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Crisi dei migranti: quale impegno per l'Europa e l'Agenda Urbana?

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22 August 2016
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Dopo l’articolo sull’housing sostenibile in Europa, stiamo continuando la nostra serie relativa ai partenariati sull’Agenda Urbana per l’Europa. Questo mese, ci occupiamo di inclusione, rifugiati e migranti. Da leggere insieme a: “Crisi dei migranti: che cosa le città possono apprendere nella definizione di nuovi servizi? di Eddy Adams.
L’Agenda Urbana per l’Europa è impegnata nell’affrontare quella che viene considerata la più grande ondata di migrazione per l’Europa dopo la Seconda Guerra mondiale ed il suo impatto sulle città. In che modo inquadriamo queste azioni in un labirinto di tensioni politiche e umanitarie?
Weeindhoven
 
Città in migrazione
 
Immaginate una città europea di medie dimensioni, con un’intera popolazione di circa 80.000 abitanti, per la maggioranza donne e bambini. Il medesimo ammontare di persone è arrivato in nave in Europa durante le prime sei settimane del 2016. (UN Agenzia Rifugiati, UNCHR). Aggiungiamo una città di medie dimensioni con pochi servizi e infrastrutture per 46.000 abitanti (il solo campo di Indomeni ha ospitato circa 11.000 migranti) creata nel nuovo arcipelago greco di campi profughi (UNCHR 2016). I migranti sono stati intrappolati in Grecia da quando la Macedonia ha chiuso la via balcanica utilizzata per attraversare il confine con la Grecia.
Inoltre, hanno raggiunto l’Europa nel 2015 migranti in fuga dall’Africa attraverso la Libia e il MedioOriente, per proporzioni più o meno l’equivalente della stessa popolazione dell’intera regione di Bruxelles. Oggi, è evidente che è drammaticamente aumentato il numero di persone disperate senza alternative se non mettere i loro figli in viaggi più pericolosi delle loro stesse vite.
Questi eventi distruggono le fondamentali vie di solidarietà dell’Unione Europea. Gli Stati Membri sono in disaccordo su un sistema di trasferimento basato sulle quote e l’Europa sta fallendo con un iniquo accordo europeo con la Turchia che essenzialmente invia persone in fuga classificate come: “senza diritto alla protezione internazionale " per un paese con un regime autoritario. Un accordo strenuamente contestato dalle ONG, dalle iniziative di volontari indipendenti e dalle organizzazioni umanitarie internazionali, denunciando la mancanza di rispetto dei diritti umani fondamentali (ECRE , UNHCR , di Amnesty International e molti altri). Inoltre le regole in materia di asilo dell'UE [ 1 ] consentono agli Stati Membri "di respingere le domande dei richiedenti asilo senza esaminarne il merito" (ad esempio nelle città scozzesi, in quelle tedesche o a Vienna ). Queste condizioni creano una situazione disordinata in cui le persone già in difficoltà si trovano a lottare per trovare la loro strada verso una vita dignitosa in mezzo a un labirinto di norme contraddittorie e spesso inique [ 2 ].
Risposte locali dalle Amministrazioni delle Città europee
 
