Cinque libri che vi consigliamo sul presente (e il futuro) delle città
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24 December 2020I consigli di lettura del National URBACT Point: letture che ispirano nuove visioni sulle sfide urbane al centro dell’azione delle città italiane ed europee
L’anno che sta per concludersi ha portato sconvolgimenti neanche lontanamente immaginabili meno di dodici mesi fa, approfondendo tendenze e squilibri già in corso nelle nostre città e prefigurando una serie di scenari completamente nuovi.
Per comprendere e interpretare tanti dei temi al centro dell’azione delle reti URBACT e delle città italiane ed europea vi proponiamo come di consueto una serie di letture che possono ispirare coloro che ogni giorno lavorano per rendere i nostri contesti urbani luoghi migliori in cui vivere.
Carlos Moreno – Droit de Cité (L’Observatoire Edition)
Il tema della “città del quarto d’ora” è stato senza dubbio tra gli sviluppi del dibattito urbano maggiormente citati nell’anno appena trascorso. L’inventore di questa definizione è Carlos Moreno, che ha supportato la sindaca di Parigi Anne Hidalgo nell’attuazione di molte delle misure di promozione della prossimità e dell’accessibilità di luoghi di lavoro, spazi verdi e attrazioni culturali. Il libro ripercorre gli elementi-chiave di un dibattito globale che vede le città giocare un ruolo decisivo su diversi piani di policy, da quello delle città-mondo globali fino al ruolo decisivo delle amministrazioni locali nel promuovere un nuovo modo di interpretare il diritto alla città e alla vivibilità dei suoi spazi.
Jorge Carriòn – Contro Amazon. Diciassette storie in difesa delle libreria, delle biblioteche e della lettura (Edizioni e/o)
Le librerie e le biblioteche sono presidi culturali diffusi nelle nostre città e meritano di essere preservate per il ruolo decisivo che ricoprono, soprattutto nell’attuale congiuntura storica. Jorge Carriòn racconta in questo libro le storie di alcune tra le più belle librerie del pianeta, da Barcellona a Seoul, per mettere in evidenzia quanto l’amore per la lettura rappresenti in città di tutto il globo il motore di forme innovative di creazione di comunità. Il contrasto alla grande piattaforma di commercio online viene interpretato in questo testo come elogio della lentezza ma anche come preservazione di un commercio di prossimità sempre più decisivo per la qualità di vita nelle nostre città.
Catrina Davies – Mal di casa (Blu Atlantide)
L’autrice di questo saggio esplora le conseguenze dell’emergenza abitativa sulle fasce più deboli della popolazione in Gran Bretagna a partire dalla sua esperienza personale di abbandono della grande città (Bristol) per fare ritorno al villaggio costiero natale, dove sceglie di vivere in un capanno. Il racconto resta bene in equilibrio tra memoir e analisi delle diseguaglianze crescenti in piccoli e grandi centri della Gran Bretagna, mettendo in evidenza temi universali come quelli dell’accesso alla casa e il precariato lavorativo ed esistenziale. Una storia resa speciale dalla tenacia dell’autrice nel perseguire, per scelta o necessità, uno stile di vita fieramente fuori dal tempo ma che si scontra con le contraddizioni quotidiane di tante delle nostre città.
Autori vari - Bagliore. Sei scrittori raccontano i nuovi centri culturali (Il Saggiatore)
L’agenzia per la trasformazione culturale cheFare ha curato una raccolta di sei racconti realizzati da giovani autori che hanno scelto di narrare le storie di centri culturali in grandi e piccole realtà urbane, mettendo in luce le storie di rigenerazione di contenitori dismessi e di collaborazione e attivismo civico che ne hanno consentito il rilancio. Dal testo emerge un affresco collettivo di un’Italia poco nota ma popolata da esperienze e forme di partecipazione che hanno un impatto profondo sull’inclusione e la coesione sociale, la produzione culturale e la rigenerazione di interi quartieri e paesi. Il taglio narrativo scelto dai diversi autori contribuisce ad avvicinare al tema anche i non addetti ai lavori e costituisce il punto di partenza per una riflessione più approfondita tra la relazione esistente fra questi incubatori di innovazione culturale e i processi di cambiamento in corso in città metropolitane, centri medi e aree interne.
Jessica Bruder – Nomadland (Edizioni Clichy)
Il colpo di fulmine di quest’anno, a cui è ispirato il film vincitore dell’ultimo Festival di Venezia. Il racconto di un’America perennemente in viaggio, che si sposta su camper e van in lande desolate e periferie di grandi e piccoli centri, è il frutto di un processo di osservazione partecipata che l’autrice ha realizzato seguendo per diversi anni alcuni di questi nuovi nomadi ai quattro angoli del paese. Se lo spostamento verso il West e le terre incontaminate rappresenta un cardine della cultura americana, il precariato urbano e il disagio abitativo che sono spesso alla base di chi oggi sceglie di intraprendere questo percorso si ricollegano al presente di una società sempre più diseguale, nella quale l’impatto devastante delle grandi piattaforme sulla riorganizzazione del lavoro e gli squilibri ambientali giocano un peso enorme. Un’inchiesta appassionante che fa luce su un fenomeno spesso sconosciuto o difficile da comprendere per noi europei ma che apre la strada a una serie di riflessioni che riguardano la vita contemporanea di centri e periferie delle nostre città e chi si sente escluso da esse.
Simone d’Antonio
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