I piccoli negozi che fanno grandi le città: la lezione di Fermo con RetaiLink
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24 November 2017In che modo il piccolo commercio può contribuire al rilancio di un contesto urbano? L'esperienza di Fermo con RetaiLink fornisce utili indicazioni a tante piccoli e medi comuni di tutta Italia
Lungo il corso principale del centro storico di Fermo è facile imbattersi nelle insegne dei tanti negozi chiusi senza che però sia chiaramente segnalato se si tratti di una cessazione definitiva dell’attività o se siano momentaneamente chiusi per colpa del terremoto, che ha reso inagibili numerosi palazzi storici che ospitavano studi professionali e attività commerciali. In alcuni casi è difficile persino distinguere quali siano i negozi che hanno abbassato definitivamente la serranda ma a colpire è il rarefarsi di quel piccolo commercio di prossimità che costituisce l’antidoto principale allo spopolamento di un centro storico. Alimentari e macellerie ma anche edicole o artigiani: tali tipologie di negozi vanno scomparendo non solo nel centro di Fermo ma anche in numerose altre realtà italiane ed europee, che si trovano a dover accompagnare tali attività commerciali verso una riconversione necessaria e ragionata, che ne rallenti la trasformazione in bar e rosticcerie (tanto per fare un esempio delle categorie di più rapida apertura in tante città in questi anni) ma ne salvaguardi il ruolo decisivo per la coesione della comunità locale.
Fermo: RetaiLink, proseguono gli incontri per lo sviluppo del centro storico: L'Assessore al Commercio Torresi:… https://t.co/pNccEdy3qC pic.twitter.com/GfjPKNVLLp
— Vivere Fermo (@viverefermo) 23 marzo 2017
Le strategie innovative per il rilancio del commercio nei centri di medie dimensioni sono al centro del network RetaiLink, che vede l’esperienza di Fermo a confronto con quella di cittadine come Bistrita, Sibenik, Pecs, Liberec o Igualada, impegnate nei rispettivi contesti regionali e nazionali a sostenere la competitività delle piccole e medie imprese, il miglioramento dell’offerta commerciale, la formazione degli operatori e la digitalizzazione ma anche in maniera più ampia la rigenerazione del territorio a partire proprio da attività commerciali capaci di agire come motori di un nuovo sviluppo locale.
In un’epoca caratterizzata da un cambiamento profondo nelle abitudini di acquisto e consumo da parte degli abitanti, che si affidano sempre di più al commercio on-line con effetti poderosi anche sul fronte dell’impatto urbano della logistica delle merci, le città devono fare fronte comune con i settori produttivi per cambiare la funzione tradizionale dei negozi e ritornare all’antico ma con strumenti nuovi. I negozi come hub di comunità, punti di ritrovo in cui poter acquistare in modo differente, partecipando a eventi e incontri con i produttori pubblicizzati sui social media o scoprire culture diverse, come quella indiana raccontata a Fermo in tutte le sue forme nel negozio Namastè di corso Cefalonia.
La connessione della città con contesti più ampi, dal Rajahstan dove la titolare di Namastè si reca diverse volte all’anno per acquistare i suoi tessuti. fino ai calzaturifici marchigiani che rappresentano un’eccellenza nazionale per la moda in Italia: i negozi di Fermo diventano vetrina di prodotti realizzati da brand nazionali basati sul territorio, come convenuto in un accordo con la locale Camera di Commercio. Un passo in avanti deciso verso la creazione di negozi ibridi, che coniughino diverse dimensioni e categorie merceologiche. Un trend diffuso anche tra le altre città di RetaiLink, che puntano a favorire l’afflusso di visitatori a partire da forme di commercio innovativo (come nel caso delle olandesi Hengelo e Hoogeeven, che hanno sperimentato la vendita di birre artigianali prodotte sul territorio in negozi di abbigliamento) o con l’organizzazione di eventi speciali, come il festival organizzato da Igualada nelle sue concerie dismesse coinvolgendo brand e stilisti del territorio.
Igualada REC spirit at the first autumn "braderie 2.0"in Romans on 21/22 October! Thanks Igualada and RetaiLink!@URBACTRetaiLink @URBACT pic.twitter.com/mCYOdx509g
— Fred Deshayes (@fred_deshayes) 21 ottobre 2016
Ogni situazione locale è particolare a suo modo ma a Fermo la necessità del rilancio del commercio si coniuga all’azione di ricostruzione e ripopolamento del centro storico dopo gli eventi sismici del 2016. Un’occasione per riprogrammare in maniera nuova lo sviluppo del territorio, a partire da edifici e strutture che possono ritrovare nuova vita, come spiega il sindaco Paolo Calcinaro
Quali sono le sfide legate al rilancio del centro storico a Fermo?
