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5 cose che ci portiamo a casa dal primo Festival italiano delle Buone pratiche Urbact

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28 September 2017
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Tre giorni intensi di condivisione e confronto di conoscenze ed esperienze di innovazione sociale, sviluppo urbano sostenibile e integrato, governance innovativa e creazione di reti e contatti: i risultati del primo Festival italiano delle buone pratiche urbane tenuto a Bari.

La prima edizione del Festival italiano delle buone pratiche Urbact, conclusa con successo il 23 settembre con la partecipazione di oltre 1000 persone ai diversi appuntamenti del programma, è stata un’opportunità importante di confronto per sindaci, funzionari, esperti provenienti da tutta Italia e dalla Puglia, che si conferma uno dei più vibranti laboratori di innovazione urbana del paese.
Difficile riassumere in breve la varietà e la qualità di spunti, proposte, esperienze raccontate da una pluralità di attori che nei contesti urbani italiani ed europei sta contribuendo alla rigenerazione degli spazi pubblici, alla creazione di nuove opportunità per le fasce deboli, all’innovazione sociale.

Qui una panoramica degli elementi di maggiore rilievo emersi nel corso del Festival, un appuntamento che prepara la comunità italiana di città Urbact in vista del City Festival di Tallinn ed offre spunti di lavoro utili per il rilancio dei temi della cooperazione urbana nei prossimi mesi in Italia.

1) Le opportunità concrete offerte da URBACT per il trasferimento di buone pratiche
La struttura del nuovo bando Urbact presentato nel corso dell’Infoday del 22 settembre, prefigura un cambio di strategia a livello europeo per il programma: non più città impegnate ad affrontare una sfida comune ma focus su un’esperienza specifica, da riusare, riadattare e applicare in maniera diversa a seconda dei contesti in cui atterra. Non si tratta solo di un’opportunità di finanziamento importante ma di un’occasione per migliorare un intero sistema di governance, per confrontarsi con sistemi organizzativi diversi per pianificare e implementare soluzioni all’avanguardia in materia di sviluppo urbano. Il confronto tra amministratori ed esperti delle città Urbact a Bari ha evidenziato tutti i diversi aspetti legati al trasferimento di una buona pratica, favorendo così un networking efficace e davvero centrato su bisogni e necessità delle città. Una panoramica su ciò che davvero accade nei comuni di ogni dimensione, utile anche per contribuire alle prossime edizioni dei bandi Urbact con elementi concreti e di sicuro impatto sulle nostre realtà urbane.


2) Le città che cambiano, grazie al riuso di esperienze di successo
Come sottolineato in diversi momenti del Festival dal sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, una buona azione amministrativa non può che partire dall’esame attento delle esperienze e delle soluzioni adottate da altri comuni e dal riutilizzo degli elementi più indicati per il proprio territorio. Non è un caso che molte delle città presenti abbiano messo in evidenzia nelle loro presentazioni i modelli di successo a cui a loro volta si sono ispirati per la realizzazione delle esperienze premiate da Urbact. Il modello Caracas per Adelfia, la strategia urbana per i beni comuni a Torino e Napoli e tanti altri esempi testimoniano un dialogo franco e costruttivo tra le città, teso a indirizzare sempre più comuni verso un approccio che si è rivelato vincente e che le città europee presenti a Bari hanno testimoniato essere cruciale anche per l’evoluzione delle politiche urbane nei rispettivi paesi


3) Le buone pratiche per attuare le Agende Urbane italiana, europea e globale
Il confronto tra le esperienze delle città Urbact e quelle di comuni virtuosi, come Cosenza e Matera, testimonia una volta di più quanto le città impegnate in tali programmi e reti per l’innovazione urbana siano centrali per l’attuazione dell’Agenda Urbana europea e globale. Le sfide che prendono piede nelle città, riassunte dall’intervento al Festival di UN-Habitat, vanno affrontate mettendo in rete saperi e pratiche già in corso nelle città e potenzialmente esportabili su scala mondiale. Un riflesso nuovo per la cooperazione tra città, un orizzonte verso cui Urbact e le politiche regionali europee tenderanno sempre di più nei prossimi anni, una serie di esperienze di cui i livelli nazionale non possono non tenere conto per la realizzazione dal basso di un’Agenda urbana che veda le città davvero protagoniste


4) La collaborazione tra diversi livelli di governo per lo sviluppo urbano
La presenza al dibattito di Ministero delle Infrastrutture, Agenzia per la Coesione e vertici di Anci nazionale ha trasformato l’Infoday in un momento importante di confronto sulla necessità di collaborazione tra i diversi livelli di governo per mettere in rete progettazioni partecipate che emergono dai territori e programmi nazionali di finanziamento, che possono risultare decisivi per la loro implementazione. Dal PON Metro al PON Governance fino al Piano Periferie e alle altre misure messe in piedi negli ultimi anni, si chiarisce una volta di più che non è la mancanza di risorse ad essere un problema ma che bisogna migliorare il modo in cui si progettano e si mettono in fila gli interventi sui territori, con l’obiettivo sempre più realistico di assegnare alle progettazioni emerse nel corso dei progetti Urbact un percorso preferenziale per il finanziamento e l’attuazione.


5) La vivacità e il calore di Bari e dei baresi
Il successo di un Festival è dato non solo dai contenuti presentati ma anche dalla cornice entro cui si inseriscono. In questo caso, la scelta di Bari non poteva rivelarsi più azzeccata. Far conoscere a sindaci e funzionari di tutta Italia e tutta Europa una città che è rimasta negli ultimi anni troppo spesso fuori dalle traiettorie del dibattito sull’innovazione urbana ma che sta sviluppando, in centro come nelle periferie, azioni e approcci di grande valore ha consentito di conoscere nei vari momenti del Festival i protagonisti di questi processi. Dai preti di periferia agli startupper, dal Comune alla società civile, dagli innovatori agli artisti; l’innovazione sociale tradotta in pratica e diventata cuore del dibattito urbano italiano per tre giorni. Con i colori e i profumi di una città che ha conquistato tutti.