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Cinque cose positive di URBACT in Italia che ci portiamo nel 2018

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31 December 2017
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Un bilancio degli elementi innovativi emersi nell’ultimo anno nella community italiana delle città Urbact e nel dibattito nazionale ed europeo sulle città

L’anno che sta per chiudersi è stato senza dubbio uno dei più importanti per il dibattito urbano nel nostro paese e in Europa, con decine di città impegnate a mettere in pratica i grandi principi di piani e agende urbane delineate nel 2016 (tra questi il Piano Periferie, la Nuova Agenda Urbana e l’Agenda Urbana Europea) rafforzando la collaborazione con esperti, associazioni di categoria e residenti, con l’obiettivo di disegnare luoghi di vita sempre più sostenibili e piacevoli. Il programma Urbact ha costituito un utile supporto a questa azione, offrendo alle nostre città uno sguardo verso l’Europa e favorendo lo scambio di idee e di visioni tra amministratori, funzionari ed esperti coinvolti in progetti realizzati su scala locale, nazionale ed europea. Una ricchezza di spunti che animerà l’azione delle amministrazioni locali europee nei prossimi anni e costituirà un biglietto da visita internazionale dell’Europa che innova e crea sviluppo e qualità della vita a partire dai suoi spazi urbani.
Il consolidamento della dimensione globale dei programmi di cooperazione europea rappresenterà senza dubbio uno degli elementi-chiave dal 2018 in poi, come già visibile dal successo riscontrato dalla prima edizione del programma International Urban Cooperation, ma è a livello europeo che continua a giocarsi la sfida dell’innovazione, come dimostrato dal lavoro che ferve in queste ultime ore dell’anno attorno alla preparazione dei Transfer Network (il cui bando scade il 10 gennaio).

Prima di rivolgersi al futuro con la consapevolezza sempre più forte del ruolo decisivo giocato dalle città italiane nel dibattito urbano europeo, uno sguardo a quanto di buono è stato realizzato nel 2017 e a come può costituire una base efficace per lo sviluppo futuro delle nostre città.

Le soluzioni innovative delle 14 buone pratiche italiane

Il 2017 è stato senza dubbio l’anno delle buone pratiche, prima con il bando dedicato alla ricerca delle esperienze positive di sviluppo urbano europeo e poi con la scelta e la promozione di casi e storie di successo che animeranno il dibattito sulle città in Europa nei prossimi anni.
Le città italiane si sono confermate tra le principali artefici dell’innovazione in Europa con le 14 buone pratiche selezionate tra le 97 complessive. Dodici città, non solo di grandi dimensioni come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bari ma anche più piccole come Montichiari, Macerata e Adelfia, hanno visto premiate le loro storie di innovazione quotidiana, uno stimolo a migliorare ulteriormente la propria azione di governo e a confrontarsi con azioni ed esperienze simili realizzate nel resto d’Europa. Dagli orti urbani della Capitale agli usi civici di Napoli, dalle politiche per la promozione del gioco di Udine all’orchestra giovanile di Adelfia: da Nord a Sud, le buone pratiche distinguono l’azione di amministrazioni virtuose, capaci di rendere le proprie azioni di successo al centro di politiche che valorizzano le dimensioni ambientali, economiche e sociali della sostenibilità urbana.

 

 

La partecipazione massiccia ai Festival di Bari e Tallinn

I due principali eventi dedicati all’innovazione urbana in Italia e in Europa hanno visto le buone pratiche di Urbact al centro di un confronto inedito tra decisori politici locali, regionali, nazionali ed europei, restituendo pubblicamente il senso di azioni e progetti che spesso faticano a travalicare i confini della città in cui vengono realizzate, o addirittura dell’ufficio comunale che le ha messe in pratica.
Dare visibilità alle soluzioni urbane più innovative mettendole al centro di eventi interattivi, partecipati e aperti alla cittadinanza e a community di esperti, accademici e funzionari interessati ai temi della città consente di elevare il livello del dibattito nazionale ed europeo sul futuro dei luoghi in cui vivono i tre quarti degli europei. Nuovi spazi di discussione che diventano elementi imprescindibili del confronto fra diverse anime e saperi urbani, che si aprono alle città che li ospitano facendole diventare per qualche giorno rappresentanti di quanto di innovativo sta avvenendo in città di tutta Europa.

 



Le azioni innovative degli Action Planning Network

La ventina di città italiane attualmente coinvolte nei Network finalizzati alla creazione di Piani d’azione locali ha nell’ultimo anno compiuto passi avanti importanti verso la definizione di azioni e progetti che alla conclusione delle rispettive reti europee (prevista per maggio 2018) costituiranno la base per lo sviluppo urbano dei prossimi anni.
Dalla riconversione di Ospedale Militare di Napoli e Laboratorio Pontieri di Piacenza in hub culturali e creativi all’utilizzo di piattaforme digitali e social a Genova e Siracusa per avviare uno storytelling urbano condiviso: gli esiti materiali e immateriali disegnati in collaborazione con cittadini e stakeholder coinvolti nei gruppi d’azione locali saranno l’elemento di partenza per intersecare programmi nazionali ed europei, risorse pubbliche e private, forme tradizionali e innovative di finanza locale con l’obiettivo di realizzare interventi concreti e attesi in centri e periferie coinvolte nei progetti Urbact.

 

Una community di amministratori e practitioner sempre più coesa

I tanti eventi organizzati a livello nazionale ed europeo, sia dal segretariato del Programma che dal National Point, hanno contribuito non soltanto a dare visibilità alle azioni in corso nelle città ma a consolidare una community di assessori, funzionari ed esperti che nei fatti costituisce uno spaccato significativo dell’innovazione nelle nostre amministrazioni locali.
I progetti Urbact hanno consentito nell’ultimo anno di convogliare energie vive nella definizione di azioni innovativi, di creare connessioni tra città italiane e inedite collaborazioni all’interno delle amministrazioni stesse, con il risultato positivo di permeare i governi locali di quella pluralità di spunti e visioni tratte dal confronto con altri contesti simili nel resto del paese e d’Europa. Una vitalità che nel 2018 andrà ulteriormente alimentata, offrendo nuove opportunità per scambi e progetti di valore europeo ma anche integrando il valore aggiunto delle azioni svolte in Urbact nell’ambito di iniziative e programmi nazionali.

I transfer network e lo sguardo verso il futuro

Le tante città italiane che negli ultimi mesi dell’anno sono impegnate nella preparazione di progetti finanziabili nell’ambito del nuovo bando per la creazione di Transfer Network, o per aderire a progetti scritti da città straniere che intendono trasferire la propria buona pratica, sono l’ennesima testimonianza di vitalità di una community che non si adagia sugli allori conquistati negli ultimi anni ma guarda verso nuove possibili collaborazioni con l’Europa. In entrambi i casi, sia che si decida di mettere la propria buona pratica al centro di un processo di trasferimento e miglioramento collaborativo sia che si scelga di replicare un’esperienza positiva realizzata altrove, è apprezzabile il coraggio di amministrazioni che si aprono verso un’Europa concreta, verso dei processi di transfer capaci di condurre sempre qualche passo più avanti rispetto a quello da cui si è partiti.
Un elemento da non sottovalutare, soprattutto in un paese come il nostro che vede ancora una volta di più le città come vero motore di ogni progresso sui temi che incidono davvero sulla vita quotidiana delle persone.

Simone d’Antonio