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In che modo le Buone Pratiche URBACT mirano alla sostenibilità con la collaborazione di cittadini e stakeholders?

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13 November 2017
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Puntare insieme alla sostenibilità
Eventi, fenomeni e catastrofi legate al cambiamento climatico (riguardanti ambiente, biodiversità e società) sono in un continua crescita da più di un secolo e in particolar modo negli ultimi dieci anni. Anche se questi fenomeni sono, di media, sotto osservazione, a livello locale sia amministrazioni che cittadini dovrebbero implementare e intraprendere azioni per avviare profonde trasformazioni sociali.
Molte Buone Pratiche URBACT si occupano proprio di questo, e stanno sviluppando strategie sostenibili locali, concrete e partecipative: Manchester, Santiago de Compostela, Milano e Tallinn, indirizzate durante il “Together for sustainabilty panel” del Festival Urbact di Tallinn, del 5 ottobre 2017.

La progressiva integrazione dei cittadini nelle politiche sostenibili
Il concetto di sostenibilità è stato promosso a cominciare dal 1987. Da quel momento, l’integrazione dei tre grandi pilastri per lo sviluppo sostenibile – economico, sociale e ambientale – sono gradualmente diventati fattori fondamentali in molti campi. Partendo dalla sua nicchia, questo concetto è ormai largamente riconosciuto. Tuttavia, ha già perso le sue principali componenti di cambiamento paradigmatico. Da questo punto di vista, altri approcci alternativi promuovono integrazione attraverso i tre pilastri: con l’integrazione di altri pilastri – come cultura e salute – come con approcci riguardanti la trasversalità, la permacultura o i modelli di transizione.
“Le questioni ambientali sono affrontate meglio con la partecipazione di tutti i cittadini.” Il decimo principio della Dichiarazione di Rio puntava già alle necessità per modificare la metodologia di indirizzo di questo cambiamento globale, e più specificatamente con l’inclusione di cittadini attraverso un aumento del loro accesso all’informazione, delle loro opportunità di partecipare nel processo di decision-making, attraverso la stimolazione del coinvolgimento pubblico e di una partecipazione più attiva con una migliore diffusione di informazioni. Partecipazione, impegno, co-creazione e responsabilizzazione sono fattori consolidatosi già con altre politiche e altre dichiarazioni: il High Level Panel del Segretariato Generale delle Nazioni Unite per la Sostenibilità Globale, il Sustainable Development Goals, la New Urban Agenda, il Patto di Amsterdam e l’Agenda Urbana per l’Unione Europea, oltre a varie politiche nazionali, regionali e locali.

Come può essere supportato un cambiamento comportamentale?
Questa questione è di primaria importanza nell’agenda politica. Infatti, lo sviluppo sostenibile richiede un cambiamento del comportamento dei cittadini sia collettivamente che individualmente, da quando Olivier de Schutter disse “il cambiamento del comportamento che si basa su motivazioni interiori delle persone sarà resiliente solo dal momento in cui questi comportamenti diventeranno parte dell’identità del singolo individuo”. Oltre il tradizionale approccio lineare e verticale, prevalentemente adottato dalle politiche pubbliche caratterizzate da un retaggio psicologico e psicosociologico, e che hanno mostrato i propri limiti, alcuni schemi analitici più recenti consentono di affrontare la questione di un comportamento sostenibile tramite un approccio pratico, inglobando i cittadini in una sfera di oggetti, abilità, conoscenze e valori che lo rendono possibile. Il primo approccio elimina troppo facilmente la responsabilità dai cittadini per i loro comportamento non sostenibile, per dare vita a progetti più costruttivi, partecipativi e co-creativi. Manchester, Santiago de Compostela, Milano e Tallinn hanno tentato di approcciarsi a modo loro.