La situazione è fortemente in progress, nella sfortuna che ha colpito il nostro territorio si aprono però nuove prospettive. Attraverso l’asse degli Investimenti Territoriali Integrati urbani potremo realizzare investimenti in strutture come il Mercato Coperto che era il cuore del commercio il città e potrà così essere ristrutturato. Apriremo una campagna d’ascolto davvero aperta a inglobare nuove idee per trovare un indirizzo strutturale. Nel frattempo stiamo interloquendo con la Camera di Commercio per ridare slancio al commercio nel centro storico. Il problema è la mancanza di concorrenzialità rispetto ai centri commerciali e alla costa che si trovano a pochi chilometri dal centro, ma è anche difficile proporre forme di commercio appetibili in centro storico. Al netto di quanto avvenuto dopo il sisma, c’è stato nel 2016 un aumento fortissimo del turismo mentre quest’anno siamo tornati ai livelli del 2015: ciò ha coinciso con una trasformazione del centro storico che nel giro di poco tempo è passato dall’ospitare prevalentemente commercio di prossimità a un forte aumento di attività come bar e ristoranti. La crescita tangibile sul fronte residenziale e del commercio è messa però a rischio dalle forti inagibilità, che hanno fatto registrare una vera e propria migrazione di studi legali e altre attività commerciali.
Quali attività innovative state definendo nel frattempo per invertire la tendenza al declino del piccolo commercio?
Stiamo avviando una partnership con la Camera di Commercio, che ci consentirà di abbinare i brand forti del territorio verso l’esterno, come quelli del settore del calzaturiero e della produzione di cappelli, a esercizi commerciali presenti in città che saranno incentivati a fare da vetrina alle eccellenze del distretto. Al momento siamo impegnati in un’azione di ricerca sul territorio, ovvero trovare brand disponibili a questo discorso. A questo andrà aggiunta un’azione di promozione, che sostenga questo impianto, ingenerando turismo misto culturale e commerciale. È una corsa contro il tempo per far sì che nonostante tutto il nostro territorio continui ad essere attrattivo.
Su quali soluzioni vi state concentrando e perché il confronto con altre città europee è particolarmente significativo per affrontare un tema comune anche ad altre medie e grandi realtà urbane?
Il confronto con l’Europa ci sta offrendo una panoramica su diverse modalità di risposta a problematiche diverse. Il nostro compito è ora quello di trovare la risposta più adattabile ad una situazione simile alla nostra. Abbiamo la peculiarità di essere una città culturale all’interno di una serie di città posizionate sulla costa, con problemi di spopolamento e di progressivo spostamento di servizi. A questo va aggiunta anche la gestione della dimensione costiera, che da un lato ci rende più attraenti ma dall’altro ci porta a dover governare situazioni molto diverse fra loro. Purtroppo con il sisma che ha reso inagibili numerose strutture del centro storico e lati di intere strade, si pone anche il tema di evitare lo spostamento di attività che prima si trovavano proprio al centro perché c’è il rischio che muoiano.
Che situazione c’era in precedenza?
Prima del sisma la città si stava riprendendo, il turismo migliorava con una cerca continuità. Dopo abbiamo provato a fare una vera e propria respirazione bocca a bocca al territorio, creando eventi ogni domenica e realizzando una seconda estate da metà novembre fino a dopo l’Epifania, in modo da rendere Fermo più attrattiva per il circondario.
Fermo è già stata protagonista in Urbact con Gastronomic Cities sul tema del food e della ristorazione per la crescita urbana: in che modo questo si lega al rilancio del centro storico e come mai la città sta ripetendo l’esperienza di collaborazione con altre città europee nell’ambito di questo programma?
L’idea è quella di avere un centro storico che attiri sempre di più i turisti che vengono da fuori. Parallelamente stiamo agendo per avvicinare i brand più famosi agli esercizi commerciali del territorio, creando un commercio interno di qualità. Un altro obiettivo è quello di riportare nel quotidiano qualche attività in più per i giovani. L’ex palazzo dell’università sarà assegnato con un bando a un’università privata per fare dei corsi, il liceo classico sarà delocalizzato con i fondi del sisma e l’università potrà essere riportata in centro per occupare quelle strutture lasciate dismesse. Commercio di qualità, ristorazione e servizi per il turismo, implementazione delle attività giovanili con incubatori di impresa sono le tre azioni che porteremo avanti nei prossimi anni per rivitalizzare il centro.
RetaiLink partner @gemeentehengelo shares how they find out & shaped the #city's DNA and #identity through a #participative process @URBACT pic.twitter.com/yvYQ0tOBK9
— RetaiLink (@URBACTRetaiLink) 19 ottobre 2017
In una città come Fermo che già in Urbact II aveva sperimentato forme di coinvolgimento civico con Gastronomic Cities, con l’intento di rendere la ristorazione di qualità un elemento di rilancio del territorio, la partecipazione a RetaiLink diventa occasione per un ripensamento complessivo del territorio, a partire dall’individuazione di grandi strutture potenzialmente riqualificabili. L’ex cinema Elios, la Casina delle Rose e il Mercato coperto sono tre grandi spazi abbandonati che possono diventare attrattori turistici, commerciali e culturali se valorizzati nell’ambito di una strategia complessiva di rilancio del territorio.