Molte amministrazioni di città europee sono impegnate ad implementare soluzioni valide a livello locale per fornire protezione, un rifugio adeguato e supporto rispondendo alle esigenze dei migranti. Le strategie si differenziano molto in quanto sono basate a livello locale. Un recente rapporto di Eurocities basato su un sondaggio di 34 città in 17 Stati membri dell'UE, più la Norvegia, fornisce una panoramica delle esperienze delle città europee come hub di accoglienza dei nuovi arrivati. Le amministrazioni delle città sono anche impegnate nel networking, nelle azioni di lobby e sono sempre meglio organizzate per lo scambio di pratiche a livello europeo, a prescindere dai limiti imposti dai governi centrali
L’anno scorso il Sindaco di Barcellona ha lanciato Barcellona come “Ciutat Refugi” e più recentemente ha lanciato la ' Settimana della resilienza urbana ' che ha riunito i sindaci di Barcellona, di Atene, e di Tiassalé ( Costa d'Avorio ), insieme con il segretario generale dell’unione delle Città e Governi Locali ( UCLG ) per lo scambio di esperienze locali nelle risposte all’accoglienza dei migranti nelle loro città. Sono stati realizzati accordi da città a città, come quello proposto dai sindaci di Barcellona e di Atene per il trasferimento di 100 rifugiati a Barcellona. Nella Dichiarazione del 21 aprile sottoscritta dai Sindaci delle Capitali dell'UE sull’ agenda urbana europea e la crisi dei rifugiati essi esprimono il loro impegno per azioni coordinate tra le città; la CEMR (Conferenza dei Comuni e delle Regioni Europee) ha lanciato iniziative correlate che vedono le città come protagonisti.
  
URBACT sta favorendo il lavoro del network delle città di arrivo sviluppando piani d'azione locale per l'integrazione dei migranti: le città di Amadora, Patrasso, Messina, Riga, Oldenburg e atre coinvolgono le ONG locali, iniziative indipendenti di quartiere, le istituzioni locali e centri di ricerca per collaborare nelle aree della formazione, dell’integrazione culturale, dell’occupazione e dei servizi pubblici. Altre reti URBACT hanno lavorato in passato sullo stesso argomento come la rete MILE e le nuove reti possono confrontarsi con questo argomento nel nuovo bando per le reti di implementazione.
Le strategie attuate a livello di città incontrano diverse tensioni. Le politiche locali si sviluppano a volte in contrasto con le decisioni prese a livelli più alti, dal momento che le politiche di integrazione sono nelle mani dei governi nazionali. I fondi comunitari non sempre raggiungono l'obiettivo giusto e discriminano le persone con un diverso status giuridico rendendo difficile in particolare aiutare i migranti privi di documentazione [ 3 ] che raggiungono le città europee. Tutto sommato, nonostante l'importanza della dimensione urbana sia stata ampiamente riconosciuta, alle città manca un posto al tavolo decisionale quando si tratta di definire le politiche.
 
Governance multilivello nell’Agenda Urbana per l’Europa.
 
Il partenariato di "inclusione dei migranti e dei rifugiati " rappresenta in linea di principio un’ opportunità unica per coordinare le azioni urbane tra i livelli di governo e la società civile e per condividere conoscenze diverse allo stesso tavolo. Nel mandato dell’ Agenda urbana per l'Europa troviamo l’obiettibo di "stabilire un approccio più integrato alle politiche e alle legilsazioni nazionali e comunitarie con un chiaro impatto sulle aree urbane". I partenariati all'interno dell'agenda urbana per l'Europa verranno attuati attraverso un piano d'azione con azioni concrete a livello europeo, nazionale e locale, fornendo linee guida per 1. Migliorare la normativa europea; 2. migliorare l'accesso ai finanziamenti europei; 3. Migliorare la condivisione delle conoscenze e della collaborazione tra città.
 
