stata inoltre premiata tra le 97 buone pratiche del programma URBACT per la sua capacità di creare una serie di iniziative che mettono l’uguaglianza di genere al centro di una nuova idea di città. Tra queste, il Gendered City Tour, una visita guidata in autobus che esamina il panorama di genere della città ed evidenzia le diverse modalità di percezione di spazi e servizi pubblici individuando in maniera collaborativa quali luoghi e servizi possono essere migliorati.

 

Genere e sviluppo urbano: economia e governance

Per ridurre le diseguaglianze socio-economiche c’è bisogno di una comprensione olistica di come la disuguaglianza di genere sia creata dalla combinazione di specifiche condizioni locali, comprese le norme sociali, le strutture politiche e amministrative e il loro rapporto con lo spazio fisico. Per queste ragioni, URBACT ha riflettuto negli ultimi anni sulla necessità di prendere in considerazione gli aspetti di genere nella progettazione dei servizi pubblici, per evitare che le donne rimangano più colpite, ad esempio, dagli effetti combinati della segregazione del mercato del lavoro, dall’aumento della frequenza del lavoro part-time e dei salari più bassi. Altro aspetto importante di riflessione è stata la dimensione di genere nella pianificazione di servizi legati alla sostenibilità ambientale, come ad esempio la gestione dei rifiuti, sensibilizzando sul fatto che una prospettiva di genere possa portare a cambiamenti nel modo in cui si progettano tali servizi (ad esempio costruendo e localizzando i bidoni per la raccolta differenziata in maniera diversa) e aiutare le città ai loro obiettivi ecologici attraverso una maggiore sensibilizzazione della fascia maschile di popolazione, che statisticamente nei contesti urbani differenziano meno i rifiuti rispetto alle donne.

Per aumentare la visibilità della prospettiva di genere nello sviluppo urbano integrato, e per favorire la contestualizzazione e l’interpretazione locale degli strumenti e degli approcci per ridurre la disuguaglianza di genere nella politica e nello sviluppo urbano, nel 2019 un gruppo di città ha avviato attività di diverse tipologie e dimensione dell’Action Planning Network GenderedLandscape, una rete che ha cercato di creare una comprensione condivisa della città come luogo dove poter sviluppare strumenti e approcci contestualizzati a livello locale per condurre le politiche urbane verso l’uguaglianza di genere, nella pianificazione e nei servizi. Con l’obiettivo di creare politiche integrate capaci di includere una prospettiva di genere, la rete di città ha favorito l’adozione di tale prospettiva nelle politiche pubbliche locali, in particolare in quelle realtà che finora hanno adottato in maniera limitata una prospettiva di genere nella progettazione e realizzazione di piani e progetti urbani.

 

Donne ai tempi del Coronavirus

La necessità di creare città più eque dal punto di vista del genere era già riconosciuta come una priorità per URBACT prima della crisi causata dal Covid ma l’attuale emergenza pandemica rende ancora più urgente un’azione decisa per la realizzazione di interventi in favore di una città più equa e inclusiva per tutti.

Attualmente le donne sono significativamente sovra-rappresentate in quelli che ora sono riconosciuti come i servizi essenziali della società, sia che si tratti di sanità e assistenza, di supermercati o di ambienti educativi. Questo mette le donne saldamente in prima linea nell’affrontare la pandemia, a maggior rischio di esposizione al virus.

Allo stesso tempo, ci sono decisamente meno donne al tavolo delle decisioni riguardanti la gestione e la risposta alla pandemia.

Nell’attuale, una delle situazioni di maggiore criticità evidenziate nelle città europee è stato il senso di insicurezza provato da molte donne nel rimanere in casa. Infatti, le denunce di abusi domestici sono aumentate di oltre il 30% in alcuni luoghi a seguito delle implementazioni delle restrizioni legate al lockdown.

Per questo appare urgente per le città mettere a disposizione strutture adeguate a coloro che hanno bisogno di fuggire da una situazione di pericolo in casa.

In questo contesto la città di Francoforte, uno dei partner di GenderedLandscape, ha predisposto spazi extra per donne e bambini che fuggono dalla violenza, e ha creato pacchetti di informazioni multilingue per aiutare le donne delle comunità straniere residenti in città.

 

Per URBACT, la voce delle donne e delle ragazze va ora più che mai ascoltata, anche nel processo decisionale.

C’è bisogno di una raccolta di dati disaggregati per sesso sugli impatti economici, sull’onere dell’assistenza, sui casi di violenza sessuale e di abuso, e sul recupero dalle crisi, a tutti i livelli di governance. Questa necessità è stata affrontata anche da UN-Women con il sostegno del Segretario generale delle Nazioni Unite.

Quanto avvenuto nelle città durante l’emergenza Covid può rappresentare un ‘opportunità per cambiare le cose in meglio, anche per quanto riguarda la realizzazione di città più sensibili nei confronti delle esigenze delle donne.

Le città hanno un ruolo da svolgere nell’assicurare che non si torni a ciò che si presumeva fosse normale in precedenza: il cambiamento degli spazi pubblici e dei servizi in funzione favorevole alle politiche di genere rappresenta parte di questo cambiamento.

 

Maria Tonia Urbano