OLTRE AD UN APPROCCIO VERTICALE, E’ NECESSARIO RINFORZARE IL RUOLO DEL CITTADINO, Jonny Sadler, Manchester
Il dibattito su dove applicare azioni che puntino ad una maggiore sostenibilità è in corso da decenni: dovrebbero avere un indirizzo verticale dall’alto verso il basso, cioè partendo dalle autorità pubbliche, che potrebbero applicare un forte controllo da una posizione di comando quali istituzioni; o dal basso verso l’alto, cioè a partire dai cittadini e dalle iniziative locali, che potrebbero portare ad una carenza di strutture. Dietro questa semplificazione, quello che la Buona Pratica di Manchester “Culture for Climate Change” ha mostrato, come presentato da Jonny Sadler, direttore del Programma alla Manchester Climate Change Agency, è stato che ogni stakeholder interessato e impegnato in questo processo gioca la sua parte: autorità pubbliche, agenzie, imprenditori, ONG e cittadini, ognuno è responsabile e ha competenze per il proprio settore di riferimento. In questa Buona Pratica, l’approccio di una governance multi-livello ha acquisito la forma di un forte impegno e di cooperazione con le NGO locali artistiche e culturali: attraverso la nascita del Manchester Arts Sustainability Team (MAST), la città di Manchester ha lavorato con 30 organizzazioni dal 2010 per sviluppare strade innovative per impegnare e ispirare cittadini a lavorare sul cambiamento climatico. Solo un approccio di questo tipo può determinare un vero processo di co creazione, non solo per alimentare il processo ma anche per assicurarne l’adeguata attuazione.



E’ NECESSARIO PREMIARE I CITTADINI PER LE LORO ATTIVITA’”, Gennadi Gramberg, Tallinn
I cittadini che hanno preso parte in questi processi lo hanno fatto perché sono fortemente legati ai valori che stanno promuovendo e per i quali si stanno attivando. Un mio amico recentemente mi ha chiesto: “Chi mi ringrazierà per quello che sto facendo mentre ci sono così tante persone che non fanno niente, o peggio, che non si interessano di star danneggiando deliberatamente il nostro pianeta”? La Buona Pratica Spring Clean-up Campaign presentata da Gennadi Gramberg, Direttore del Distretto per Progetti di Sviluppo e per l’Istruzione del Dipartimento per lo Sviluppo di Tallinn, ha sottolineato la necessità di premiare i cittadini, nonostante le energie ed il clima positivi che guadagnano da quest’esperienza. La campagna per la pulizia delle strade, le piantagioni di alberi e fiori, raccolta di rifiuti dalle spiagge baltiche, ha avuto luogo già 26 volte. Le azioni sono evidenti, concrete e presentate come eventi festosi, anche con tè e porridge. Oltre a vedere la loro città pulita e godere di momenti festosi, quello che i cittadini veramente apprezzano sono i distintivi che ricevono e possono collezionare sulle loro giacche: come un eroe sovietico, con la sensazione di agire positivamente per la società.


I BAMBINI SONO UN ATTORE CHIAVE PER LE PRATICHE SOSTENIBILI, Marco Mazziotti, Milano
In termini di politiche sostenibili per il cibo, Milano gode di buona fama. Questo grazie alle sue attività strategiche e operative che si sono meritate il titolo di Buone Pratiche sotto il progetto Food for Cities. E’ con una busta di plastica con su scritto “Io non spreco”, scritto da Marco Mazzietto, Direttore del Dipartimento per gli Affari Europei ed Esteti dell’ufficio del Sindaco di Milano, che è sintetizzata una delle più concrete attività svolte all’interno l’Urban Food Policy Act: un lavoro sullo spreco alimentare nelle mense scolastiche. Indirizzando i bambini, il progetto punta ad ottenere un doppio impatto: su di loro e sui loro genitori. Tutto ciò è stato ottenuto distribuendo buste di plastica ai bambini per portarle a casa gli avanzi dalle mense delle scuole. Questo meccanismo è stato inserito nella più estesa City Strategy riguardo strategie alimentari più sostenibili – nell’ambito dell’intero ciclo alimentare urbano (produzione, trasformazione, logistica, distribuzione, consumo e smaltimento). Per rendere possibile la partecipazione, la Città di Milano ha adottato l’approccio a quadrupla elica nello sviluppo e nell’implementazione dell’intera strategia.