Il partenariato ha organizzato due incontri, scambiando conoscenze tra i partner volontari (ad esempio strategie locali per l'accoglienza dei migranti a Berlino, a Barcellona e ad Atene in diversi settori, come ad esempio alloggi e servizi pubblici). Tra i partner figurano anche le DG della Commissione Europea sull’housing e sull’ Occupazione, tre Stati membri (Italia, Portogallo, Grecia), città ( come quelle di Atene, Helsinki, Barcellona, Berlino e Amsterdam) diverse organizzazioni internazionali (alcuni membri attivi come URBACT, CCRE, ECRE e EUROCITIES) e altri che saranno coinvolti in relazione alla rilevanza tematica (ad esempio delle Nazioni Unite, PICUM, EUKN e altri). In termini di regolamentazione, l'associazione sta preparando una vasta mappatura delle norme in questione, un esercizio che richiede un migliore coordinamento tra le diverse direzioni generali. Da un punto di vista di produzione di conoscenza, sono previste azioni relative al coordinamento delle piattaforme esistenti e la mappatura delle pratiche e dei casi di studio di progetti di integrazione di migranti guidati dalle città. In termini di finanziamento, ci saranno azioni per coordinare i fondi esistenti: i fondi europei disponibili per strategie di sviluppo urbano sostenibile (circa 15 miliardi di euro) e per inclusione sociale (circa 21 miliardi di euro) dovranno essere meglio utilizzate per facilitare la cooperazione delle autorità locali con le autorità di gestione, con le autorià nazionale e / o regionali. 
I primi risultati delle Azioni Urbane Innovative mostrano (50 proposte nell’ambito dei migranti e dei rifugiati, con uno stanziamento complessivo per il 2016 di 80 milioni) un investimento aggiuntivo su questo tema. Fasi future di questo partenariato sono l’organizzazione di un seminario ad hoc nelle specifiche aree tematiche come l’housing (coinvolgendo la partnership per l’Housing Sostenibile), l’occupazione, la formazione e l’organizzazione delle comunità. 
Città attori nella crisi della migrazione?
L’ agenda urbana europea dovrebbe funzionare come un dialogo politico permanente tra la Commissione Europea, gli Stati membri, le città e la società civile sul tema dell'integrazione dei migranti nelle città. Dovrebbe sviluppare ulteriormente partenariati tra città basati sul recente avvio di una cooperazione diretta per affrontare questioni pressanti come reinsediamenti, fornendo informazioni chiare sulle discrepanze in merito a quanto sta accadendo sul terreno e sulle decisioni prese in sede UE.
Come detto altrove, le voci delle società civili sono ancora troppo deboli in questi tavoli di agende urbane, considerando l’immenso lavoro fornito da organizzazioni internazionali, movimenti e iniziative di cittadini indipendenti. Il networking è una necessità non per alimentare l'economia di colloqui vuoti, ma piuttosto per ampliare le alleanze a livello europeo tra governi, iniziative delle città e la società civile per aprire nuove sedi.
L'Europa è in discussione e la sua stessa esistenza dipende anche dalla sua risposta a questa crisi migratoria. Il problema sta nel come evitare la falsa dicotomia tra la politica di sicurezza e di solidarietà, proteggendo l'assurdità della fortezza Europa, in un mondo di cambiamenti globali. La migrazione di massa non è un evento sporadico e soluzioni dovrebbero essere ricercate nel ripensare il modo in cui vengono create le disuguaglianze. Nelle parole di Zygmunt Bauman:
 
“Non credo vi sia una soluzione rapida all’attuale problema dei rifugiati. L'umanità è in crisi - e non vi è un'uscita da tale crisi diversa dalla solidarietà degli esseri umani.”
 
[1] Directive 2013/32/EU of the European Parliament and of the Council of 26 June 2013 on common procedures for granting and withdrawing international protection the Common European Asylum System (CEAS)  currently under a process of reform see “TOWARDS A REFORM OF THE COMMON EUROPEAN ASYLUM SYSTEM AND ENHANCING LEGAL AVENUES TO EUROPE” Brussels, 6.4.2016 COM(2016) 197
[2] Vedi la storia della famiglia a Beziers come esempio di regolazione antiquata The Guardian
[3] Il finanziamento europeo per migranti irregolari è limitato all’assistenza per il cibo per la povertà estrema (Fund for European Aid to the Most Deprived - FEAD) o per il ritorno (attraverso il fondo Asylum, Migration and Integration Fund - AMIF). Altri meccanismi di finanziamento sono gestiti dalla  DG REGIO o dalla DG EMPL (incluso il Fondo Sociale Europeo) sono ristretti ai migranti che risiedono regolarmente in Unione Europea, richiedenti asilo e rifugiati riconosciuto. Vedi: PICUM
 
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