I sindaci che accolgono si fanno avanti
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26 June 2018Un contributo di riflessione di Laura Colini sulla reazione dei sindaci italiani alla vicenda Aquarius (tratto dal blog Urbact)

Dopo che le procedure di salvataggio erano già state organizzate dal Maritime Rescue and Coordination Center (MRCC) di Roma è stato impedito alla nave Aquarius (nave di SOS mediterranèe e di Medici senza Frontiere, con a bordo 629 persone fra cui 123 minori non accompagnati, 11 altri bambini e sette donne incinte) di sbarcare in un luogo sicuro.
I porti più vicini si trovavano sulla costa italiana, ma gli accordi e le regole internazionali sono state ignorate da Matteo Salvini, neo eletto ministro proveniente dalla destra nazionalista, il quale ha dichiarato la chiusura dei porti italiani, una decisione sostenuta anche dal Ministero delle infrastrutture.
Le persone a bordo erano nel frattempo esposte ai pericoli del mare e a disagi psicologici e fisici senza che fosse tenuta in conto la loro dignità, la sicurezza, le cure mediche l’igiene o la privacy; il tutto nel contesto di una barca sovraffollata, che metteva a rischio le loro vite.
L’ impasse dell’Aquarius ha avuto conclusione con l’accoglienza che la Spagna ha riservato alla nave (a circa 1000 km di distanza, con l’aggiunta di ulteriori giorni di navigazione e con un maggior rischio per i naviganti). L’ assurdità si è resa lampante quando l’Aquarius è stato bloccato a 35 miglia dalla costa italiana, mentre la Guardia Costiera italiana consentiva lo sbarco di una nave di migranti a Catania, e mentre nei pressi della Libia veniva recuperato un gommone da una nave militare statunitense che salvava così la vita a 41 persone e raccoglieva 12 cadaveri, mentre era alle prese con le insufficienti barche a disposizione.
DI fatto il governo italiano sta chiudendo illegalmente i porti alle imbarcazioni umanitarie, in barba alle norme internazionali, una decisione sostenuta da voci xenofobe, ma anche da molte proteste civiche (si vedano le recenti manifestazioni in città italiane come Roma, Palermo, Brescia, Messina e Milano).
Questo evento ha implicazioni sistematiche e ramificazioni che risuonano ben oltre questo blog. Infatti, rappresenta il risultato di alcuni fallimenti politici in Europa, che sottolineano l’urgente necessità delle autorità europee di riaffermare la centralità delle leggi e degli obblighi internazionali per ciò che riguarda l’asilo e la cooperazione fra gli Stati membri.
I sindaci intervengono
In questo panorama, le città non hanno molti strumenti legali per tale materia, ma giocano un ruolo fondamentale nell’ accoglienza dei nuovi arrivati, nel fornirgli un luogo sicuro e nell’attuare politiche di integrazione sul posto. L’ impudente negazione di attracco e sbarco nei porti italiani (dell’Aquarius) ha tuttavia fatto partire la reazione di molti sindaci italiani, che hanno pubblicamente preso posizione contro il governo nazionale, parlando a nome delle principali città del Meridione:
Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo:
“Sono disposto ad accogliere tutte le navi che salvano vite umane. Palermo, città il quale nome significa “un intero porto”, è stata e sarà sempre pronta ad accogliere le navi, civili o militari, impegnate a salvare vite nel Mar Mediterraneo. Quelle navi e quegli uomini rispettano il diritto del mare e il diritto internazionale, evitando così la morte di uomini, donne e bambini i quali qualcuno vorrebbe consegnati nelle mani del crimine internazionale. Chi viola il diritto internazionale, quello che impone come priorità la salvezza delle vite umane, è il ministro dell’interno italiano che ha nuovamente dimostrato la natura culturale di estrema destra della Lega Nord. Palermo è “razzista” nel senso in cui crediamo che ci sia una sola razza, la razza umana. Chi non lo capisce è un criminale nazista. Denunceremo il governo se la sua condotta dovrebbe continuare ad essere questa. Palermo è pronta ad accogliere tutte le navi che salvano vite.”
Renato Accorinti, sindaco uscente di Messina, partner di URBACT Arrival Cities network:
“Sono scioccato sia per ciò che riguarda l’aspetto umanitario, sia per quello del diritto del mare.