LA PROMOZIONE PUO’ ESSERE DI SUPPORTO AL CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE, Miguel Varela Perez, Santiago de Compostela

Il gioco è anch’esso un forte motore per il cambiamento, e questo è quello che Miguel Varela Perez, Amministratore Delegato al Teimas Desenvolvemento di Santiago de Compostela, ha dimostrato attraverso la Buona Pratica “Tropa Verde Rewarding Recycling”. L’intero progetto è basato sulla responsabilizzazione dei cittadini nell’adottare abitudini di riciclaggio, ma anche attraverso abitudini più circolari (? more circular ones). Con il riciclaggio i cittadini ricevono gettoni che possono scambiare con premi di carattere sostenibile – di produzione non intensiva –  in omaggio, come biglietti per il trasporto pubblico, tagli di capelli e pasti. Lavorando con i negozi locali, la Buona Pratica integra le attività all’interno delle vite quotidiane dei cittadini rendendole più facili, interattive e “divertenti” per parteciparvici. Tutto ciò ha effetti che ricadono anche su altre attività delle attività commerciali locali e sul comportamento dei cittadini.


COSA PUO’ ESSERE TRASFERITO DA QUESTE BUONE PRATICHE URBACT AD ALTRE CITTA’?
Varie città europee si impegnano ad affrontare la sostenibilità al proprio livello.. Alcune lo fanno ancora a vuoto, adottando un approccio tradizionale di pianificazione di servizi e politiche pubbliche locali, indirizzando i cittadini ma non necessariamente includendoli in questi processi. Le Buone Pratiche presentate sopra propongono una serie di elementi che possono essere trasferiti ad altre città per supportarle ad operare questo cambiamento:
- I progetti sulla sostenibilità possono coprire un’ampia serie di tematiche: cambiamento climatico, energia, gestione di rifiuti e pulizia, diritto al cibo, riciclaggio e tanti altri;
- I progetti possono applicarsi a diverse sfere di attività: arti e culture, policy-making, impresa, e/o cittadinanza;
- Gli obiettivi dei progetti possono essere la ricerca di: responsabilizzazione, sensibilizzazione, impatti visibili sulla città, vision setting, sistemi economici alternativi e/o cooperazione internazionale;
- Lavorare insieme a stakeholder e cittadini per pianificare e sviluppare le adeguate strategie e strumenti da adottare. Questi stakeholder possono essere: cittadini, imprese, scuole, e/o amministratori;
- I cittadini possono essere inseriti attraverso: premiazioni, gratificazione, campagne di sensibilizzazione, campagne “Commando”, eventi culturali e/o opportunità di progetti di sviluppo;
- Il Comune può adottare l’approccio che si addice meglio al progetto, alla cultura ed alle risorse disponibili: coordinatori, facilitatori, motori e autorità morali;
- I progetti possono prendere forma di laboratori di diverso tipo: Living lab, hub di innovazione, Climate Lab, e/o Multimedia Lab;
- I progetti possono essere finanziati dal budget comunale, fondazioni private e/o sponsor;
- I progetti possono puntare a strategie politiche, rinnovamento urbano, piattaforme di Crowdfunding civico e/o attività sul campo.
Queste Buone Pratiche inoltre insegnano la maniera di presentare i propri progetti in un modo che è coinvolgente per i propri cittadini e per le amministrazioni, ma anche ad adottare un’attitudine positiva e costruttiva attraverso la crescita della sostenibilità.

Marcelline Bonneau
(Tradotto da Federico Di Costanzo)