Riavvicinare il centro, dove vivono 10mila dei 37mila abitanti di Fermo, ai quartieri e alle zone costiere distanti fino a 15 chilometri dalla piazza principale rappresenta la prima sfida per una città che negli ultimi anni ha visto approfondirsi la divisione tra la vivacità turistica e commerciale del suo lungomare e l’immobilismo del centro cittadino.
Il progressivo ritorno di famiglie e classe media verificatosi in centro negli ultimi 10 anni non ha invertito la tendenza all’invecchiamento ma ha polarizzato ancora di più una città dove coesistono diverse economie e composizioni sociali su un territorio enorme e particolarmente frastagliato.
Provincia di Fermo: è stato sottoscritto il documento costitutivo del tavolo “Competitività e sviluppo del Fermano”… https://t.co/e5PkyY6IQ7 pic.twitter.com/j0yox6ZU01
— Vivere Fermo (@viverefermo) 1 marzo 2017
La combinazione tra diverse fonti di finanziamento, dagli interventi previsti nel Piano Periferie agli Investimenti Territoriali Integrati urbani, favorirà nei prossimi anni la realizzazione di due grandi assi d’azione: il rilancio del centro storico sul piano turistico a partire da una dimensione esperienziale e l’accelerazione di imprese innovative, a partire da una rafforzata collaborazione con le università del territorio. Tali interventi si combinano in maniera efficace al lavoro di consultazione degli attori locali svolto attraverso RetaiLink, che ha coinvolto proprio quegli stakeholder che saranno interessati da investimenti e processi di sviluppo attivati dalla partecipazione alle misure nazionali e regionali elencate in precedenza.
Interventi strutturali, come il miglioramento della mobilità o la realizzazione di nuovi impianti di collegamento attraverso scale mobili o ascensori tra diversi punti della città, si uniranno al più ampio piano di ricostruzione post-sisma, creando delle condizioni favorevoli anche per l’attuazione del piano d’azione integrato emerso da RetaiLink.
Our #animation explaining the main new #trends in the #retail sector is getting very popular, it has already reached 15.000 views! Have you seen it yet? @URBACT @INTERREGTweets https://t.co/Y2sfTCS4Ee
— RetaiLink (@URBACTRetaiLink) 22 novembre 2017
A riprova che la partecipazione ai network Urbact possono avere impatto non solo sulla governance dei processi ma anche sulle persone che li animano e li mettono in moto, RetaiLink è servito a Fermo per ricreare quella coscienza collettiva fra i commercianti che nel corso degli anni era andata perdendosi, segnando la crisi dell’associazionismo di categoria. Se nel 2003 erano oltre un centinaio i commercianti che facevano rete fra loro e organizzavano attività capaci di rianimare l’intero centro storico, a quindici anni di distanza si sta cercando di ricreare quello stesso spirito a partire dal Gruppo d’azione locale, che riunisce numerosi titolari di attività commerciali del centro oltre a rappresentanti istituzionali. Un gruppo che è diventato un forum di discussione capace di accantonare le dispute su dove posizionare le luminarie natalizie, solo per citarne una fra le tante, per fare fronte comune contro la crisi economica e sociale che rischia di svuotare ulteriormente il centro città.
L’organizzazione di nuove attività per residenti e turisti nella monumentale Piazza del Popolo, su cui si affacciano i musei civici da rilanciare come rinnovato attrattore turistico, la creazione di mercati tematici in grado di attirare nuove progettualità nell’ex mercato ortofrutticolo coperto, abbandonato da anni e riutilizzato solo temporaneamente, la collaborazione rafforzata con le Pro Loco dei paesi vicini colpiti in maniera più forte dal terremoto, come il borgo di Amandola: piccole azioni concrete che Fermo intende realizzare nei prossimi mesi per dinamizzare il centro anche a partire dal coinvolgimento e dalla formazione continua degli operatori commerciali. Dare nuove motivazioni a coloro che animano attività a gestione familiare, sensibilizzarli all’utilizzo delle nuove tecnologie per attirare nuova clientela e visitatori ma soprattutto favorire la creazione di partnership tra diversi produttori ed esercizi commerciali sono alcune delle soluzioni innovative che da Fermo alle migliaia di piccoli e medi centri di tutta Italia si preparano ad animare un dibattito magari inatteso fino a qualche anno fa, quando Amazon non esisteva e i centri commerciali posti nelle periferie apparivano come il principale competitor dei negozi al dettaglio. È vero che la realtà sa sempre superare ogni nostra previsione o aspettativa ma il cambiamento epocale che stiamo vivendo potrebbe avere anche risvolti originali su dove e cosa acquistiamo: a Fermo gli atelier che affiancano scarpe artigianali e spaghetti di qualità sono già una realtà, resta da vedere quali altre inedite collaborazioni prenderanno piede in futuro a partire dalle nostre città.
Simone d’Antonio
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