Non possiamo dimenticare i diritti universali dell’uomo e il diritto della navigazione per i quali l’essere umano è sacro indipendentemente dal colore della pelle e dal paese di provenienza. È un dovere primario accogliere le persone e a una politica disumanizzante noi rispondiamo con una politica fatta di diritti umani e valori. Per tale ragione, nonostante i diktat del ministro Salvini, l’amministrazione Accorti dichiara la sua immediata disponibilità affinché possa attraccare nel porto cittadino la nave Aquarius”
Luigi de Magistris, sindaco di Napoli
“Se un ministro senza cuore lascia che donne incinta, bambini, anziani ed esseri umani muoiano in mare, il porto di Napoli è pronto, senza denaro a salvarli. Salvini ha preso una decisione brutale contraria a tutte le leggi nazionali e internazionali. Proprio come, se confermata, la dichiarazione di estraneità del governo maltese ci sembra errata. Contro le decisioni brutali che mettono a repentaglio le vite umane e contro lo "scaricabarile", Napoli, una città solidale che è sempre stata schierata con chi chiede di essere aiutato, prende una posizione netta: apriamo il porto, organizziamo subito aiuti e assistenza. Per noi la vita umana continua ad avere un valore assoluto, senza tener conto del colore della pelle”
Giacomo Tranchida, sindaco neoeletto di Trapani
“Siamo disponibili ad accogliere la nave Aquarius e siamo disponibili a fronteggiare qualsiasi emergenza futura concernente i migranti e i soccorsi in mare. Trapani è allo stesso tempo una porta e un porto del Mar Mediterraneo, non sarà Salvini a cambiare la nostra storia. Condividendo la responsabilità con altri porti - a partire da quello di Palermo che ha dichiarato di voler accogliere le navi dei migranti - continueremo a offrire un servizio di supporto, insieme alle altre autorità, compresa l'autorità portuale ".
Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto
“Sono pronto ad abbracciare ogni vita in pericolo, senza se e senza ma. In mare ci sono leggi internazionali e consuetudini che non possono essere cancellate con un semplice nota interna. Sul piano politico, tuttavia, secondo me stiamo parlando di vite umane che in ogni caso hanno priorità sulle misure politiche e normative. La nostra è sempre stata una terra di accoglienza, non so davvero come rifiutare 629 vite umane ".
Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria
"Siamo disponibili come sempre di fronte a donne, uomini e bambini che sono bisognosi di aiuto. Il nostro cuore è grande. Più grande di quelli che vogliono speculare senza un briciolo di umanità ".
Possono queste voci urbane influenzare il più grande dibattito circa il rispetto del diritto internazionale e circa il ruolo delle autorità europee per ciò che riguarda il salvataggio di vite in mare?
Molti altri funzionari da tutta Italia hanno risposto in maniera solidale, come a Livorno, Ravenna, Torino, Milano, Sapri, Augusta e molte altre. Comunque, queste espressioni di solidarietà sono comunque poca cosa, come afferma un responsabile di Medici Senza Frontiere, quando le osservazioni dei sindaci restano “belle ma non messe in pratica perché era una pratica standard attendere la guardia costiera italiana, che è sotto il controllo del governo italiano per quanto riguarda il consenso delle navi ad attraccare”.
Alla fine, possono queste voci urbane influenzare il più grande dibattito circa il rispetto del diritto internazionale e circa il ruolo delle autorità europee per ciò che riguarda il salvataggio di vite in mare?
Probabilmente no, visto che è preminentemente una battaglia che riguarda gli accordi, le leggi e le convenzioni internazionali, gli stati e le istituzioni europee.
L’ Agenda Urbana dell’Unione Europea per l’inclusione dei migranti e dei rifugiati, le iniziative delle città solidari Eurocities, l'impegno di programmi UE come URBACT con il network Arrival cities - come anche le singole storie delle piccole e grandi città impegnate come Riace, Gent , Barcellona , Danzica , Messina , Palermo , Amsterdam , Atene , Salonicco , Vantaa e molte altre- sono iniziative molte diverse e con scopi differenti ma mostrano una nuova ondata di città impegnate in questo dibattito internazionale, che sollecitano una maggiore determinazione per una grande richiesta di cambiamento.
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